NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA:IL NODO EMILIA ROMAGNA
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Fermare ogni versione di secessione, anche quella di Bonaccini
Il progetto Autonomia Differenziata, tra silenzi e sotterfugi, prosegue con l’avvallo sornione del Governo Meloni. Quasi a ritenere che il decreto, dopo quello proposto dal PD Francesco Boccia (1), FI – Gelmini (2) e ora Calderoli (3) della Lega, sia necessario per il rilancio economico del nostro paese.
Al contrario, come da relazione della Banca d’Italia e dell’Uff. Parlamentare del Bilancio (4) in verità rappresenta un pericolo economico non solo per l’Italia intera ma anche per le Regioni stesse. Un progetto che rischia, come esposto da intellettuali, costituzionalisti, Amministratori Locali e Comitati sorti all’uopo, di demolire l’ordinamento amministrativo e politico della nostra nazione.
A noi non interessa affrontare le differenze delle varie propose avanzate in modo trasversale tra le varie forze politiche che abitano il Parlamento, ci interessa comprendere ed approfondire, come Comitato No AD, quali sono i valori sociali, politici ed istituzionali da difendere; come avviare un immediata controffensiva al progetto secessionista e presidenzialista di questo Governo, ma soprattutto su quale analisi politico e sociale strutturare questa la difesa.
La nazione della Destra e il progetto Autonomia Differenziata
La vittoria di Giorgia Meloni con la Lega, ancora molto forte nel Nord Italia, costringe questo governo a dover interagire con le loro richieste. Poco sono valse le nomine a Ministri di Giorgetti e Salvini, per impedire la presentazione, forte di due referendum (Veneto 2017- 57,2% e Lombardia – 39,3% votanti), del progetto secessionista regionale. Una situazione politica non facile, per i Fratelli d’Italia radicalmente nazionalisti e presidenzialisti.
E’ inutile nasconderlo: se con il governo Draghi il progetto in modo carsico attraversava le commissioni di Camera e Senato, con la vittoria del Centro Destra e il decreto Calderoli, il progetto Autonomia Differenziata ha accelerato esautorando il ruolo del Parlamento. Che significa imporre il progetto, con accordi tra Calderoli e i presidenti delle Regioni, senza il Parlamento.
La “Commissione dei Saggi” favorevoli e multipartito, sta di fatto esautorando il dibattito democratico e velocizzando la sua approvazione. Anche perché il trascorrere del tempo, può creare un problema ai leghisti che continuano a cercare di schivare l’ombra lunga del “Presidenzialismo” dei FdI (5). Sogno del missino Giorgio Ammirante tanto utile oggi, in questa fase di riequilibrio del mondo globalizzato, agli Stati Uniti d’America.
Perchè in gioco c’è anche la svolta atlantista di Giorgia Meloni e della sua maggioranza, che dopo la vittoria delle elezioni, ha accantonato il suo programma ed isolato i “missini e fascisti” della sua coalizione.
Ciò è evidente in quattro considerazioni:
– Le direttive militariste del ministro della difesa Crosetto (ex presidente della Confindustria del settore della Difesa) decise dalla NATO e in assenza di trasparenza verso il Parlamento;
– Le scelte energetiche nazionali adottate come principali referenti e distributori di fornitura americana.
– La continuità economica del governo Draghi.
– L’avanzata del progetto Calderoli, in cambio di una riforma presidenziale con “mandato di veto”, da contrapporre in caso di necessità nazionale o su direttive NATO. Come nel caso della guerra in Ucraina (6).
Il nord d’Europa produttivo e la proposta AD della Lega e del PD di Bonaccini
E’ estremamente riduttivo ragionare di Autonomia Differenziata sono in termini di schieramento politico, proprio per la natura trasversale delle due proposte che vede Lega e PD affiancati e in perfetta sintonia.
Anche se potrebbero apparire differenti, entrambe affondano le radici nella medesima volontà di maggior autonomia rispetto al resto d’Italia, considerata ormai un peso.
Obiettivo: rimanere collegati produttivamente con il mercato nord europeo.
Da qui la modifica del titolo V della Costituzione, per creare i presupposti giuridici che facilitino il distacco e a seguire, la conseguente proposta di Autonomia Differenziata avanzata anche da PD in Emilia Romagna.
Per Gianfranco Miglio, mentore della Lega Nord, questo obiettivo era ben chiaro sin dagli anni 90’. Un progetto però arrestato, da Silvio Berlusconi e dal suo uso clientelare della politica. Metodo che da quegli anni, ha progressivamente snaturato il percorso democratico istituzionale locale e nazionale.
Da qui la nascita della nuova Lega Nazionale che pur salvaguardando il ruolo “romantico indipendentista” con la cerimonia sul fiume Po, partecipa ai governi di Centro Destra, rendendosi così consapevolmente complice di politiche distruttive dello Stato. Politiche falsamente liberiste che in realtà nascondevano una continuità clientelare, di evasione fiscale e di uso malavitoso dello Stato ante-tangentopoli riadattata per un contesto europeo.
Non differente l’analisi del Centro Sinistra e del Partito Democratico rispetto al problema dell’internaziona-lizzazione dei mercati e del potenziamento dell’econo-mia italiana a fronte della possibile concorrenza estera. Da qui la svolta del più importante partito della sinistra italiano.
Per contrastare il berlusconismo dilagante, figlio arrogante del Craxismo anni 80’ e la necessità di proteggere i propri feudi governati dagli anni della liberazione, li vedeva proporsi artefici del progetto liberista mai realizzato dal clan Berlusconi.
E’ la voglia di Governo e la richiesta di protezione delle lobbies regionali, ha guidare la svolta. Anche perché ormai si era arrestato quel volano economico imprenditoriale goduto grazie alla svolta europeista del PCI nel febbraio ’78 che non solo propose una moderazione salariale e flessibilità del lavoro ma riforme nell’edilizia, trasporti, fisco e finanza pubblica (7)
Da qui l’avvio delle privatizzazioni e della riduzione dello Stato nelle politiche attive. Un principio di tutela dei cittadini, considerati solo consumatori, basato sulla concorrenza che avrebbe dovuto autoregolare i prezzi. Ma con poi i fatiscenti risultati.
Una trasformazione politica venduta ai propri elettori come gustose patatine fritte alle feste dell’Unità e sfruttando il conformismo e l’accettazione della linea della segreteria di lunga storia; attuando consapevolmente, tra i vari governi di centro sinistra, tagli di bilancio e politiche regressive nel campo dell’istruzione, del lavoro, della ricerca e della sanità.
Contribuendo così a costruire un paese dove in nome dello sviluppo, l’Ambiente è gratis e i finanziamenti pubblici vanno destinati principalmente alle imprese o alle loro ricerche tecnologiche che quasi nulla hanno reso alla formazione e allo sviluppo economico redistributivo del nostro paese.
Basta osservare i tagli a Sanità e istruzione attuati in questi ultimi anni. Strutture pubbliche fondamentali su cui ancora oggi sembra impossibile trovare risorse.
Una linea politica che di fatto ha ridotto il bacino elettorale PD e lasciato il paese, a chi crede che l’evasione fiscale non sia un reato. Basta ascoltare le dichiarazioni di Nordio (8) e Meloni (9), ministri di un’Italia dove ricerca e formazione sono fermi da anni e la corruzione e il clientelismo delle classi dirigenti nazionale, sono diventati l’asse portante del rapporto di potere all’interno degli organi non solo amministrativi dello Stato.
Basta storicizzare il danno provocato, dalle leggi Bassanini, come la trasformazione di Cassa Deposito Prestiti (10). Da finanziatrice a tasso agevolato di enti pubblici, con i risparmi dei cittadini delle Poste Italiane, a sostenitore di aziende quotate in borsa o risanatrice delle specula-zioni “private” di enti come Monte dei Paschi di Siena (11). Gli stessi banche che prestano moneta a tassi più alti, agli Enti locali.
Un degrado politico che la Sinistra ed in particolare il PD avrebbe dovuto esserne esente, ma che in verità ha trascinato con sé anche tutta la sfera ambientalista, associativa, cooperativa e sindacale che ad esso si ispirava. Corpi intermedi che avrebbero dovuto essere fonte di elaborazione sociale e ammortizzatori politici in un contesto iper-capitalista e turbo-capitalista finanziario.
La CGIL e il progetto Autonomia Differenziata
Senza avere la necessità di dover certificare il numero degli iscritti, la CGIL resta una grande organizzazione che firma contratti di lavoro nazionali e che pur negandolo ufficialmente, mantiene un solido legame con il Partito Democratico. Non a caso è ormai quasi consuetudine lo scambio, senza che la struttura ne risenta politicamente, tra Segretario Nazionale a parlamentare o Ministro PD.
Sono state infatti, molto differenti le posizioni politiche assunte in risposta ai governi di destra o sinistra. Atteggiamenti che passando da passiva critica alla riforma delle pensioni Fornero e alla rassegnazione per il Job Acts, si è finiti al silenzio sulla proposta PD di Autonomia Differenziata.
Nonostante, anche e soprattutto in Emilia Romagna, dove i “Comitati di Difesa della Costituzione” e “NO Contro ogni forma di Autonomia Differenziata” crescessero ogni giorno o delegati CGIL da anni richiedessero una seria discussione sull’argomento.
Ma altro potrebbe essere preso come esempio. Basti pensare all’inserimento dei fondi pensioni, sanitari e di welfare aziendale nei contratti nazionali. Precarietà stabilizzata e aumenti salariali legati ad indici di produzione spesso incontrollabili sia sul piano numerico che di pressione sui lavoratori stessi. Posizioni assunte più per la difesa del proprio ruolo a referenti primari con gli Enti Locali e con i Governi soprattutto del centro Sinistra. Una sorta di mediazione per male minore costruito sui tavoli politici, senza accorgersi e per qualcuno volutamente ignorato, di ciò che stava accadendo alla propria base di iscritti e simpatizzanti, spesso usati solo come strumento di pressione che realmente rivendicativo.
Tutti “punti sociali” che, se venisse approvata qualsiasi forma di Autonomia Differenziata, non potrebbero che peggiorare. Soprattutto per quelle Regioni che già non accedono ad una corretta ridistribuzione dei finanziamenti tra le regioni stesse. Suddivise in base ai servizi già erogati e non in base a quelli che in realtà dovrebbero esistere o creare.
E allora, con stupore ma anche con fiducia, perché il segretario Landini ha indetto contro l’Autonomia Differenziata, una manifestazione nazionale il 30 settembre?
Cos’è successo alla sua Segretaria e agli amministratori del PD per esprime il medesimo pensiero?
La destra al Governo, la proposta di Autonomia Differenziata Solidale e la proposta “Villone”
La vittoria della destra ha cambiato per il PD, la condizione politica in pericolosamente complicata, soprattutto per il progetto Bonaccini di AD spacciata per solidale. Perché rischia di collocare il PD nella sfera politica leghista, con grossa ulteriore perdita elettorale. Un pericolo reale, dato che la segreteria nazionale è composta da molti esponenti Emiliani, tra cui Bonaccini e la Segretaria per anni sua vice in Regione.
Una situazione imbarazzante se pensiamo anche all’appoggio delle Lega e al silenzio della Schlein durante l’approvazione della risoluzione regionale E.R n.7158 del 18 settembre 2018 (12) in Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna per l’Autonomia Regionale.
Quella che il Comitato No a tutte le Autonomie Differenziate ER, con la richiesta di una LIP, cerca di far abrogare (13).
Ecco allora che lo schieramento di Centro Sinistra, negando l’esistenza della sua proposta di AD, decide di utilizzare il contrasto alla proposta Calderoli per ricompattare, aprendo anche al M5S, un opposizione al Governo. Tutti insieme PD e CGIL appassionatamente con l’obiettivo di proporsi come difensori della Costituzione e dell’unità d’Italia.
Tutto come se la proposta Bonaccini non fosse mai stata presentata e la CGIL non abbia mai firmato proprio in Emilia Romagna quello sbandierato “Patto per il Lavoro”, che richiama e specifica in modo evidente l’adesione al progetto Autonomia Differenziata (cap. Agenzia Regionale per il lavoro pag.9) (14).
Non a caso Landini e Schlein, nella loro critica, non specificano sulla Proposta ER ma solo alla Calderoli. Del resto, i cittadini italiani e la loro base elettorale da anni soffrono di amnesia.
Siamo chiari: se il PD è convinto della pericolosità della AD, perché in Emilia Romagna non ritira il suo progetto, invece d’impedire anche il dibattito in Consiglio Regionale (15), come democrazia vorrebbe in rispetto a 3500 cittadini che hanno firmato la petizione avanzata dal Comitato No AD ER?
E ancora: perché la CGIL dopo finalmente essersi mossa contro ogni forma di Autonomia Differenziata non chiede a Bonaccini il medesimo ritiro e che sia stralciato quel capoverso sull’AD, dal Patto per il Lavoro firmato?
In questo turbine di idee forse non tutto è perduto e altre possibili strategia si presentano per il PD all’orizzonte anche delle elezioni europee. Ad esempio:
- Lavorare affinché la maggioranza di destra vada allo scontro, anche grazie alla CGIL, tra il progetto Presidenzialista e Indipendentista della Lega.
- Offrirsi come mediatore con la propria proposta di AD oppure, vanificandone anche il suo principio, con quella del Proff.re Villone (16), sostenuta dal Comitato per la difesa della Costituzione. Una proposta che di fatto ha accettato la modifica dell’Art.V della Costituzione e chiede di andare ad una trattativa per escludere alcuni punti di delega “non trattabili”.
Un errore strategico e pericolo reale su cui anche il Comitato Nazionale contro ogni Autonomia e il corrispettivo Tavolo Nazionale dovrebbe riflettere attentamente. Altro che spingere perché la proposta Villone, sia discussa prima possibile in un Parlamento dove i rapporti di forza sono profondamente sbilanciati e il pericolo di un suo profondo stravolgimento, è più reale del testo stesso.
Premetto, per evitare fraintendimenti, che ritengo utile che la CGIL e amministratori del PD si stiano schierando contro questo progetto insieme ai Comitati e agli altri sindacati non confederali, ma è altresì bene però avere una visione completa dell’azione da intraprendere se vogliamo, come Comitato No ad ogni forma di A.D., portare a termine il nostro contrasto a questo progetto.
E’ proprio partendo da quanto sta succedendo in Emilia Romagna che è possibile rilanciare una seria opposizione “credibile” e dal basso, al progetto. Smascherando possibili strumentalizzazioni politiche e sindacali o peggio elettoralistiche.
Qui c’è in gioco qualcosa di molto più alto e pericoloso e il conflitto istituzionale per l’Autonomia e per il Presidenzialismo, per lo più neanche parlamentare, non deve coglierci impreparati.
Con una maggioranza così schiacciante, non possiamo più permetterci di trovare una via condiscendente come la proposta “Villone” per cercare di ridurre il danno ma, costruire una consapevolezza e mobilitazione pubblica sull’argomento.
L’attacco alle istituzioni è troppo pericoloso da non poter essere affrontato in questo modo, pena, permettere e subire uno stravolgimento delle regole democratiche e di rappresentanza popolare di questo paese, in modo pericolosamente egalitario ed inemendabile da strumenti democratici. Ovvero permettere la nascita, in seno e in deroga a valori democratici costituzionali, di una “struttura oligarchica” eletta e pericolosamente irremovibile.
Link:
1 – Boccia – Link alkemiachannel.com/No_AD_Boccia _legge_quadro_Boccia.pdf
2 – Gelmini – Link alkemiachannel.com/No_AD_Decreto_Gelmini.pdf
3 – Calderoli – Link alkemiachannel.com/No_AD_Circolare_Calderoli.pdf
4 – alkemiachannel.com/No_AD_Nota_Servizio_Bilancio_Senato_230516.pdf
5 – http://alkemianews.it/index.php/2022/08/22/progetto-fratelli-ditalia/
6 – http://alkemianews.it/index.php/2022/02/20/ucraina-usa-guerra-alla-russia/
7 – https://www.tesionline.it/appunti/scienze-politiche/relazioni-tra-sindacati-e-imprenditori-in-italia-dal-fascismo-ad-oggi/la-svolta-dell-eur-e-la-sua-crisi/153/66
8 – https://www.ilsole24ore.com/art/nordio-anche-imprenditore-onesto-non-puo-pagare-tutte-tasse-AEorILlD?refresh_ce=1
9 – https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/06/02/meloni-se-la-prende-con-la-stampa-parole-sul-pizzo-di-stato-sbagliate-le-persone-normali-guardano-cio-che-ho-detto-e-non-le-ricostruzioni/7181487/
10 – https://attac-italia.org/venti-anni-dopo-riprendiamoci-la-cassa/
11 – https://www.lastampa.it/topnews/economia-finanza/2021/06/25/news/per-mps-in-arrivo-700-milioni-di-finanziamenti-dalla-cugina-cassa-depositi-e-prestiti-500-in-meno-dell-anno-scorso-1.40428650/
12 – Risoluzione 7158 18 settembre 2018 https://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:attoindirizzoapprovato:10;7158);
13 – link per il nostro Link alkemiachannel.com/No_AD_Com_Stampa Lip_No Aut_Differenziata_ER_STAMPA.pdf
14 – Link al patto per il lavoro – Link alkemiachannel.com/No_AD_Patto_Lavoro_ER.pdf
15 – ( processo verbale 1a commissione 13, 07, 2022 petizione popolar https://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:verbalecommissione:20220713;1-P );
16 – proposta villone – Link alkemiachannel.com/No_AD_Villone_cdc-6Proposta_legge_popolare.pdf
Flavio Novara
Comitato No a tutte le Autonomie Differenziate ER
Comitato nazionale contro Ogni Autonomia Differenziata
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Archivio http://www.lavoroesalute.org/
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