No, Expo non è il più grande social network dell’anno.
Già parlare di volontariato quando si chiede a dei giovani disoccupati o precari di partecipare all’Expo, senza alcuno stipendio o senza alcun rimborso spese, è di per sè un insulto; ma la nuova campagna pubblicitaria supera ogni limite, perché con faccia tosta chiede ad una generazione già abituata a soprusi di ogni genere, e ad una grande incertezza e paura per il proprio futuro, di farsi “portare di un messaggio di accoglienza ed integrazione”, ovviamente a costo zero. Ma d’altronde, se ti si para davanti l’occasione di diventare il “portatore di un messaggio di accoglienza e integrazione”, che fai, pretendi pure soldi?
É come se il governo ci dicesse che stare una giornata intera per un mese o più tra miglialia di stand, lavorare e combattere con migliaia di visitatori, molti dei quali provenienti da paesi di lingua non italiana, sia una passeggiata, un divertimento. Come se arrivare a Milano e star lì un mese o più senza nemmeno una garanzia economica, sia qualcosa di entusiasmante per tutti quei giovani che speravano di trovare nell’Expo una vera e propria occasione lavorativa. La retorica utilizzata dal sito http://volunteer.expo2015.org/it è qualcosa di aberrante, perchè non si promette uno stipendio o un futuro lavorativo, ma di più ed entrare “nel più grande socialnetwork dell’anno” dove “farai qualcosa di grande per te e per Expo”.
In sintesi? “Vieni a farti sfruttare gratis e con l’approvazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è una grande oppurtunità”. Come se i ragazzi italiani fossero davvero dei fessi, non in grado di comprendere la differenza tra un lavoro non pagato ed una vacanza con gli amici. Come se i giovani italiani non fossero altro che dei rintontiti fissati con facebook, come se bastasse l’idea del “fare amicizia” dell’essere “taggato in migliaia di foto” o avere un “wall pieno di post” a convincerci che andare all’Expo al servizio delle multinazionali del settore agroalimentare, sia fare volontariato. Fateci un favore, smettete di prenderci in giro, di raccontarci che Expo è un’occasione per giovani, precari e disoccupati.
Diteci la verità, il “volontariato all’Expo” non è entrare “nel più grande social network dell’anno”, ma schiavitù. E tenetevi i vostri biglietti a prezzo scontato per gli studenti, perché é solo un altro affronto chiederci di andare a vedere e a finaziare questo abuso sui nostri coetanei, sulla nostra generazione. È assurdo che dopo tutto il malaffare che gira attorno a questo evento, ai miliardi di euro spesi per organizzarlo, si proponga pure ai giovani di far parte di questo sistema perverso, per giunta senza alcuna retribuzione. Expo non è “una grande occasione per il rilancio del nostro Paese”, ma l’ennesima dimostrazione dei più grandi vizi italiani: la corruzione e l’ipocrisia.
Antonio Sciuto
26/3/2015 www.miogiornale.com
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