NO TRIV TRA PIEMONTE E LOMBARDIA

In data 8.01.2018 è stato depositato (v. http://www.va.minambiente.it/it-IT/Procedure/AvvisiAlPubblicoVIA ) il progetto per il PERMESSO DI RICERCA DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI CASCINA ALBERTO, proponente Shell Italia.
In soldoni si tratta di una campagna di indagini geofisiche che mira ad acquisire dati sismici che “saranno utilizzati per ricostruire un’immagine della geologia e della struttura profonda del sottosuolo. Queste informazioni saranno utili per comprendere con maggior dettaglio se nel sottosuolo del Permesso di Ricerca Cascina Alberto siano presenti risorse di idrocarburi di interesse economico”.
I rilievi sismici proposti e previsti sono di due tipi e comunque prevedono una “simulazione” sismica per produrre una reazione del sottosuolo, registrarla e valutarla.

Tecnica vibroseis: le onde sismiche vengono prodotte facendo vibrare una massa di una certa dimensione e trasmettendo le vibrazioni al suolo;
Tecnica con carica sismica: le onde sismiche vengono prodotte detonando una piccola carica sismica piazzata in un foro perforato nel terreno.

L’area interessata comprende parte del Parco Del Ticino con aree di naturalità elevata, riconosciuta e sottoposta a protezione.

I comuni interessati sono i seguenti
Province: Biella, Varese, Vercelli, Novara
Comuni: Veruno, Divignano, Taino, Sesto Calende, Roasio, Mornago, Serravalle Sesia, Marano Ticino, Comabbio, Fontaneto d’Agogna, Cureggio, Pogno, Momo, Castelletto sopra Ticino, Fara Novarese, Castelletto Cervo, Orta San Giulio, Lessona, Arona, Invorio, Borgomanero, Ghemme, Prato Sesia, Grignasco, Osmate, Paruzzaro, Mercallo, Valduggia, Cavallirio, Gargallo, Angera, Barengo, Golasecca, Dormelletto, Bellinzago Novarese, Caltignaga, Varallo Pombia, Somma Lombardo, Bogogno, Vaprio d’Agogna, Meina, Cavaglietto, Cressa, Borgo Ticino, Brusnengo, Mezzomerico, Carpignano Sesia, Soriso, Vizzola Ticino, Bolzano Novarese, Gattinara, Lonate Pozzolo, Ghislarengo, Comignago, Sizzano, Ternate, Briga Novarese, Lozzolo, Pombia, Maggiora, Travedona-Monate, Colazza, Rovasenda, Borgosesia, Romagnano Sesia, Gattico, Oleggio, Suno, Ameno, Briona, Gozzano, Agrate Conturbia, Boca, Lenta, Cavaglio d’Agogna, Masserano, Vergiate, Oleggio Castello

Ma non è solo la preoccupazione dei possibili danni di tali prospezioni che vedono contrari oltre ai comitati gran parte delle amministrazioni locali. La prospettiva concreta è la realizzazione di pozzi di estrazione, pratica ben conosciuta nella zona e che ha portato al disastro ambientale di Trecate (campo petrolifero Agip Villafortuna) che ha sconvolto il territorio circostante per molti chilometri il 28.02.1994 (l’evento è ricostruito e raccontato dettagliatamente nel numero 101-103 della rivista Medicina Democratica da Roberto Carrara).
Medicina Democratica è convintamente schierata per contrastare questo progetto unitamente ai comitati locali e non mancherà di sostenerne le ragioni anche nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale in corso.
Riportiamo sotto due significative prese di posizioni di comitati locali.

Comunicato del 18.01.2018 del Comitato DNT (Difesa del Nostro Territorio) di Carpignano Sesia

http://www.comitatodnt.it

Da tempo di frequente nel campo delle attività produttive a forte impatto ambientale e ad elevato rischio di inquinamento dei territorio, il deposito dei progetti oppure l’approvazione di normative ad hoc, contenenti clausole di forte attenuazione dei controlli, avviene in periodi dell’anno in cui l’attenzione dell’opinione pubblica è distratta da altro: in estate durante le vacanze e nelle altre stagioni in concomitanza con lunghi periodi di festività.
Non sorprende, quindi, che negli ultimi giorni del 2017 la multinazionale Royal Duch Shell, operante nel settore petrolifero, dell’energia e della petrolchimica abbia depositato presso il ministero dell’Ambiente la richiesta di avvio per una campagna di indagini geofisiche nell’ambito del Progetto di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi del Permesso “Cascina Alberto”.
È stato pertanto deluso l’ottimismo di chi aveva pensato che i mesi di silenzio, seguiti al primo annuncio di queste intenzioni palesate all’inizio della scorsa primavera, corrispondessero ad una rinuncia di fronte ai numerosi pareri negativi allora raccolti nel territorio.
Ma si sa: nessuna multinazionale di navigata esperienza investe denaro in progetti sempliciotti e potenzialmente poco redditizi e Shell, rilevando nel maggio 2015 da Northern Petroleum UK Ldt la quota di maggioranza del Permesso “Cascina Alberto”, non stava giocando una distratta partita a “Monopoli”. Perseguiva precisi obiettivi quando ha deciso di acquisire, ancor più di recente, nei territori confinanti a sud con l’area del Progetto, il 40% del Permesso denominato “Vigevano” in compartecipazione con Eni (che, a sua volta, è titolare del Permesso “Carisio”, ora ridenominato “Pozzo esplorativo Carpignano Sesia 1”) ed Edison, rispettivamente per le quote del 45 e 15%.
Le motivazioni del progetto depositato sono chiaramente esposte nel documento trasmesso al Ministero dell’Ambiente:
«I dati acquisiti attraverso precedenti campagne di indagini e ricavati da permessi di ricerca adiacenti confermano la potenziale presenza di risorse di idrocarburi di interesse economico, ma al contempo evidenziano la complessità del contesto geologico. In passato queste condizioni rendevano economicamente poco sostenibile l’estrazione di idrocarburi da questo tipo di giacimenti, anche a causa delle tecnologie disponibili all’epoca, e pertanto nessuna ulteriore attività di esplorazione e coltivazione è stata portata avanti nel tempo.
Nello scenario attuale Shell propone di utilizzare i dati geofisici acquisiti in diverse campagne precedenti e di effettuare una campagna geofisica aggiuntiva per integrare i dati a disposizione con ulteriori dati in quantità e qualità migliori».
La localizzazione delle attività di progetto prevede una sistematica e minuziosa raccolta di dati in 50 comuni della provincia di Novara, in 14 di quella di Varese, in 10 di quella di Vercelli e in 4 di quella di Biella, coprendo 956,72 km².
È un’area considerevole, inoltre sarà forte la tentazione di aggregare gli analoghi obiettivi perseguibili sia nei territori del Permesso “Vigevano” sia in quelli dell’ex permesso “Carisio”(con la compiacenza di Eni), sia (e, perché no, con il consenso di Enel) nell’area del Permesso “Cascina Graziosa”. Un’area enorme di quasi 2000 km²: un vero distretto petrolifero che occupa una fascia significativa della intera Pianura padana, il più grosso forse dopo quello dell’area lombardo-emiliana da cui era partito Mattei per costruire le fortune di Eni, nel dopoguerra.
Durante queste settimane Shell si sta ripresentando nel territorio del Permesso “Cascina Alberto” con lettere inviate ai diversi enti con i quali aveva avuto contatti nei mesi scorsi.
In quella inviata al Comitato DNT di Carpignano Sesia si legge:
«ci preme sottolineare che lo Studio in questione ha tenuto conto laddove possibile delle osservazioni e dei suggerimenti emersi durante il nostro incontro.
Da ultimo, cogliamo l’occasione per anticiparvi che nelle prossime settimane vi contatteremo per richiedere la vostra disponibilità ad un nuovo incontro, dove avremo modo di esporvi in dettaglio le caratteristiche principali del progetto in questione e di approfondire tutti gli aspetti che riteniate utili».
È di certo un modo assai curioso di interpretare quanto accaduto il 17 maggio scorso, quasi a voler suggerire l’ipotesi che lo sporadico confronto di allora si potrebbe trasformare ora in un vero e proprio tavolo di trattative.
A Shell non abbiamo altro da aggiungere rispetto a quanto è stato detto allora:
– le ricerche di idrocarburi seguono una procedura ad elevato rischio di danno ambientale;
– la coltivazione successiva del giacimento eventualmente individuato non farà che moltiplicare quei rischi;
– questi territori sono di carattere strategico per la quantità e qualità delle risorse di acqua, destinata ad uso umano, esistenti nel sottosuolo;
– la presenza nell’area di numerose altre attività a forte rischio di inquinamento impedisce di far gravare ulteriori potenziali rischi per l’ambiente e per la salute delle popolazioni presenti e future.
Queste ultime attività si sono insediate e succedute in decenni di sviluppo industriale incontrollato che spesso ha compromesso già in parte le risorse ambientali presenti (acqua, aria, terra), generando, in numerose zone, la diffusione di patologie degenerative o mortali.
L’area coinvolta dal Permesso “Cascina Alberto”, come già quella del Permesso “Carisio”, è caratterizzata da una propria economia di produzioni agricole (risicole e di allevamento bovino, apicolture ecc.), alimentari (lavorazioni di carni suine e bovine, produzione formaggi) e vinicole d’eccellenza, tutte ampiamente riconosciute dai mercati nazionali ed internazionali. Non ultimo, va ricordato, è di notevole importanza il settore turistico particolarmente fiorente in forme diversificate nelle quattro aree provinciali. Tutti questi settori hanno retto in modo soddisfacente alla generale crisi produttiva e commerciale degli ultimi anni, mentre sarebbero sicuramente messi a dura prova dalla presenza di attività estrattive per le ragioni sopra già rammentate.
L’indotto economico delle attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi, inoltre, non sono assolutamente rilevanti per i territori che le ospitano sia sul piano della entità dell’occupazione sia per il rapido esaurirsi delle attività stesse.
Non saranno pratiche di marketing, come sta continuando a fare Shell, a poter ribaltare una analisi documentata sui caratteri economici, socio-culturali ed ambientali dei territori del Novarese, compiuta da parte nostra per contrastare il tentativo avviato da Eni. Questa questa fascia di territori piemontesi e lombardi non può essere trasformata in una sorta di Texas italiano.
Fin dallo scorso anno avevamo messo a disposizione di tutti i territori oggetto di appetiti petroliferi la nostra esperienza di comunità che si interroga sul proprio presente e sulle prospettive future, derivanti da una iniziativa imprenditoriale (quella di Eni) destinata a scardinare i modelli economici pazientemente costruiti nel territorio a partire dalla valorizzazione delle sue risorse. Tutto ciò ha fortemente incuriosito Shell che si apprestava ad avviare i suoi progetti e che, molto probabilmente, è rimasta sconcertata dall’ampiezza del nostro agire e dalla sua trasparenza, tanto da avere scelto un approccio commerciale, camuffato da falsa attenzione ai problemi del territorio e dei suoi abitanti, basato invece sulla tradizione del divide et impera, ovvero sul principio degli incontri separati in modo da evitare il confronto con più soggetti coordinati tra loro.
Avevamo illustrato, con grande trasparenza, questa “analisi” a Shell e avevamo invitato l’azienda a rinunciare a procedere nella tenace e irrinunciabile volontà di venire a devastare i nostri borghi: constatiamo che l’azienda è sorda a queste sollecitazioni. Non lo avevamo mai dubitato!
Avevamo suggerito, e lo confermiamo anche oggi, che gli ingenti investimenti necessari per le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e solidi nel sottosuolo del “Permesso Cascina Alberto”, e in tutti gli altri luoghi in cui Shell è impegnata ad operare, siano messi a miglior frutto sostenendo la ricerca nel campo delle energie rinnovabili piuttosto che nello sforzo assurdo di individuare gli ultimi barili di petrolio del pianeta Terra.

Il Comitato DNT di Carpignano Sesia

APPELLO AI CITTADINI PIEMONTESI E LOMBARDI

Ieri ci è giunta la clamorosa notizia del ritiro del progetto Carisio da parte del proponente, una grande multinazionale del petrolio. Questa grande vittoria popolare è il brillante risultato di cinque anni di strenue battaglie condotte dal Comitato DNT e dal Coordinamento Difesa Territorio del
Piemonte Orientale( COOR. DI. TE) contro le trivelle petrolifere a Carpignano.

Ma contemporaneamente un’ altra grande multinazionale del petrolio annuncia un nuovo progetto petrolifero, denominato Cascina Alberto, che prevede di sondare un ampio territorio di 462 chilometri quadrati, abitato da oltre un milione di persone, usando martelli a percussione meccanica e pneumatica e cariche di esplosivo. A quale scopo? La nuova multinazionale parla di scopi scientifici per la conoscenza del sottosuolo, ma si mantiene vaga sull’ obiettivo finale di questa vasta operazione. Ma è chiaro come il sole, che l’ obiettivo finale di questo gigantesco sondaggio è la trivellazione del terreno per lo sfruttamento petrolifero del nostro territorio. In questa malaugurata ipotesi le conseguenze per la vita della gente sarebbero drammatiche: desertificazione di ampie zone, distruzione di migliaia di posti di lavoro nell’ agricoltura, nell’ artigianato, nell’ industria e nel turismo, impoverimento generale, inquinamento dell’ acqua, dell’ aria e del suolo. E a quale pro? Per permettere alla nuova multinazionale il saccheggio del nostro sottosuolo per pochi barili di petrolio.
Il florido e ridente paesaggio ai piedi delle Alpi, che oggi abitiamo, costruito dai nostri antenati in millenni di paziente lavoro, cantato dal grande poeta latino Virgilio, corre il rischio di scomparire per sempre per lasciare il posto ad una landa desolata e puzzolente.

Il Coordinamento Difesa del Territorio del Piemonte Orientale( COOR. DI. TE.) invita i cittadini delle provincie di Novara, Vercelli, Biella e della confinante provincia di Varese ad esprimere il proprio deciso rifiuto al nuovo progetto Cascina Alberto, rifiuto che viene rafforzato dalla straordinaria vittoria popolare sul progetto Carisio a Carpignano.
Pertanto opponiamoci da subito a questi sondaggi invasivi, che intralcerebbero il normale lavoro degli agricoltori e allontanerebbero dai campi la fauna selvatica.
Chiediamo alle nostre amministrazioni pubbliche: Regione Piemonte, Regione Lombardia, Amministrazioni Comunali, di dichiararsi pubblicamente contrari al progetto Cascina Alberto, perché contrario all’ interesse pubblico.
Chiediamo al Ministero dell’ Ambiente di rifiutare l’ autorizzazione V. I. A. ( Valutazione Integrata Ambientale) al progetto Cascina Alberto.
Chiediamo ai candidati alle prossime elezioni nazionali di pronunciarsi in modo
inequivocabile a sfavore di questo progetto.

Il progetto Cascina Alberto, come il precedente progetto Carisio, è vecchio di cent’ anni, non guarda al futuro delle energie rinnovabili, ed ignora le reali esigenze della gente.
L’ Italia non è il Texas!
Manifestiamo la nostra ferma opposizione al progetto insensato di Cascina Alberto!

Novara, 22. 01. 2018
COOR. DI. TE. ( Coordinamento Difesa Territorio del Piemonte Orientale).

6/2/2018 www.medicinademocratica.org

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