NON SMETTERE MAI DI LOTTARE ce lo diceva Alain Goussot
Cresce dentro di noi la stanchezza, il senso d’impotenza, quello della solitudine, si vedono dilagare gli opportunismi spiccioli ma anche i demagoghi di turno che non sono che l’altra faccia dell’opportunismo. La scuola è come una nave alla deriva manipolata ormai dai pirati dell’utilitarismo, dai manager e dai ben pensanti del nuovo potere e del nuovo pensiero neoliberale e medicalizzante (quello degli esperti in disturbi, bisogni educativi speciali e tanto altro ).
Molti insegnanti, che non sono marziani ma prodotti e attori di questa nostra cultura dell’indifferenza e dello scarto, dell’individualismo narcisistico ripiegato su se stesso, si comportano in modo funzionale e adattato alle logiche della valutazione disumanizzante voluta dalle classi dominanti e dai diktat dell’economia politica. Hanno anche perso la capacità, come tanti, di sognare in grande e in piccolo, di praticare l’utopia e in questo modo di essere degni della propria umanità e della sua parte più nobile, la capacità di pensare. Era Hannah Arendt che diceva, durante il processo Eichman (vedi “La banalità del male”), che la scomparsa della dimensione riflessiva e etica nell’azione umana cancella la stessa umanità.
Ci rendiamo conto che il quadro culturale e politico complessivo di questo paese (e non solo) è sconfortante ma occorre avere il coraggio etico di resistere, non spegnere le nostre coscienze guardando negli occhi i nostri figli, i nostri alunni, non spegnere la nostra capacità di vibrare a contatto con l’anima del bambino o della bambina che cominciano ad esplorare il mondo.
Occorre fare come quel Cyrano de Bergerac così ben descritto da Edmond Rostand: nonostante i colpi, le ferite e le disillusioni occorre battersi per il sogno di una scuola più giusta, aperta, umana e ricca culturalmente, occorre continuare a battersi fino ad esaurimento delle nostre stesse forze pensando alle generazioni future e al mondo di domani. Cyrano parlava con la signora luna di poesia, bellezza, virtù e bontà: torniamo ad essere dei Cyrano dell’educazione e continuiamo a fare sognare, base del pensiero, i nostri ragazzi.
Ferito a morte dopo un attentato Cyrano continua a battersi e urla dopo che tentano di convincerlo che è inutile:
Cyrano: Che dite?… È vana… so… la resistenza adesso,
ma non si pugna nella speranza del successo!
No, no: più bello è battersi quando è in vano. — Qual fosco
drappello è lì? — Son mille… Ah, sì! vi riconosco,
vecchi nemici miei, siete tutti colà!
La menzogna?
Tirando colpi nel vuoto
Ecco, prendi!… Ecco, ecco le Viltà
ed ecco i Compromessi, i Pregiudizi!
Tirando puntate
Che io venga a patti? Mai! — Ed eccoti anche te,
Stoltezza! — Io so che alfine sarò da voi disfatto;
ma non monta: io mi batto, io mi batto, io mi batto!
Fa immensi mulinelli con la spada. Poi si ferma affannoso
Voi mi strappate tutto, tutto: il lauro e la rosa!
Strappate pur! Malgrado vostro, c’è qualche cosa
chi io mi porto (e stasera quando in cielo entrerò,
fiero l’azzurra soglia salutarne io potrò;)
ch’io porto meco, senza piega né macchia, a Dio,
vostro malgrado…
Questo qualcosa era la sua coscienza e la sua profonda umanità.
Marilena Pallareti
Docente di Forlì
Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute
5/2/2017
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