NUCLEARE: L’INCHIESTA DI MEDIAPART SUGLI INCIDENTI “NASCOSTI” NELLA CENTRALE A NORD DI AVIGNONE
L’Italia per ora, ufficialmente, tace. Nessuna dichiarazione arriva dal presidente del Consiglio Draghi e d Cingolani, il ministro della (cosiddetta) Transizione ecologica, che più volte, con dichiarazioni e uscite pubbliche, si è idealmente iscritto alla lobby dell’atomo, nonostante le lotte dal basso (soprattutto negli anni ’80) e poi i referendum che hanno ribadito la contrarietà popolare all’ipotesi-nuke. In mancanza di prese di posizione ufficiali, i partiti della maggioranza si schierano, su fronti opposti. Contrari Leu, M5S e anche il Pd. A favore i renziani, Forza Italia e soprattutto la Lega, con Salvini a chiedersi espliticamente: “Draghi con chi sta? Con l’asse Pd-5Stelle per frenare lo sviluppo del Paese e far pagare agli italiani le bollette piu’ care d’Europa o con noi? I reattori attivi nel mondo sono ormai ben 542, oltre 100 solo in Europa, oltre 50 solo in Francia”.
Proprio in Francia si è aperto un dibatitto, politico e sociale, con le posizioni ultranucleariste di Macron e la contrarietà, invece, di ambientalisti e movimenti sociali, che inseriscono il tema del nucleare all’interno di una contestazione più ampia alle politiche governative, fortemente schiacciate in favore dello sfruttamento dei territori, dall’energia al supporto all’agricoltura iper-intensiva.
Il tutto mentre il sito d’inchiesta giornalista francese Mediapart riferisce, nelle ultime settimane, di almeno un paio di incidenti in poche settimane nella centrale nucleare che sorge a nord di Avignone, nel silenzio però dei media “tradizionali”, transalpini e non.
L’intervista di giovedì 6 gennaio a Enrico Riboni, nostro corrispondente dalla Francia, a partire proprio dalle inchieste di Mediapart. Ascolta o scarica
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