Nuove testimonianze di detenuti di Gaza rivelano le terribili condizioni nelle prigioni israeliane
Ramallah-Wafa. L’Associazione dei Prigionieri palestinesi (PPS) e la Commissione per gli Affari dei detenuti ed ex detenuti dell’Autorità palestinese hanno rilasciato nuove testimonianze di gazawi incarcerati nella prigione del Naqab/Negev, e tutte confermano l’uso della tortura da parte di Israele come arma di guerra.
Questi resoconti gettano luce sulla brutalità e sulla tortura sistematica subite dai detenuti, riflettendo l’estrema violenza e disumanizzazione che subiscono per mano delle forze israeliane.
Le testimonianze evidenziano anche l’attuale crisi sanitaria nelle prigioni, in particolare la diffusione della scabbia, che viene usata come forma di tortura.
La maggior parte dei detenuti intervistati ha riferito di avere il corpo ricoperto di piaghe e bolle dovute all’infezione da scabbia. Diversi detenuti apparivano visibilmente tremanti, in particolare quelli ospitati nella sezione tende della prigione, dove le temperature gelide esacerbano la loro sofferenza.
Questi detenuti continuano a sopportare condizioni inimmaginabili, essendo stati sottoposti a torture, umiliazioni e gravi privazioni sin dalla loro incarcerazione.
La Commissione e il PPS hanno sottolineato che tali testimonianze fanno parte di una serie più ampia di resoconti, che riflettono un modello costante di abusi violenti, che colpiscono specificamente i detenuti di Gaza.
Le testimonianze giungono in un momento in cui il numero di vittime tra i prigionieri palestinesi continua ad aumentare, in particolare quelli di Gaza, con 54 vittime confermate dall’inizio del genocidio israeliano in corso. Molti altri detenuti, soprattutto di Gaza, risultano dispersi e si teme che siano stati uccisi in circostanze misteriose.
Un detenuto ha raccontato la sua orribile esperienza durante la sua prigionia, nel marzo 2024. Noto solamente con le sue iniziali (M.R.), è stato trattenuto a Sheikh Zayed City e sottoposto a torture infinite sin dal momento del suo arresto.
Ha descritto di essere stato ammanettato, bendato e privato della possibilità di muoversi per 24 ore al giorno. Durante l’interrogatorio, ha subito gravi abusi fisici e, a un certo punto, è stato costretto a firmare una confessione falsa.
Il detenuto ha rivelato che la diffusione della scabbia continua a tormentare i prigionieri nel carcere del Negev, con molti che non riescono a dormire a causa del prurito intenso e di eruzioni cutanee.
Un altro detenuto (M.H.) ha condiviso un resoconto altrettanto straziante del suo periodo di detenzione. Arrestato all’ospedale Kamal Adwan, è stato sottoposto a brutali abusi fisici, tra cui un giorno intero di continue percosse, seguite da atti degradanti come essere inzuppato di liquami e urina.
La sua detenzione è continuata per 27 giorni in condizioni deplorevoli, dove è stato tenuto in ginocchio, ammanettato e bendato. Ha descritto la sensazione di “morte vivente” nella prigione del Naqab, dove le condizioni sono così terribili che sembra una fine lenta e straziante.
Diversi detenuti hanno anche riferito della presenza costante di scabbia tra i prigionieri, molti di loro sono coperti di dolorose bolle ed eruzioni cutanee. I detenuti non hanno ricevuto cure adeguate per la malattia, e sono lasciati in costante agonia. Uno dei detenuti, (H.R.), arrestato nel novembre 2024, ha descritto come è stato sottoposto a tortura con acqua calda e in seguito trasferito nella prigione di Negev, dove la crisi sanitaria è solo peggiorata a causa della diffusione della scabbia.
Le storie di sofferenza continuano con il detenuto (A.N.), che ha affermato che le condizioni in prigione sono così insopportabili che la morte sarebbe un sollievo. Ha descritto il freddo gelido, gli abiti insufficienti, la mancanza di cibo e l’impatto devastante dell’epidemia di scabbia, che ha tolto la salute di molti detenuti.
Il detenuto (J.S.) ha raccontato la sua continua lotta contro la scabbia, con tutto il corpo coperto di piaghe. Ha detto che non riesce più a camminare o a stare in piedi a causa del dolore estremo e delle ulteriori complicazioni di salute derivanti dalle condizioni di tortura.
Ha anche ricordato la sofferenza del martire Ashraf Abu Warda, deceduto il 29 dicembre 2024. Abu Warda era stato nella sua stessa cella ed era stato gravemente colpito dalle dure condizioni, perdendo la capacità di parlare, ricordare e persino stare in piedi prima della sua morte.
In un altro resoconto, il detenuto (S.A.) ha rivelato che le autorità carcerarie confiscano deliberatamente i materassi al mattino e li restituiscono solamente la sera, a volte ritardandone la restituzione fino a mezzanotte, sottoponendo i detenuti a temperature gelide.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli
4/1/2025 https://www.infopal.it/
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