Nuovo dizionario delle parole italiane. Da Medicina e lista d’attesa a Parvenu
MEDICINA E LISTA D’ATTESA
Forse la più notevole innovazione medica dell’era dei computer è la lista d’attesa. Telefonate alla segretaria del vostro dottore e rimanete un quarto d’ora ad ascoltare una musichetta New Age interrotta ogni tre minuti da una voce registrata che vi consiglia di non riattaccare per non perdere la priorità acquisita. Voi state perdendo il vostro tempo, ma vi si suggerisce che in realtà state acquisendo qualcosa: il diritto di far aspettare quelli che hanno chiamato dopo di voi. La malattia ha i suoi ritmi, va per conto suo rispetto alle logiche della lista d’attesa, ma si è radicata la convinzione che va bene così, soprattutto per i medici che svolgono la libera professione. Anticamente si offriva a Esculapio un gallo dopo l’avvenuta guarigione (i medici debbono a Dio un intero pollaio) ed è del tutto normale che oggi il dono attenda a lungo nel congelatore prima che la patologia si risolva, vuoi per il decorso naturale della malattia, vuoi per una posizione abbastanza favorevole nella lista d’attesa.
Esculapio morì folgorato da Zeus, per aver cercato di riportare in vita i morti, la medicina ha anch’essa quest’ardire, l’operazione oggi viene affidata a chiunque si trovi presente e si assuma il compito di scaricare il fulmine sul paziente stesso (ci sono defibrillatori ovunque in città). Il volontario deve intervenire con prontezza di spirito e tempestività, senza nemmeno avere il tempo di chiedere: “C’è un medico in sala?”. Mentre lui si attiva, parte una chiamata al 118, uno dei pochissimi numeri di servizio che non risponda “prema uno, prema due, prema tre…”
CONSENSO INFORMATO
Il medico non chiede al paziente: “Acconsenti tu…?”, proponendo una formula che potrebbe ricordare al povero degente il giorno più bello della sua vita. L’ingiunzione di rito è: “Prima dell’intervento lei deve firmare il consenso informato”. È sottinteso che va firmato e non letto: per fare i chirurghi bisogna essere un po’ sadici, ma nessuno lo è a tal punto da raccontare davvero per filo e per segno cosa succederà in sala operatoria. Ottenere il consenso informato è necessario perché al giorno d’oggi l’intuito clinico porta a vedere alle spalle di molti malati non solo l’angelo della morte, ma anche gli spettri del giudice e dell’avvocato.
EFFETTI COLLATERALI
Le fragole e i crostacei possono uccidere i soggetti allergici, dopo Chernobyl i funghi sono stati a lungo radioattivi, l’acqua fresca e limpida a volte non è poi così pura. I farmaci e i vaccini possono dare effetti collaterali anche gravi e il personale sanitario è impegnato in un’importante campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica: le malattie uccidono più delle fragole, più dei vaccini, più dei farmaci e degli stessi medici. È vero che il vaiolo è stato debellato, che quasi tutti i neonati e le puerpere sopravvivono al parto e che il lupo s’incontra solo nelle favole, ma qualcuno dovrà pur dire ai bambini e ai loro genitori che prima o poi noi tutti si muore.
DISCIPLINE MEDICHE
La medicina è una disciplina scientifica e, a differenza di tante altre, richiede disciplina tanto agli addetti ai lavori (di solito ben inquadrati) quanto a tutta la popolazione che può ignorare la complessità insita nella diagnosi e nella cura delle malattie, a patto che si dimostri collaborativa. Sarà anche vero che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, ma dal momento che l’evoluzione naturale delle patologie e delle epidemie potrebbe ridurre notevolmente le nostre aspettative di vita, conviene decidere a che santo votarsi. Un tempo i curanti erano più solerti, avevano molti motivi per non abbassare mai la guardia, oggi i pediatri sono restii a visitare i bimbi a domicilio, però richiamarli al loro dovere facendo ricomparire la difterite, la pertosse e la poliomielite potrebbe non essere una buona idea. Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, né al fronte, né nelle corsie degli ospedali.
COLPA PROFESSIONALE
Un tempo i preti, con le loro lunghe tonache, venivano considerati dagli impenitenti degli uccellacci del malaugurio. I medici indossano camici bianchi, ma anche loro dimostrano un’eccessiva familiarità con la Nera Signora; dovrebbero ottenere da lei infinite dilazioni, come i politici fanno col debito pubblico. Ambasciator non porta pena vale solo in teoria: chi porta cattive notizie viene picchiato di (santa) ragione. Bisognerebbe recuperare ciò che c’era di buono nella spiritualità medioevale, rinunciando a quel puerile ottimismo che porta ad abbellire le stanze dei degenti con fotografie di prati fioriti, di mari azzurri e di riproduzioni della Primavera del Botticelli. Forse sarebbe più utile che i pazienti avessero l’occasione di contemplare le immagini della Signora con la falce in modo che abbiano l’occasione di pentirsi, sempre che abbiano qualcosa di cui pentirsi. Diamine, che sarà mai! Per molti secoli gli uomini, sperando che il proprio letto divenisse a tempo debito anche letto di morte in modo da evitare il rogo e la spada, dormivano con un teschio appoggiato sul comodino. Non è utile tornare a questo grado di confidenza con la Nera Signora ed è auspicabile che i bimbi ricoverati continuino a vedere nelle stanze di degenza disegni colorati, Minnie e Topolino. I medici sono abituati a schivare le reazioni violente dei piccolini sottoposti a procedure non gradite, nessun pediatra ha mai dovuto rivolgersi al Pronto Soccorso per le botte ricevute da loro, mentre non sono certa che i genitori scontenti siano altrettanto inoffensivi.
MEDICINA E COMPUTER
I medici sono diventati reticenti e sfuggenti, a volte irraggiungibili. I pazienti avvertono una distanza, un’inspiegabile freddezza e rimpiangono il paternalismo di una volta, quando non c’erano i computer a reclamare tempo e a vampirizzare energie, ponendo esigenze che i malati nemmeno s’immaginano. Mettiamo che dopo un intervento alla prostata voi riferiate all’urologo di soffrire d’incontinenza, complicazione che sapevate possibile, quindi siete ben lontani dall’avere un atteggiamento colpevolizzante o rivendicativo. Lui sembra assente, concentrato nei suoi pensieri e in effetti è preoccupato perché il computer gli ha fornito una serie di indicazioni che lo mettono in difficoltà: tenendo conto del numero degli abitanti del comune, il vostro medico ha eseguito meno diagnosi e interventi del previsto, il tempo medio di durata delle procedure chirurgiche è stato più alto di quello del miglior centro di riferimento (anche gli anestesisti lo hanno saputo e si sono incavolati), sono state consumate più garze e cateteri dell’anno precedente, mentre rimane inspiegabile il minor numero di dosi di antibiotico somministrate nel post-operatorio.
In 8 casi su 147 non sono state seguite le linee guida più recenti (rintracciabili nel Nuovo Vangelo della Medicina Basata sull’Evidenza), mancano al curriculum personale 24 punti per essere in regola con l’aggiornamento professionale obbligatorio (equivalenti a cinque congressi da frequentarsi in tutti i fine settimana prima della fine dell’anno) e la percentuale di complicazioni accettabile per l’intervento che voi avete subito, in base ai dati della letteratura medica internazionale, sta per essere superata. Dal momento che il computer saprà della vostra incontinenza solo se l’urologo inserirà il dato da voi riferito, potete immaginare a cosa il poveretto stia pensando. Cercate di essere comprensivi con lui.
MEDICINA MODERNA
Il senno di poi è una scienza esatta e nessuno dubita delle diagnosi compiute dagli anatomopatologi in sede di autopsia. Le statistiche hanno contribuito molto a far conoscere l’andamento delle patologie nelle popolazioni, però chi ha il mal di pancia non pensa di rivolgersi all’epidemiologo, va dal suo medico di famiglia, che non sa più dove nascondersi. Dato che il numero dei nostri neuroni è grosso modo uguale a quello degli individui di cent’anni fa, con la crescita esponenziale delle conoscenze è aumentata l’ignoranza degli internisti e di conseguenza la necessità di nuove branche specialistiche. Nonostante la collaborazione e la solidarietà tra colleghi, sono sempre più frequenti le occasioni di dissentire, smentire e rettificare, grazie a un aggiornamento professionale quotidiano, possibile attraverso Internet. Navigano in Internet anche i pazienti, diventando ipocondriaci. Vogliono a tutti i costi (che son costi anche in termini economici) fare la risonanza magnetica, la TAC, la PET, mentre non si ha il coraggio di negare loro una verifica mensile dei livelli del colesterolo. A causa di tutte queste nuove tecnologie più nessuno fa l’esame di coscienza o si preoccupa della salvezza della propria anima.
MEDICINA BASATA SULL’EVIDENZA
L’evidenza è una ben strana cosa. La ricerca medica basa molto delle sue acquisizioni su ricerche che, per escludere fattori legati alle aspettative e alle convinzioni personali (sarebbe a dire il fattore umano), procedono tenendo all’oscuro di quello che stanno facendo sia lo sperimentatore che il malato (le cavie da laboratorio e i topolini sono gli oggetti ideali degli studi: vengono manipolati e non è nemmeno necessario ottenere da loro il consenso informato). Il medico non sa a chi sta somministrando il farmaco e a chi sta dando il placebo e il paziente non sa in quale gruppo è stato inserito. Tutto si scopre a posteriori. La procedura è chiamata “sperimentazione in doppio cieco” e per un gravissimo (ed evidente) errore logico da essa deriva la medicina basata sull’evidenza (EBM evidence-based medicine). Per millenni i pazienti sono stati curati e guariti grazie al carisma dei terapeuti, adesso arrivano medici ciechi che pensano di spianarci la strada togliendoci ogni dubbio. Ma teniamoceli i nostri dubbi: ci hanno dato da pensare, ci hanno insegnato la prudenza e la modestia, ci hanno fatto crescere accettando il rischio di sbagliare. La EBM viene da otre Oceano e prima che si imponga come verità assoluta sarebbe bene ricordare che tra il dire (loro) e il fare (nostro) c’è di mezzo il mare.
LINEE GUIDA
Le Linee Guida in medicina sono chiare e sintetiche. Semplificano a tal punto il caso clinico che nessuno può trovare giustificazione se non le applica correttamente. Non esauriscono le possibilità del reale, ma proteggono il curante come uno scudo, nessuno penetrerà le sue difese in tribunale: ha applicato, ha obbedito, non ha dubitato, il giudice non avrebbe nemmeno bisogno di avvalersi dei periti, tanto le Linee Guida, semplificando i termini del problema, sono illuminanti.
Il bello delle Linee guida e che uniformano la condotta dei medici: un ragazzo di venticinque anni appena laureato si comporta come un primario che abbia quasi quarant’anni di esperienza, anche un paziente di buona cultura potrebbe curarsi da sé. Il brutto delle Linee Guida è che un primario che ha quarant’anni di esperienza rischia di comportarsi come uno studente del quarto anno di medicina.
PREVENZIONE E CRONICITÀ
Prevenzione è la parola d’ordine del Sistema Sanitario Nazionale (e Internazionale), ma chi ha veramente l’interesse a medicalizzare tutto e tutti, sempre e comunque, sono le Case Farmaceutiche, che svolgono la gran parte delle ricerche cliniche. La parola “medicina” indica tanto una disciplina, una branca del sapere scientifico, quanto una sostanza curativa: i medici s’incaricano di gestire la prima, le Case Farmaceutiche producono la seconda. Ci sono malati che, animati da una profonda fiducia, ripongono grandi speranze nelle nuove scoperte e malati che stramaledicono quanti li tengono in vita e lo fanno, chi per compiere la propria missione, chi per garantirsi un grandissimo affare. Entrambi i gruppi di pazienti hanno la loro parte di ragione: il progresso fa tanto miracoli, quanto disastri (le Case Farmaceutiche ci guadagnano, tanto in un caso, quanto nell’altro). Mettiamo che voi siate affetti da una malattia grave: senza cure la prognosi è di un mese. La cura, molto costosa, a volte vi guarisce, ma a volte vi consegna a una vita durissima, costellata da mille complicazioni, nel qual caso siete nella situazione di chi, precipitando da un grattacielo di dieci piani, invece di schiantarsi subito al suolo è rallentato nella sua caduta dalle ringhiere di otto balconi. Molti malati cronici stanno malissimo e costano moltissimo, per tanti e tanti anni.
La prevenzione non pone dilemmi così drammatici, ma mette la medicina (in entrambe le accezioni del termine) al centro dell’universo. È un universo in continua espansione: se avete il colesterolo alto, forse un giorno vi ammalerete (forse no). Se assumete un farmaco, il colesterolo si ridurrà e si ridurrà anche la vostra probabilità di ammalarvi (forse avrete il tempo di ammalarvi di qualcos’altro che non sia l’infarto). Se assumete il farmaco, forse avrete effetti collaterali, molti dei quali non verranno mai messi in relazione col farmaco stesso. Non accontentatevi che il vostro colesterolo sia nei valori medi della popolazione, più basso è, meglio è (anche per le Case Farmaceutiche). Fate attività fisica, non fumate, bevete con moderazione, mangiate poco e bene, guidate con prudenza, praticate il sesso sicuro e soprattutto lavorate. Lavorare fa bene e garantisce in età avanzata la pensione.
MEDICINA E CURE MEDICHE
Federico II di Svevia incaricò un certo numero di nutrici di allevare i lattanti a loro affidati senza mai pronunciare una parola, era curioso di sapere in quale lingua i bambini avrebbero parlato spontaneamente. Morirono tutti. È probabile che il re non fosse proprio l’Anticristo, come ritennero molti dei suoi contemporanei, di certo a quei tempi non esisteva un codice etico al quale egli potesse attenersi nel soddisfare le proprie curiosità, dal momento che non esisteva ancora una scienza sperimentale che, oltre rigettare le preposizione sostenute per fede o per comune buon senso, fosse in grado di porsi dei limiti.
Oggi nessuno può dirci quanti pazienti muoiono perché i medici non parlano più con loro. Uomini che comunicano attraverso i computer e che sono arrivati al punto di parlare con i computer (dotati d’intelligenza artificiale) si affidano e affidano i loro pazienti a una miriade di procedure complesse di alta precisione, ma hanno perso fiducia nelle proprie attitudini terapeutiche.
Spesso informare i pazienti è un po’ come infilarsi in un ginepraio: tutto è troppo complicato per venir tradotto in parole comprensibili. Per rendere più calorosa la relazione potremmo rifarci all’esperienza delle nostre nutrici che mai si sono pensate di chiederci il consenso informato prima di porgerci il seno, ci hanno accudito con semplicità facendoci dono delle loro parole e dei loro sorrisi.
SPESA SANITARIA
Al Dio della Genesi cantata da Guccini vengono portate le bollette della luce consumata ai Poli e lui rimedia allo spreco dei mesi estivi ordinando di lasciare la luce spenta per i successivi sei mesi. Allo Stato vengono fatte pervenire le spese sanitarie dei cittadini che purtroppo consumano un gran numero di farmaci tutto l’anno, soprattutto d’inverno. La medicina è alla ricerca dell’immortalità, quindi il costo della sanità tende all’infinito e a poco servono decreti, leggi e leggine che cercano si evitare per lo meno l’uso improprio di armi diagnostiche e terapeutiche. Gli esami clinici inutili si rivelano tali solo a posteriori e la scoperta di nuove malattie rare avviene allo stesso ritmo col quale gli astronomi migliorano la nostra conoscenza dell’universo. Limitare le cure è difficile, escludere qualche candidato è poco democratico, quindi è matematico che lo Stato rischi il default per curare patologie come l’epatite C. La lotta alle malattie è una vera guerra mondiale, sia per l’estensione del conflitto, sia per il costo esorbitante sostenuto dalle nazioni. Alla fine i morti si contano a milioni, ma a rendere insanabile la situazione è il numero dei medici e dei pazienti che non si arrendono, impegnandosi nella battaglia sino allo stremo delle proprie forze.
ACCANIMENTO TERAPEUTICO ED EUTANASIA
L’accanimento è l’ira accanita dei cani, ha un sapore di violenza e di mancanza di umanità. Sull’altro versante di un crinale rapidissimo c’è l’eutanasia, termine più gentile, o per lo meno sarebbe tale se “buona morte” non avesse tutta l’aria di essere un ossimoro. È difficile volare alto, sorvolando questo scoglio al quale si sta aggrappati e scomodi. Il tentativo di medicalizzare la fede e la volontà di subordinare la medicina alla teologia portano a riflessioni paradossali. Cosa sanno i medici della Morte? Alcuni trapiantati sentono dentro di sé una nuova presenza, l’ombra di una coscienza estranea: è solo suggestione? A volte i dementi ci sorprendono con frasi di una finezza e tempismo sconcertanti: è solo il risultato dell’aggregarsi a caso di parole custodite in neuroni malati?
Se, appellandosi alle ragioni della fede, è ritenuto necessario nutrire moribondi che non sono in grado di dare il consenso o esprimere un rifiuto, perché santi e sante si sono ostinati nel digiuno sino a morire di fame?
L’errore più grave è banalizzare, affidarsi a tesi semplici; i percorsi di medici e religiosi hanno portato lontano e angosce e digiuni hanno dato i loro frutti: i chirurghi, avendo riconosciuto i rischi connessi all’impurità, si purificano a lungo prima degli interventi chirurgici e Santa Caterina da Siena digiunando ha ottenuto che il Papa tornasse a Roma da Avignone.
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