Oltre 700 corpi recuperati a Gaza, la maggior parte resta non identificata

PressTV. La Protezione Civile di Gaza ha annunciato che sono stati recuperati più di 700 corpi da diversi luoghi nella Striscia di Gaza, la maggior parte resta non identificata a causa della gravità delle ferite.

Mahmoud Basal, portavoce della Protezione Civile, in una dichiarazione alla stampa ha sottolineato le gravi sfide affrontate dalle squadre di recupero, tra cui la mancanza di laboratori disponibili e di attrezzature essenziali e necessarie per il recupero e l’identificazione dei cadaveri.

Basal ha evidenziato la terribile situazione sul campo, visto che oltre 10.000 corpi rimangono intrappolati sotto le macerie, con gli sforzi per recuperli bloccati finché non saranno fornite le attrezzature necessarie.

“Questo problema rimarrà irrisolto finché non avremo accesso alle risorse richieste”, ha affermato, sottolineando la pressante necessità di una risoluzione internazionale per alleviare le sofferenze del popolo palestinese.

La Protezione Civile ha dovuto seppellire corpi non identificati in cimiteri designati, classificandoli come “sconosciuti”.

Basal ha lamentato che “la maggior parte di questi resti consiste in parti del corpo smembrate o semplici ossa”, evidenziando la straziante realtà affrontata dalle famiglie che cercano i propri cari.

Israele dimostra un “disprezzo senza precedenti” per i diritti umani a Gaza: ONU.

Il capo dei diritti umani dell’ONU afferma che il regime israeliano ha dimostrato un “disprezzo senza precedenti per i diritti umani” nel suo attacco militare alla Striscia di Gaza, definendo la situazione umanitaria una “catastrofe”.

“14.000 dispersi a Gaza”.

Intanto, il Centro per gli Studi Politici e di Sviluppo ha rivelato martedì che oltre 14.000 persone sono attualmente disperse a Gaza, con stime che suggeriscono che da 2.000 a 3.000 di loro siano stati incarcerati dalle forze israeliane, secondo il Palestinian Information Centre.

La posizione di questi detenuti all’interno del sistema carcerario israeliano rimane in gran parte sconosciuta, aggiungendosi all’angoscia delle loro famiglie.

Il Centro ha indicato che si ritiene che molti dei dispersi siano intrappolati sotto le macerie o in aree inaccessibili a causa delle restrizioni militari imposte dalle forze israeliane. Queste restrizioni ostacolano un’accurata  documentazione dei dispersi e impediscono alle squadre di soccorso di raggiungere le vittime, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria in corso.

In risposta all’escalation della situazione, il Centro ha chiesto una pressione internazionale su Israele perché permetta alle squadre umanitarie di accedere alle zone colpite. Ha inoltre sollecitato la fornitura di attrezzature forensi e di test del DNA per aiutare ad identificare le vittime.

Il Centro ha sottolineato la necessità di un meccanismo di coordinamento internazionale tra le organizzazioni per i diritti umani per documentare le violazioni e ritenere i responsabili colpevoli.

Inoltre, ha evidenziato la necessità di fornire supporto psicologico e sociale alle famiglie dei dispersi, poiché molti continuano a lottare con l’incertezza che circonda il destino dei loro cari.

Secondo i dati satellitari dell’ONU (UNOSAT), due terzi delle strutture prebelliche di Gaza, cioè oltre 170.000 edifici, sono stati danneggiati o rasi al suolo dalle forze militari israeliane durante la guerra genocida del regime, durata 15 mesi nel territorio assediato, che ha ucciso più di 48.000 Palestinesi, per lo più donne e bambini.

(Foto di copertina: i corpi di 47 Palestinesi, uccisi negli intensi attacchi di Israele su Gaza, sono stati portati dal valico di confine di Kerem Abu Salim a Rafah, Gaza, il 7 marzo 2024 e sepolti in una fossa comune. Di Anadolu Agency).

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli

1/372025 https://www.infopal.it/

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