Ora in Siria i ‘terroristi’ sono nostri alleati: una ripulitura tipica dei media occidentali

di Paolo Ferrero

Il vincitore militare della guerra lampo in Siria è Abu Mohamed al Golani, il capo di Hayat Tahir al Sham. Golani è nato in Arabia Saudita nel 1982, del 2003 ha aderito ad “al Qaeda Iraq” ed è stato messo in galera dagli statunitensi ad Abu Graib e Al Buqqa, dove soggiornava anche il leader dell’Isis Al Bagdadi. In seguito Golani aderì all’Isis da cui si staccò nel 2011 per fondare Al Nusra, ricucendo i legami con Al Qaeda. Per questi motivi gli Usa lo avevano inserito nella lista dei terroristi e posto una taglia di 10 milioni di dollari sulla sua testa. Anche Al Nusra è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche, come alias di Al Qaeda così come l’organizzazione Hayat Tahit al Sham che ha guidato la “ribellione” nostrana in Siria.

Questo signore oggi viene presentato non come un terrorista tagliagole – come venivano definiti fino a un mesetto fa – ma come un giovane ed entusiasta ribelle che ha liberato la Siria dal giogo del tiranno Il fatto che questo signore sia un dirigente delle organizzazioni che hanno organizzato l’attentato alle torri gemelle e contro cui gli Usa hanno scatenato la guerra dei mondi e invaso per trent’anni l’Afghanistan, viene tutto miracolosamente dimenticato in nome della vittoria contro l’odiato nemico Bashar al Assad.

In pratica, adesso i terroristi di Al Quaeda, nella misura in cui sono stati utili a distruggere il regime siriano – e probabilmente a smembrare lo stesso stato siriano che in quanto tale non esisterà più – sono diventati i nostri alleati: combattenti per la libertà, non più nemici pubblici numero uno da rinchiudere a Guantanamo e torturare.

Del resto, in Occidente non fa problema nemmeno che l’esercito israeliano, dopo aver sponsorizzato e favorito in tutti i modi la vittoria dei terroristi islamici in Siria, abbia immediatamente occupato le alture del Golan siriano e stia adesso occupando una fascia di territorio siriano al confine con il Libano. A che titolo Israele – dopo aver rubato le terre al popolo palestinese – adesso rubi le terre al popolo siriano, non è dato sapere ma certo non preoccupa alcuno dei governanti occidentali. Questo sdoganamento dei terroristi islamici così come l’accettazione di buon grado dell’occupazione israeliana di una parte della Siria hanno una unica motivazione: stanno lavorando per noi.

Si badi che questa “ripulitura” che trasforma i terroristi in combattenti per la libertà, come è già avvenuto nei mesi scorsi per i nazisti ucraini, non avviene solo su qualche giornale ma è la velina che viene usata da tutti i media mainstream occidentali, che appoggino la destra o il centro sinistra. Questa situazione di guerra ci ha quindi portato ad un salto di qualità con gravi conseguenze.

La prima è che così come i giornali ed i telegiornali mentono sui terroristi islamici è evidente che mentono su tutte le cose importanti. La deontologia professionale dei giornalisti si ferma dinnanzi alle cose rilevanti: possono dire la verità sulle dinamica di un incidente stradale ma non su cosa sta accadendo nel mondo e sulla guerra in cui hanno deciso di portarci le nostre classi dominanti.

La seconda è che se lo spazio pubblico è colonizzato dal monopolio della diffusione di menzogne da parte dei padroni del vapore, questo mette in discussione la nozione stessa di democrazia. La presenza di un apparato di manipolazione di massa che tendenzialmente permea il complesso dei media mainstream – decidendo cosa è vero e cosa è falso sulla base degli interessi delle classi dominanti – configura la situazione in cui viviamo come quella di un regime. Anche questo è un salto di qualità.

La terza è che, nella misura in cui l’apparato mediatico – di destra e di centro sinistra – è protagonista della stessa opera di manipolazione dell’opinione pubblica, e nella misura in cui i governi espressione di questi due schieramenti si comportano in modi simili, significa che questi due schieramenti rispondono agli stessi poteri. Le differenze esistono ma non sulle cose importanti: la verità e le menzogne, la pace e la guerra, il liberismo o le politiche pubbliche. L’espressione “le due facce della stessa medaglia” non ha più il sapere dell’invettiva ma acquista un significato scientifico di cui occorre prendere atto.

La fine della Seconda guerra mondiale coincide per noi in Italia con la “liberazione”. Oggi abbiamo bisogno di una nuova lotta di liberazione. Purtroppo la dobbiamo fare non solo contro le destre ma anche contro coloro che – pur presentandosi come democratici – sono arruolati e protagonisti di questa guerra che sdogana i nazisti in Ucraina come il terrorismo islamico in Siria: la fedeltà ai nostri ideali di giustizia e libertà ce lo chiede.

11/12/2024 Ora in Siria i ‘terroristi’ sono nostri alleati: una ripulitura tipica dei media occidentali – Il Fatto Quotidiano

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