I CAMPI DI STERMINIO DI GAZA
Per tutto il tempo, e con sua eterna vergogna, l’Occidente insieme ai governi arabi della regione sono rimasti a guardare e non hanno offerto nulla in termini di intervento serio e significativo.
Di John Wight – 14 febbraio 2024
Nessuna storia universale porta dalla barbarie all’umanitarismo, ma ce n’è una che porta dalla fionda alla bomba atomica. – Theodor Adorno
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato instancabilmente di agire in nome delle vittime ebree dell’Olocausto nazista con la campagna militare israeliana a Gaza.
In verità, le azioni del suo Regime e dei suoi militari in questi ultimi mesi li hanno posti molto più vicini ai carcerieri che ai detenuti dei campi di sterminio di Hitler durante questo periodo oscuro della storia umana.
In altre parole, e per dirla più semplicemente, quando la risposta al Genocidio è ancora più Genocidio, si diventa esattamente ciò contro cui si afferma di essere contro. Questo è esattamente il punto in cui ci troviamo ora, dopo quattro mesi di Campagna Militare Omicida e del tutto indiscriminata dell’IDF contro la popolazione di Gaza.
Per tutto il tempo, e con sua eterna vergogna, l’Occidente insieme ai governi arabi della regione sono rimasti a guardare e non hanno offerto nulla in termini di intervento serio e significativo. Suppliche e tiepidi appelli a pause umanitarie, tregue temporanee, cessate il fuoco, fornitura di aiuti umanitari; tutti sono caduti ed evaporati come fiocchi di neve al sole, tanta è stata la loro impotenza.
Il risultato è che finora 13.000 bambini palestinesi sono stati lasciati a morire sotto i missili e le bombe di una macchina militare del 21° secolo nelle mani di un governo composto da uomini con mentalità da 14° secolo.
Netanyahu e i suoi sostenitori non saranno felici finché la storia, la cultura e l’intera esistenza dei palestinesi non sarà consegnata agli annali. Ciò è evidente ed implicito nel folle massacro che hanno compiuto e in cui sono attualmente impegnati.
Hanno sicuramente una concezione distorta del mondo, come modellato sulla base della forza e la gerarchia razziale, che ha prodotto i mostri del corso della storia umana. E sotto questo aspetto Benjamin Netanyahu è solo l’ultimo di una lunga serie.
Anche in questo senso ha inflitto un danno morale a ognuno di noi che sia ancora in possesso di un cuore pulsante e di una coscienza, per non parlare della consapevolezza.
A Washington attualmente non risiede un leader del mondo libero, ma un uomo impegnato in un tentativo di pararsi il culo. La decrepitezza cognitiva di Biden è pari solo alla sua condotta immorale; la sua mancanza di scrupoli corrisponde solo al suo eccesso di ipocrisia.
Fornendo a Netanyahu un assegno in bianco a Gaza in termini di aiuti militari, e allo stesso tempo esortando alla moderazione, la sua è un’amministrazione con un oceano di sangue sulle mani e un deserto di credibilità. “L’inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui”, ha avvertito Shakespeare con parole che sono assolutamente applicabili ancora oggi.
Ciò che il Massacro Genocida di Israele ha fatto, oltre alla distruzione di Gaza e della sua popolazione, è stato sollevare il paravento dei diritti umani, della democrazia e del Diritto Internazionale per rivelare le bestie selvagge dell’egemonia, del militarismo e della supremazia bianca che in verità sono alla base dell’impegno dell’Occidente con il resto del mondo, in particolare il Sud del Mondo.
“L’ultimo cristiano è morto sulla croce”, affermò Nietzsche, e chi potrebbe mai sostenere che il misantropo più importante della filosofia mondiale avesse torto in tale affermazione?
Joe Biden potrebbe letteralmente prendere il telefono e porre fine a tutto questo adesso. Con la necessaria volontà politica e un minimo di comune decenza, potrebbe fermare i trasferimenti di armi a Israele e ordinare un cessate il fuoco immediato.
Il fatto che invece stia permettendo a questa follia di continuare è una triste eredità che definirà per sempre sia lui come uomo che il suo mandato come Presidente degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda il Regno Unito, il Presidente in carica non eletto al numero 10, Rishi Sunak, è ciò che accade quando a un sistema politico viene consentito di diventare la filiale interamente controllata del settore bancario e finanziario di un Paese. Mediocre è il meglio che si possa dire di un uomo piccolo con idee ancora più piccole.
Foto: Proiezione luminosa dell’immagine di Joe Biden con il titolo: Genocide Joe, Washington, DC, Dec. 31, 2023. (Diane Krauthamer, Flickr, CC BY-NC-SA 2.0)
Il suo avversario Sir Keir Starmer, nel frattempo, sembra intenzionato ad arrivare a Downing Street dopo le elezioni generali di quest’anno su un’ondata di letargia piuttosto che di euforia.
Lo “Spauracchio Rosso” è stato sostituito dallo “Spauracchio Antisemita”, con lui dalla pettinatura laccata che abbraccia con entusiasmo il ruolo di Matthew Hopkins dei nostri giorni, il famigerato Generale inglese dei Cacciatori di Streghe del 17º secolo.
Con la sua continua epurazione del Partito Laburista da ogni residua voce dissenziente quando si tratta del fatto che il Regno Unito punta a Israele, il periodo trascorso da Starmer come leader dell’opposizione ha fatto emergere la profonda verità che la tirannia non è tanto il prodotto di sistemi politici totalitari quanto piuttosto il prodotto delle idee totalitarie che sostengono l’ortodossia politica in ogni dato spazio e tempo.
E ogni volta che queste idee vengono messe in discussione, la democrazia viene smascherata come un mantello dietro il quale risiede la menzogna, alla ricerca spietata del malcontento da cavalcare e della miscredenza da punire.
In Sunak e Starmer, Netanyahu ha egli stesso dei capri espiatori sui quali non potrebbe fare più affidamento. Ecco perché quando agli elettori di tutto il Regno Unito verrà chiesto di fare un confronto il giorno delle elezioni di fine anno, almeno sulla questione della politica estera, farebbero bene a riflettere sulle parole di Gore Vidal, uno dei più grandi geni della storia della letteratura americana, quando gli è stato chiesto di confrontare i relativi meriti di John Major e Tony Blair.
Vidal disse: “A Lilliput non si porta il metro*”.
[* Lilliput è un paese immaginario della prima parte del libro I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, la cui principale peculiarità è di essere abitato da persone e animali molto piccoli.]
John Wight, autore di Gaza Piange (Gaza Weeps), 2021, scrive di politica, cultura, sport e quant’altro.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
17/2/2024 https://www.invictapalestina.org/
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