Per non dimenticare Ousmane Sylla, morto di CPR un anno fa
PH: Stop CPR Roma
La conferenza stampa dei familiari
«Non sono posti in cui si può vivere. Io ci sono stato, ho visto l’isolamento cui è stato sottoposto mio fratello. Noi ora dobbiamo lottare, continuare a farlo per chi ancora è lì dentro».
Si apre con queste parole la conferenza stampa organizzata dalla rete romana Stop CPR al Polo civico Esquilino e a pronunciarle è Thierno Balde, il fratello di Moussa Balde morto nel CPR di Torino nel 2021, dopo aver invitato tuttə a un minuto di silenzio per ricordare le vittime della detenzione amministrativa.
Il 4 febbraio 2024 si toglieva la vita nel Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria, a Roma, Ousmane Sylla, un ragazzo di 22 anni originario della Guinea.
Approfondimenti/CPR, Hotspot, CPA
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A un anno dalla sua morte, con i famigliari di Balde e Sylla, la rete Stop CPR Roma ha voluto con questo incontro ricordare Ousmane e richiamare le coscienze verso tutte le persone attualmente recluse in questi centri detentivi.
«La nostra mamma, è una mamma anziana. Io sono la dodicesima figlia e lei ha dato a Ousmane il nome di suo papà. Questa è la misura di quanto lei stessa le volesse bene e questo amore lui glielo restituiva sempre: stava sempre con lei e abbracciava chiunque gli si avvicinasse. Era un ragazzo sensibile e odiava le ingiustizie e gli abusi. Per la sua energia proprio non riesco a capire come mai sia finita».
Il racconto della sorella di Ousmane, Mariama Sylla, così prosegue:
«Quando Ousmane è partito, nostra mamma era molto preoccupata. Ha attraversato l’Algeria e la Tunisia e finalmente è arrivato qui (in Italia). Ci ha telefonato e ha detto a nostra madre ora non ti devi più preoccupare, sono qui» a intendere che il peggio fosse passato, spiega Mariama.
Il sogno di Ousmane era quello di diventare un cantante, di raggiungere suo fratello in Francia e vivere con lui.
Desiderio disatteso dalle politiche migratorie e di accoglienza italiane ed europee. Arrivato in Italia da minorenne, dopo un periodo trascorso in una comunità per minori a Ventimiglia e in una casa famiglia a Sant’Angelo in Theodice, vicino Cassino, Ousmane conclude gli ultimi mesi della sua vita in due Cpr, prima nel centro detentivo di Milo, a Trapani, ed in ultimo nel centro di Ponte Galeria, nella periferia di Roma, togliendosi la vita con un lenzuolo.
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«Ousmane è venuto qui per seguire un sogno, non perché soffrisse. È venuto qui per trovare se stesso e per realizzarsi e non capisco come sia arrivato minorenne in questo paese e vi sia morto» racconta Mariama.
L’attuale normativa italiana in materia di trattenimento di un cittadino straniero in un centro detentivo fissa a 18 mesi il termine massimo di permanenza nello stesso, funzionale al rimpatrio nel paese di origine. I rimpatri sono regolati dai cosiddetti “accordi di riammissione” siglati tra l’Italia e i paesi terzi e, pertanto, la mancanza di uno specifico accordo con il paese di origine di Ousmane, la Guinea, ha reso inapplicabile l’espulsione e il rimpatrio del ragazzo.
Cosa ci faceva, dunque, Ousmane nel Cpr di Roma e prima ancora in quello di Milo?
«Mi dicono che a Ponte Galeria lui si è suicidato. No, non si è suicidato. Ha visto che se non fosse stato per lui le persone lì dentro avrebbero continuato a soffrire in silenzio. E ha deciso di dare la sua vita per questa causa», conclude la sorella di Ousmane con gli occhi lucidi.
La detenzione amministrativa esiste nel nostro ordinamento dal 1998, sancita dalla Legge Turco-Napolitano che introduce per la prima volta nel territorio nazionale dei centri detentivi deputati all’espulsione dei migranti (ora CPR-Centri di permanenza per il rimpatrio). Negli anni questi centri sono stati oggetto di denunce per le condizioni di trattenimento inumano e degradante in cui vengono sottoposte le persone recluse all’interno.
E proprio per questo, per la chiusura di tutti i CPR e per mantenere viva la memoria di Ousmane, la Rete Stop CPR Roma ha organizzato un secondo incontro il 9 febbraio 2025 al CSOA ex Snia, in via Prenestina 173, dove verrà realizzato un murales in ricordo di Ousmane.
Benedetta Cerea
6/2/2025 https://www.meltingpot.org/
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