Per quali ragioni Putin ha consenso in Russia

Sono in tanti a chiedermi le ragioni per cui Putin in Russia abbia tanto consenso. Vivo in Russia dal lontano ’86 e questo per molti rende autorevole il mio giudizio. Le ragioni sono molteplici, alcune anche di carattere antropologico. La Russia non ha mai conosciuto, nei suoi mille anni di storia, quello che da noi in Occidente viene definita come ‘democrazia’.

Il russo è stato ‘servo della gleba’ con gli Zar, ferreo ‘compagno’ con i comunisti, responsabile ‘patriota’ con Vladimir Putin. Abituato da sempre a delegare, il russo ha ceduto ben volentieri l’ingombrante peso della propria responsabilità personale ai piani superiori. Una parola che non ha mai smesso di essere di moda in Russia è ‘nacjalnik’ (capo). A tutti i livelli c’è sempre un ‘nacjalnik’ , che pensa per te, decide per te, ti lascia libero dalle preoccupazioni derivate da responsabilità personali. E il ‘nacjalnik’ ha a sua volta un proprio ‘nacjalnik’. E cosi fino ad arrivare a Putin che ha come suo ‘nacjalnik’ l’intera nazione.

Alla democrazia che ti impone responsabilità personali il russo preferisce un’autocrazia verticale che però ti lascia libero. Sì, perché il russo, al contrario di quanto pensi l’Occidente, si sente libero in ciò che per lui veramente conta. Putin gli assicura un lavoro ( il livello di disoccupazione in Russia è quasi inesistente), la salute (la sanità è garantita e gratuita ed è incomparabilmente più funzionale di quella italiana; si guardi l’esperienza COVID), il benessere quotidiano (il rapporto tra salario e costo dei beni principali di consumo consente al russo medio di soddisfare le proprie esigenze, storicamente modeste e non soggette alla patologica voracità del consumismo), la giustizia ( una causa anche di modestissime proporzioni non si protrae solitamente più di alcuni mesi, talora settimane), il diritto all’istruzione ( non interamente gratuita come ai tempi sovietici ma accessibile a chiunque abbia propensione e capacità).

Un’altra ragione , forse la più rilevante, per cui Putin ha tanto consenso ha radici di carattere storico. I russi, dopo decenni di rassicurante ( sebbene negli ultimi tempi problematica) vita sovietica, hanno vissuto il peggiore periodo della loro storia secolare : la catastrofe Elzin. Da un regime di ordinata, sebbene inefficiente, sussunzione di responsabilità (la gerarchia dei ‘nacjalnik’ ) all’anarchia più assoluta. Un decennio in cui il popolo russo si trovò allo sbando e privo di quelle attitudini all’assunzione di proprie responsabilità che avrebbero potuto arginarne le nefaste conseguenze. Dove nessuno più decide prevale la legge del più forte. Banditi ad ogni livello. Governatori , eletti o meglio imposti a mano armata, si accaparrarono per sé e per i propri ‘bravi’ le ricchezze, prima comuni, lasciando alla fame la popolazione. E mentre Elzin beveva, colonnelli e generali dell’esercito vendevano al mercato le proprie medaglie per procurarsi il pane. Infine, per una sorta di provvidenza, arrivò Putin. Uomo allora assolutamente sconosciuto, ma intelligente e coraggioso (in quegli anni eliminare un Presidente scomodo non comportava grosse difficoltà).

Passo dopo passo, con decisioni silenziose ma ben mirate, Putin ristabilì l’ordine, ricacciò nelle patrie galere la feccia criminale che si si era appropriata del potere e riportò l’economia sotto il controllo dello Stato. I russi, grazie a Putin, si riappropriarono di quella dignità che le era stata calpestata da soprusi di ogni genere e, nella predisposizione secolare alla gratitudine, gli furono e rimangono tuttora riconoscenti. La recente rivolta di Prigozhin ne è una prova. Sebbene il popolo russo avesse grande simpatia per Prigozhin, non lo seguì nel suo gesto estremo che avrebbe minato l’autorevolezza di Putin. Cadano pure le teste di ministri inefficienti e corrotti, ma Putin non si tocca!

Tanti in Occidente pensano che il potere di Putin sia mantenuto dalla paura e che ogni critica al ‘capo supremo’ sia impensabile. Di fatto il consenso a Putin non è assicurato da leggi liberticide, ma da sentita riconoscenza di un popolo che vede il lui un baluardo contro l’arroganza del mondo ‘civile’, che gli vorrebbe imporre valori ad esso storicamente estranei. Putin per il russo medio non è un uomo in carne ed ossa, ma una bandiera che rappresenta i colori dei valori tradizionali di un intero popolo e che sventola orgogliosa contro il vento di un mondo ad esso ostile .E’ un punto di vista che va compreso nelle sue profonde radici.

Queste alcune delle ragioni del consenso a Putin. Chiaramente non esaustive e limitate dal ristretto spazio di un breve articolo. L’Occidente fa fatica a capirle perché troppo sottoposto alla dipendenza di un sistema di informazione asservito ad interessi politici estranei ad una reale volontà di conoscenza. Come sempre sarà il tempo a fare chiarezza. Per ora gli amici della verità si accontentino di queste scarne note chiarificatrici.

Bruno Giancotti

2/8/2023 https://transform-italia.it/

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