Persecuzioni contro gli attivisti umanitari e sostegno ai carnefici: il paradosso anti-etico dei media egemonici

Genova-InfoPal. Gli Stati Uniti hanno sanzionato l’architetto Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia (API) e dell’Associazione di solidarietà con il popolo palestinese (ABSPP odv), accusandolo di affiliazione a Hamas. Gli USA recepiscono le richieste di Israele e della Israeli Lobby, il potere reale dietro a tutto l’establishment statunitense, “profondo” e ufficiale. Dunque, chi si adopera per sostenere i legittimi diritti del popolo oppresso palestinese, vittima di un feroce colonialismo israeliano, si trasforma in “nemico”, in “terrorista” o in “fiancheggiatore” di terroristi. Tutto il mainstream italiano, palesemente etero-diretto, riprende, senza verificarle, le veline israeliane e statunitensi, e rispolvera vecchie accuse già più volte smentite sia in sede giudiziaria sia durante conferenze stampa. Le regole della deontologia professione, che prevedono la verifica dei fatti, la veridicità e l’uso di un linguaggio etico, vengono bellamente violate, senza che gli autori di tali articoli violatori di ogni etica della comunicazione giornalistiche vengano sanzionati.

Sono anni, infatti, che Hannoun denuncia i giornalisti, meglio dire, “spie” o “agenti” di intelligence straniere nelle redazioni, per usare un riferimento all’interessantissimo libro di Udo Ulfkotte, “Giornalisti comprati”.

Ora l’attacco mediatico si è allargato a un gruppetto di persone e realtà, che secondo la “disinformatia” de Il Giornale, che basa l’articolo su un’agenzia di intelligence israeliana, sotto le spoglie di un think tank, sarebbero “affiliati” a Hamas. Al Giornale, ovviamente, spetterà l’onere di provare tale affiliazione in sede legale.

Ma torniamo alle sanzioni USA verso Hannoun: “Questi americano sono impazziti – sbotta il presidente dell’API -, si vantano di essere i padroni del mondo. Sono peggiori dei sionisti, se si può mai trovare qualcosa di peggio… Si piegano e si prostrano al servizio dei criminali israeliani e tutti coloro che denunciano il genocidio in corso a Gaza e la pulizia etnica nel resto della Palestina, vengono diffamati e calunniati. Schedare, inserire nelle black-list chi denuncia tali crimini è vigliacco e direi pure immorale, visto lo sterminio in corso a Gaza.

“Vivo regolarmente in Italia, dove ho studiato e dove ho fondato l’ABSPP al servizio dei palestinesi bisognosi. Tutte le mie attività sono regolari e nel rispetto della legge italiana. Martedì scorso 8 ottobre, Repubblica e altre testate hanno fatto accuse gravi, che dovranno provare. Un loro giornalista mi ha chiesto se considero Hamas un movimento terrorista, ma gli ho risposto che non posso considerare la legittima resistenza (di qualsiasi movimento o formazione sia) come terrorista. La resistenza dei popoli oppressi e occupati contro gli oppressori e occupanti è garantita dall’ONU e dal diritto internazionale. Posso invece accusare Israele di essere uno Stato che pratica il terrorismo, uno Stato terrorista. Si informi, il giornalista di Repubblica, e pure quelli di altri media, prima di fare disinformazione”.

“Durante gli anni di lavoro alla ABSPP – continua Hannoun – abbiamo sempre sostenuto progetti umanitari e mai di resistenza o politici. Abbiamo sempre diffuso tutto sui social, in maniera diretta e chiara.

“Tutto ciò che facciamo nei campi profughi è trasparente e documentato: in diverse missioni ci hanno accompagnato politici, parlamentari, giornalisti e giuristi che hanno assistito alla distribuzione degli aiuti. Abbiamo fatto progetti con l’UNRWA in Siria e Libano e cerchiamo sempre di portare avanti collaborazioni con associazioni e organizzazioni di carattere umanitario. Siamo dunque fiduciosi nella magistratura italiana, che osserva tutte le nostre iniziative e campagne. Noi andiamo avanti a sostenere tutti i progetti umanitari della popolazione palestinese vittima del genocidio israeliano”.

“Con questi attacchi – conclude Hannoun – loro pensano di spaventarmi e di dissuadermi dal continuare a lavorare per la causa palestinese, per gli oppressi, dal far conoscere le sofferenze del popolo, ma non sarà mai. Continuo il mio impegno, perché è un lavoro umanitario nobile, onora me, la mia associazione e l’Italia stessa, e all’umanità intera. Nel momento in cui tutti hanno tradito la loro umanità, che ci siano realtà e persone impegnate a sostenere gli oppressi, le vittime, i bisognosi, è un fatto di grande nobiltà. Invece, non dire al criminale genocida di smettere di massacrare bambini, donne, anziani è una vergogna. Io continuerò la mia missione, respingendo le vergognose accuse, e continuerò a stare dalla parte del popolo palestinese oppresso”.

Per info sui progetti: qui

17/10/2024 https://www.infopal.it/

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