Piemonte. Sanità Riboldi batte cassa al governo amico, ma il tempo delle illusioni è finito

“Una recente serie di rilevazioni, peraltro già percepite nella condizione materiale delle persone, –
ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE – ha messo in luce il tragico
stato della sanità piemontese. La fondazione Gimbe ci comunica, tra varie altre criticità, che una
famiglia piemontese su dieci rinuncia alle cure per impossibilità a pagarle di tasca propria. Nella
settimana della salute mentale varie associazioni stanno lamentando la deriva di un settore
considerato come una delle ultime ruote del carro, senza risorse, personale e con strutture come i
Centri di Salute Mentale ridotti al lumicino. In ultimo, ma gli esempi potrebbero continuare a
lungo, migliaia di famiglie di non autosufficienti spendono somme mensili da capogiro per le rette,
perché la Regione continua a non corrispondere, come la legge prevede, la propria quota
sanitaria”.

“Di fronte a questa situazione l’assessore regionale Riboldi ha sinora seguito un piano chiaro:
quello dell’ex sindaco che con atteggiamento ‘avvolgente’ si dispone a dare soluzione rapida a
ogni problema. E’ del tutto evidente che ora i margini per protrarre a lungo tale atteggiamento
sono sempre più stretti, soprattutto di fronte a una mancanza di risorse imponente e a una visione
strategica tutta da verificare”.

“Riboldi sta cercando di uscire dall’angolo battendo cassa, con altri colleghi, presso il governo
amico. Il punto però è che la disperata situazione della salute in Piemonte non potrà ripartire
facendo conto su quest’ultimo. Le richieste degli assessori regionali ammontano a una cifra di circa
10 miliardi, mentre già ora dal ministero della Salute non sanno come metterne insieme 2. D’altro
canto l’indirizzo governativo è chiaro: adesione totale alla linea di austerità europea, dopo aver
blaterato di autonomia sovranista per anni. Va detto che su questa linea sta pure il centro sinistra
che, a partire dal PD, la ritiene immodificabile. Sul terreno fiscale, poi, questo Governo riafferma
con forza la sua idiosincrasia per la progressività, rinunciando apertamente a prendere i soldi
laddove ci sono; chi più ha più paga è indicibile. In ultimo va ricordato, a proposito dell’utilizzo di
risorse ingenti in modo inaccettabile, l’aumento per la spesa militare che quest’anno supererà i 29
miliardi di euro, con una crescita del 5,1% rispetto al 2023”.

“Resta dunque il fatto – ha concluso Deambrogio – che Riboldi vada d’ora in poi sfidato in campo
aperto, andando oltre promesse e monitoraggi. La questione centrale è e rimane la costruzione e
la confluenza di un movimento di lotta per la salute pubblica, che sappia tra l’altro incrociare
positivamente la battaglia referendaria contro ogni Autonomia Differenziata”.

10 ottobre 2024

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