Plagio e psiche: l’autore non autore
Quando si parla di plagio, non parliamo di contaminazione, ma di una vera e propria metastasi letteraria. Come sinonimo di plagio troviamo copia, imitazione, riproduzione. Non è coretto, non proprio corretto, perché sotto il segno del plagio esiste un vero e proprio crimine intellettuale. Sia chiaro, sotto il segno di plagio non va inteso il quadro di un pittore che ammettere di aver preso spunto da Picasso, anzi riconoscere la paternità di un’idea sottolinea, amplifica e onora l’ autore.
Studi di psicologia sulla criptomnesia indicano che le persone che migliorano, peggiorano, o elaborano idee altrui, arrivano a convincersi di avere la paternità di quelle idee. È facile che questi signori la passino liscia, soprattutto in un’era tutto va consumato velocemente.
Il plagio viene considerato il più grave dei crimini intellettuali dalla maggior parte degli scrittori, degli insegnanti, dei giornalisti, dei docenti, e persino dal pubblico in generale. Quando si parla di questo argomento c’è bisogno di una riflessione distaccata. Sotto questa dicitura spesso si intendono varie forme di scorrettezza letteraria, ben più gravi perché più subdole, ma meno dimostrabili dal punto di vista giuridico.
La realtà è che il concetto di plagio resta troppo vago, c’è una zona grigia dove l’imitazione creativa, ad esempio, produce un valore che si sottrae all’attuale definizione. Le diverse sfumature del concetto non trovano riscontro nell’insieme di norme e sanzioni (formali e non), senza contare che è sempre più universalmente accettato il ‘crimine’, visto che uccide solo le idee. Scrivere un romanzo è faticoso, di certo non come lavorare in miniera, ma servono anni di studio, di pagine scritte e strappate, di capitoli esclusi e, dopo qualche mese, inclusi di nuovo, di correzioni, di ore e ore a rimuginare le parole. Strizzare l’anima e partorire dal proprio intestino non è più una peculiarità, il valore primario dello scrittore, infatti scrive anche il signor veltroni, come volo e tanti altri di cui è meglio non parlare.
Le case editrici non intervengono su questa metastasi letteraria, tanto più noto è il responsabile del plagio, tanto più i lettori comprano. Quindi possiamo asserire che il plagio rimane un crimine intellettuale impunito, non rimane che accettare il verdetto. Possiamo difenderci leggendo le trame e, se plagio essa pare, evitiamo d’acquistare.
Credetemi sulla parola!
e’ la paranoia, il nostro peggior nemico..uomini e donne bunkerizzati, ognuno da solo… ma e’ bello anche buttarsi nelle fauci degli altri… se ti esponi con un sorriso, il premio alla fine arrivera’..
Non vedo nulla di male nell’essere pessimista, perchè esserlo mi consente di avere una capacità critica e di analisi di cui vado fiera e che magari l’ottimista a tutti i costi,che è come un cavallo coi paraocchi,non possiede. Osservare i problemi e analizzarli serve ai fini della sopravvivenza dell’essere umano.
Antonio Recanatini
Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute
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