Pomigliano d’Arco: ghanese ammazzato di botte
Frederick Akwasi Adofo, cancellato dall’accoglienza, era finito a vivere in strada. Aveva subito altre aggressioni, la più grave a dicembre: gli autori furono subito rilasciati.
Frederick Akwasi Adofo aveva 43 anni, originario del Ghana, dormiva su una panchina vicino al supermercato di via Principe di Piemonte a Pomigliano d’Arco, centro industriale nell’hinterland partenopeo. Domenica notte due ragazzi si sono avventati su di lui riducendolo in fin di vita. Frederick si è trascinato per qualche metro fino ad accasciarsi all’interno di una cortile condominiale. Sono stati dei passanti a dare l’allarme: trasportato all’ospedale di Nola è deceduto per le gravissime ferite. A indagare sono i carabinieri che si sono mossi a partire da quanto ripreso dalle telecamere della zona.
A POMIGLIANO era arrivato nel 2012 come richiedente protezione internazionale, in una delle tante ondate migratorie: il suo gruppo era finito nell’ex hotel Valleverde, aveva preso la licenza media con il programma di inserimento poi però cancellato. Rimasto per strada, si arrangiava chiedendo l’elemosina, dando una mano con le buste della spesa. Nella zona lo conoscevano tutti, la sua panchina ieri è stata trasformata in un altare con fiori, ceri e biglietti d’addio. Nel pomeriggio un presidio organizzato dal gruppo comunale di minoranza Rinascita. Era benvoluto ma questo non l’ha protetto dalla violenza.
UNA RESIDENTE ha raccontato: «Sabato gli ho comprato il solito panino e la pepsi. A quei maledetti auguro una vita di sofferenze, anche se probabilmente i giudici faranno come la volta scorsa quando picchiarono Federick e lui ebbe i punti in testa, furono subito rilasciati. Sono dei minorenni delle palazzine 219». L’avevano preso di mira in un’escalation che è finita a dicembre con un’aggressione grave prima del pestaggio che ne ha causato la morte.
«SE DAVVERO sono coinvolti dei minori, è chiaro che c’è una voragine educativa da colmare: questa è una responsabilità che dobbiamo assumerci» il commento di Marco Iasevoli, consigliere comunale di minoranza. A Pomigliano si è votato lo scorso maggio, a 83 anni Lello Russo ha cominciato il suo settimo mandato sorretto da una coalizione di 11 sigle che ha inglobato tutto, il centrodestra e pezzi di Pd e 5S. «L’amministrazione si farà carico dei funerali – ha spiegato Russo -. Pomigliano è una città accogliente e generosa». Un tono rassicurante che cozza contro quello della minoranza che chiede un consiglio straordinario e alla Prefettura il Comitato per l’ordine e la sicurezza.
DA RINASCITA, Vito Fiacco attacca: «La situazione è insostenibile nonostante ci sia chi neghi la presenza di serie attività criminali». Avevano invitato al presidio anche Russo: «Mo’ ti spiego una cosa – la risposta -: io sono il sindaco e tu non sei nessuno, tu puoi partecipare io devo aspettare le indagini perché non posso sapere se era un criminale o magari uno che spacciava qualcosa pure a te». Al presidio gli attivisti di Pap, spiega Domenico Modola: «C’è gente che non considera i senza fissa dimora persone con una loro dignità. L’assenza delle istituzioni è grave, le segnalazioni erano state fatte. Chiediamo giustizia per Frederick». Alessio Malinconico di YaBasta: «Non ci sono centri a bassa soglia per chi è in condizioni di disagio. E le politiche di accoglienza non funzionano».
I RIPETUTI ATTACCHI farebbero pensare a una gang. Ma l’allarme è alto: la scorsa settimana un commerciante è stato ferito alla testa da due rapinatori a mano armata, che hanno anche esploso colpi in aria. Nelle stesse ore un tatuatore è stato gambizzato, erano le 14 ed era nei pressi di una scuola. Infine, la morte di Adofo: l’aggressione è avvenuta lungo una strada che porta alla 219, dove le indagini del 2021 hanno svelato la guerra tra i clan Ricciardi e Mascitelli per il controllo delle piazze di spaccio in uno dei maggiori centri della movida nolano vesuviana.
DURANTE LA CAMPAGNA elettorale il candidato sindaco dei Verdi è stato aggredito da persone a volto coperto finendo in ospedale. A gennaio 2022 tre auto dei vigili urbani vennero date alle fiamme davanti alla sede della Polizia locale. Lo scorso settembre il prefetto Palomba ha firmato 5 provvedimenti antimafia nei confronti di altrettante agenzie di pompe funebri. A maggio una potente bomba artigianale è esplosa sotto un’auto nel parco Partenope, rione 219.
EPPURE IL SINDACO Russo in campagna elettorale ha tuonato: «O la camorra a Pomigliano c’è e va combattuta, e non è così, o la camorra non c’è, come non c’è, e dobbiamo togliere la parola di mezzo». Rinascita denuncia il «trasformismo» di una parte del campo rosso giallo che ha fatto cadere l’amministrazione Del Mastro: «Il sindaco sfiduciato ha denunciato pubblicamente le ragioni delle dimissioni dei 13 consiglieri, tre del Pd: continue e pressanti richieste di rimozione dei responsabili della polizia locale, troppo rigorosi nell’attuazione dei principi di legalità».
Adriana Pollice
21/6/2023 https://www.osservatoriorepressione.info
Ripreso da ilmanifesto.it
Immagine. Pomigliano d’Arco, la panchina del clochard ucciso – Ansa
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