Presidenta! Una donna al Quirinale
Tra i nomi che circolano in questi giorni come probabile nuovo presidente della Repubblica italiana quelli delle donne sono pochi e pronunciati con meno convinzione. Man mano che il “toto-Quirinale” si stringe, le poche istantanee di donne delle photogallery proposte dai giornali sbiadiscono e spariscono. Eppure stavolta, alla tredicesima elezione, potrebbe davvero essere quella buona per avere la prima donna alla presidenza della Repubblica italiana. Il bisogno di cambiamento, la sanzione di un’avanzata femminile che nella società è già ben più forte che nella politica e nelle istituzioni, uno scatto in avanti per una politica in crisi… non dobbiamo qui elencare i tanti buoni motivi che ci fanno desiderare che stavolta sia eletta una donna. Tra questi, ci sono anche le reazioni di molti di fronte a questa possibilità. Non ci riferiamo solo alle espressioni di incredulità dei soliti dinosauri che hanno sorpreso perfino Giuliano Amato quando ha avanzato l’idea di una candidatura femminile (”Ho detto una donna, non un coleottero!”), ma anche a quei commentatori (e sono la maggior parte) per i quali una donna presidente sarebbe unicamente un simbolo di cambiamento e un segno di equità. Come se non esistessero donne capaci di ricoprire l’incarico altrettanto bene e forse meglio di molti più probabili candidati, per competenza, capacità e biografie. Quando Obama è stato eletto presidente degli Stati Uniti, molti si sono rallegrati perché era nero, altri si sono rallegrati nonostante fosse nero, ma nessuno (allora) metteva in dubbio che potesse essere un ottimo e convincente presidente.
A riprova di quanto detto, facciamo alcuni nomi. Li abbiamo scelti sia per le loro storie di vita e qualità personali, sia perché hanno dato prova di essere in grado di continuare l’azione di valorizzazione delle intelligenze e capacità femminili che al Quirinale finalmente ha preso un timido avvio con il presidente Napolitano [i]. Nel diluvio di elogi più o meno condivisibili che sono stati profusi in questi giorni su Giorgio Napolitano, questo aspetto del suo novennato è passato inosservato. Ci piace ricordare,per esempio, che Napolitano ha citato prevalentemente donne – l’astronauta Samantha Cristoforetti e il nuovo direttore generale del Cern Gianotti, Serena Petriucciolo ufficiale medico della Marina – nel suo ultimo discorso di capodanno, parlando di italiani esemplari che fanno onore al paese per intelligenza e professionalità. Speriamo che non si torni indietro.
Le qualità che richiediamo in chi andrà a ricoprire la più alta carica dello Stato sono quelle che molti desiderano. Vogliamo persone di provata capacità nelle competenze richieste dal profilo istituzionale di presidente della Repubblica. Vogliamo persone dotate di senso politico, ma la cui storia sia tale da promettere sufficiente indipendenza dalla ‘casta di riferimento’, siano essi i partiti, le gerarchie universitarie o quelle economiche. Vogliamo persone capaci di ascoltare ma anche di comunicare fiducia, speranza e solidarietà a chi le ascolta.
Proponiamo alcuni nomi, scelti seguendo questi criteri. È una rosa, il cui aspetto e il cui profumo sarà un po’ spiazzante, rispetto ai nomi che circolano. Ma non per questo i nomi sono meno autorevoli e credibili: semplicemente – in alcuni casi, non tutti – fuori dal grande gioco politico e mediatico. Non è una lista esaustiva: altre candidate altrettanto forti potranno venire fuori, e speriamo fortemente che sul nostro sito e altrove la discussione si apra. Per far entrare un’aria nuova prima e soprattutto dopo il voto dei grandi elettori.
Ecco la nostra lista (in odine alfabetico) delle possibili candidate, che presentiamo sulla base delle loro competenze (fuori classe), della estraneità alle logiche più perverse del potere (fuori dai giochi), della capacità di comunicare.
Lorenza Carlassare. Giurista e costituzionalista, professoressa emerita di diritto costituzionale all’Università di Padova. È stata la prima donna italiana a ricevere la cattedra in questa materia. Animatrice e socia onoraria dell’associazione Libertà e giustizia.«Oltre all’attività scientifica e dottrinaria si è attivata in favore della conoscenza e alla difesa della Costituzione italiana, con la pubblicazione di opere divulgative, di articoli d’opinione su quotidiani e riviste e con attività sul campo», si legge nelbreve profilo sul sito dell’associazione.
Marta Cartabia. Docente ordinaria di diritto costituzionale, giudice costituzionale dal 2 settembre 2011, è nominata vice presidente della Corte costituzionale il 12 novembre del 2014. La sua scheda sul sito della suprema Corte e il curriculum sul sito dell’università di Milano-Bicocca.
Maria Grazia Giammarinaro. Giudice ed esperta nel contrasto alla tratta di esseri umani, di cui è Rapporteur per l’Onu. Oltre a essere stata consulente per il Ministero per le Pari Opportunità, il Parlamento, la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa in materia legale sui temi della violenza contro le donne e il contrasto alla tratta di esseri umani, ha lavorato anche con la Direzione Antimafia. Rappresentante speciale e Coordinatrice per la lotta alla tratta di esseri umani dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) fino al 2014, è Rapporteur speciale per le Nazioni Unite sulla tratta di esseri umani.
Lella Golfo. Giornalista, politica e imprenditrice, fondatrice e presidente della fondazione Marilisa Bellisario. Attivista e sostenitrice di battaglie a favore delle donne fin da giovanissima, ha legato il suo nome alla legge che ha introdotto il riequilibrio di genere nelle società quotate in borsa, la legge120/2011. Negli anni ha promosso a più riprese premi e riconoscimenti per il merito delle donne. La sua biografia autografa sul sito della Fondazione Bellisario, e il suo profilo sul sito della camera dei deputati.
Pia Locatelli. E’ presidente onoraria dell‘Internazionale Socialista donne, è stata europarlamentare e attualmente siede nella camera dei deputati iscritta al gruppo misto. Insegnante di lingua e letteratura inglese sino al 1982, quando è entrata nell’azienda tessile di famiglia, dove ha avviato e sviluppato il settore commerciale, sino a diventarne amministratrice delegata. Iscritta al PSI dal 1973, è’ stata consigliera comunale dal 1980 per 15 anni, prima a Vertova (Bg) poi come capogruppo del Partito Socialista Italiano al comune di Bergamo.
Elena Ornella Paciotti. Magistrata, deputata al parlamento europeo, presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco. Entra in magistratura nel 1967, poco dopo che anche le donne vi erano state ammesse. Nel 1994 è stata la prima donna eletta al vertice dell’Associazione nazionale magistrati. Dal 1999 al 2004 è stata deputata al parlamento europeo. La sua scheda sull’enciclopedia Treccani, la suapagina sulla Fondazione Lelio e Leslie Basso, e la sua biografia sul sito Archivi del novecento.
Anna Maria Tarantola. Presidente della Rai dal 2012. Un Master alla London School of economics nei primi anni ’70 quando era raro che un laureato italiano (ancora più una laureata italiana) si perfezionasse all’estero. Una carriera tutta interna alla Banca d’Italia dove ha avuto la responsabilità della vigilanza bancaria, un incarico delicato ed è stata Vicedirettore Generale dal 2009 al 2012. Quando arriva ai vertici della Banca sostiene la ricerca su temi di genere.
Altre voci (27ora , iodonna) in questi giorni si stanno spendendo per promuovere l’idea di una donna al Quirinale, e ci sembra un bel segnale; è bello anche che le liste siano diverse, significa che molte sono le donne che consideriamo credibili, meritevoli e autorevoli.
E’ importante che le tante persone, associazioni, reti che vorrebbero una donna al Quirinale facciano un fronte comune. Se condividete lo spirito di questo testo, ripubblicatelo sui vostri siti, blog, organi di informazione, profili social… aggiungendo magari alla fine le vostre proposte di altri nomi e altri profili, se preferite. Ci proviamo?
Redazione INGENERE
25/1/2015 http://www.ingenere.it/
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!