Prima Turingia ora Austria: la destra vince dove la sinistra non fa il suo mestiere
Il voto di domenica in Austria ci consegna il successo del Fpoe, partito nazistoide di estrema destra, che è oggi il primo partito del paese. Nelle settimane scorse erano state le elezioni in tre lander tedeschi che avevano evidenziato la forza crescente di Alternative für Deutschland, altro partito nazistoide di estrema destra.
Di fronte a questi successi delle destre estreme è assolutamente necessario dar vita a forme di isolamento politico istituzionale, come stanno facendo in Turingia gli altri partiti, dalla Linke alla BSW per arrivare alla SPD e alla CDU. Questo isolamento è un fatto molto rilevante perché è bene ricordare che la strada per la presa del potere dei partiti fascisti e nazisti, in Italia come in Germania, venne spianata dai partiti liberali e conservatori che collaborarono e in una prima fase sostennero decisamente le forze dell’estrema destra. Nelle elezioni democratiche nazisti e fascisti non hanno mai raggiunto la maggioranza da soli: sempre è stato decisivo il contributo dei partiti di centro.
Bene quindi l’isolamento istituzionale dei partiti neonazisti e questo dovrebbe portare ad una seconda elementare considerazione: proprio per rendere più efficace l’isolamento delle destre è assolutamente necessario abbandonare il più rapidamente possibile i sistemi elettorali maggioritari che tanto piacciono alla classe politica italiana. Mussolini venne favorito dalla sciagurata legge elettorale Acerbo, che tanto somiglia ai nostri attuali sistemi elettorali maggioritari e tutti tesi a favorire la “governabilità” del paese.
Quindi isolamento dei fascisti e sistema elettorale proporzionale puro, in cui ogni voto valga uno, sono le due facce della stessa medaglia e costituiscono un percorso che ogni forza che si dichiari antifascista dovrebbe perseguire.
Questa sacrosanta azione di isolamento non è però sufficiente per sconfiggere le destre: oltre a contrastare gli effetti, è necessario capire fino in fondo le cause che stanno determinato il grande consenso popolare ai partiti di estrema destra.
Un dato che mi è capitato tra le mani in questi giorni, relativo alle elezioni in Turingia, mi pare ci aiuti a fare un passo in avanti a questo riguardo. In Turingia, la ADF ha preso il 31% dei voti ma tra i votanti che considerano la loro condizione economica “non buona”, l’ADF raccoglie addirittura il 46% dei voti. Tutti gli altri partiti – fatta salvo il partito di Sahra Waghenknech – hanno una percentuale di voti tra le fasce più povere della popolazione più basso di quello che registrano nel complesso dell’elettorato.
Vorrei sottolineare l’enormità di questo dato: tra le fasce povere o impoverite della popolazione, praticamente una persona su due ha votato per i nazisti. Io penso che questo dato sia assai importante e ci spiega molto dei motivi del successo dell’estrema destra: sono soprattutto le fasce più povere della popolazione che votano estrema destra. Le ragioni sociali sopravanzano quelle ideologiche.
Se questo dato è vero anche fuori dal lander bisognerà prendere atto che le politiche liberiste, non adeguatamente contrastate sul piano politico e sindacale, aprono la strada alla guerra tra i poveri, al razzismo popolare e quindi ai nazisti. Questa considerazione non particolarmente complicata dovrebbe costituire il punto fondamentale da cui partire per ogni discorso riguardante la sinistra: perché le classi popolari più disagiate individuano nei nazisti coloro a cui affidare le proprie speranze di cambiamento?
A me la risposta pare abbastanza semplice ed ha due cause: l’acquiescenza con cui le sinistre hanno accettato le politiche di austerità e l’incapacità del sindacato nel costruire una risposta collettiva alla precarizzazione del lavoro e della vita. Non a caso le inchieste fotografano anche che l’ADF è proporzionalmente più votata dai giovani, coloro a cui la precarietà ha cambiato la vita, in peggio.
Penso quindi che i dati della Turingia ci dicano una semplice verità: l’isolamento politico ed istituzionale dei nazisti deve essere assolutamente accompagnato da una azione di sinistra che ponga al centro la giustizia sociale e la lotta alla povertà e alla precarietà. L’isolamento dei nazisti si deve accompagnare ad una chiara lotta politica contro i partiti liberisti e guerrafondai che aumentano la spesa militare e tagliano quella sociale.
Mai come oggi l’antifascismo per esser efficace deve combattere l’ingiustizia sociale e agire il conflitto sociale, la lotta di classe contro chi precarizza il lavoro e l’esistenza dei popoli europei.
Marx, nell’ideologia tedesca, scriveva che: “I singoli individui formano una classe solo in quanto debbono condurre una lotta comune contro un’altra classe; per il resto essi stessi si ritrovano l’uno di contro all’altro come merci nella concorrenza ”. Mai frase fu più drammaticamente profetica e più attuale: solo la ripresa della lotta contro lo sfruttamento, lotta sociale, politica e culturale, può prosciugare l’acqua in cui la destra estrema nuota trasformando il disagio in razzismo. Solo la ricostruzione di una sinistra antiliberista può fermare la destra.
Paolo Ferrero
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