Processo Eternit bis, la condanna di  Stephan Schmidheiny messaggio di speranza per le vittime di amianto in Italia

COMUNICATO STAMPA

Laura Mara, avvocata di parte civile per Medicina Democratica :“Condanna importante nel panorama giurisprudenziale italiano perchè riconosce la teoria multistadio, cioè l’accelerazione del tempo della latenza nei casi di mesotelioma”

Novara, 7 giugno 2023. “ La condanna di Stephan Schmidheiny a 12 anni di reclusione dimostra che l’impianto accusatorio ha retto: è una piccola rivincita per tutta la cittadinanza di Casale Monferrato, che è stata violata in tutti questi anni”, ha dichiarato a caldo Laura Mara, avvocata di Medicina Democratica, parte civile nel processo al magnate svizzero, con AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto, assistita dall’avvocato Sergio Bonetto . “Perchè – ha proseguito – se pur vi è stata una riqualificazione del reato da doloso in colposo, è scattata comunque una pena importante di 12 anni di reclusione, con una pena accessoria rilevante di interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Indipendentemente dal numero di anni comminati, questa sentenza è un messaggio importante nel panorama giurisprudenziale italiano, un vero e proprio messaggio di speranza per tutti processi di amianto pendenti, perchè è stata riconosciuta la teoria multistadio e l’accelerazione del tempo all’evento, l’abbreviazione della latenza, nei casi di mesotelioma pleurico”.

La sentenza, che ha riqualificato il reato da omicidio doloso a omicidio colposo aggravato, ha comminato, quindi, una pena di reclusione a 12 anni per la morte di numerose vittime di Casale Monferrato, per pochi casi c’è stata l’assoluzione e per altri, per effetto della riqualificazione, c’è stata la prescrizione: si attendono le motivazioni per una valutazione più compiuta.

Erano le 18,47, dopo oltre 7 ore di Camera di Consiglio, quando il Presidente della Corte d’Assise di Novara Gianfranco Pezzone ha iniziato la lettura della sentenza del processo Eternit bis per le 392 vittime di amianto di Casale Monferrato:”Un’ora e una data che segnano una tappa importante nella vicenda drammatica e pluriennale dei processi di amianto in Italia, che troppo spesso si risolvono in pene irrisorie o peggio nella prescrizione del reato – ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica e AIEA. “Una sentenza che può rappresentare una svolta nelle decine di processi per vittime da amianto in corso in Italia e segnare una tappa importante nella giurisprudenza in materia”.

Per Info Carmìna Conte cell 3931377616

7/6/2023 https://www.medicinademocratica.org


PROCESSO ETERNIT BIS: GIUSTIZIA A META’

È una sentenza per omicidio colposo aggravato quella che ha sancito la condanna a 12 anni di carcere, più l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, per l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny  riconosciuto colpevole di violazione delle norme per la prevenzione sul lavoro che ha causato 392 vittime di amianto a Casale Monferrato.
Un verdetto positivo perché arriva dopo l’annullamento della sentenza di condanna di Schmidheiny da parte della Cassazione nel 2014 e perché, contrariamente a quell’atto, si riconosce che il danno sul territorio era ed è permanente. Nel casalese si moriva e si continua a morire di amianto: tra i 76 e l’86 morivano 50 persone all’anno, oggi 35.
Ma sebbene il reato imputato sia concreto nel suo impatto punitivo, e anzi segni un passo importante dopo anni di totale ingiustizia, non corrisponde alla  richiesta di condanna per omicidio volontario e dolo eventuale avanzata dall’accusa in riferimento alla gestione dello stabilimento e alla fuga criminale lasciando nel territorio una bomba mortale per la salute della comunità; non risponde alla sete di giustizia di molte famiglie perché implica che molte di quelle morti, avvenute da più di quindici anni, siano considerate prescritte; soprattutto solleva la contrarietà di chi, come l’associazione dei familiari  delle vittime dell’amianto, lotta da decenni per avere giustizia per le vittime e per quel territorio martoriato e vede il rischio che il declassamento del reato apra la strada a nuove prescrizioni.
Rifondazione Comunista è al fianco delle associazioni dei familiari di tutte le vittime dei morti sul lavoro e per il lavoro e lotta con loro per rendere davvero cogenti le norme sulla prevenzione e la sicurezza e per il pieno riconoscimento delle malattie professionali e dei reati ambientali.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Alberto Deambrogio, segretario del Piemonte
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

8/6/2023 http://www.rifondazione.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *