Proporzionale per fermare l’ultradestra
Nei giorni scorsi ho scritto che non bisogna assecondare la pretesa di Salvini di imporre il suo plebiscito. M5S e PD hanno la responsabilità in parlamento di isolarlo, di fermare la sua resistibile ascesa. E’ un fatto positivo che Beppe Grillo abbia finalmente rotto il tabù e avanzato la proposta di una maggioranza diversa da quella giallo-verde. Auspico che Zingaretti riveda la linea di oggettiva alleanza con Salvini sulla strada delle elezioni anticipate. Mi sembra una caricaturale replica dell’asse suicida Veltroni-Berlusconi del 2008 da cui uscì vincente il Caimano che conquistò il governo e pure il Comune di Roma. E’ irresponsabile consegnare l’Italia all’estrema destra dell’amico di Bolsonaro, con alle spalle Trump e Bannon. Magra consolazione fare i conti con Renzi e ricreare il bipolarismo con Salvini al posto di Berlusconi. Logiche autoreferenziali mentre dovrebbe prevalere l’interesse generale del paese. E’ assai probabile che nonostante tutti i richiami al voto utile e alla “paura” questa destra possa fare cappotto grazie all’attuale legge elettorale. E non saranno rabberciati e poco credibili fronti repubblicani dell’ultima ora a fermarla.
Salvini potrebbe andare dritto sulla strada irreversibile della “secessione dei ricchi” che chiamano autonomia differenziata, fare la “riforma” della giustizia agognata da Berlusconi, scegliersi il Presidente della Repubblica e non oso immaginare altro sul piano delle libertà e dei diritti. Può e deve essere fermato oggi in parlamento nel pieno rispetto della Costituzione. E come sottolineato anche da Montanari e Pallante su questo giornale passaggio indispensabile è la modifica della legge elettorale rispettando finalmente i risultati del referendum che segnò la sconfitta di Renzi (e anche di Zingaretti visto che rivendica quella battaglia).
Chi scrive ritiene qualunquistica la modifica della Costituzione voluta dal Movimento 5 Stelle. L’obiettivo della riduzione dei costi può essere ottenuto più seriamente semplicemente tagliando finalmente retribuzioni dei parlamentari come tra l’altro previsto nel programma dei Cinque stelle. Proposi una legge in tal senso nel 2006. La riduzione del numero dei parlamentari è obiettivo non sbagliato in sé ma andrebbe perseguito semmai in maniera più seria come nella storica proposta di Stefano Rodotà e Gianni Ferrara. Ma il vero mostro è la legge elettorale antidemocratica che accompagna la riduzione dei parlamentari invocata dai pentastellati. Quella legge prevede vantaggi incostituzionali, antidemocratici e potenzialmente liberticidi come segnalato da tutti i migliori costituzionalisti, quelli che con noi e i pentastellati si schierarono per il No al referendum. La legge n. 51/2019 agganciata alla modifica della Costituzione cancella il pluralismo e soprattutto consentirebbe di fare cappotto all’Uomo nero di turno. Il combinato disposto di riduzione e legge elettorale è devastante e non avrebbe senso un governo anti-Salvini per portare avanti un progetto del genere. Come ricordava sempre Primo Levi il fascismo è nato in Italia. Solo una legge proporzionale può liberarci del perenne pericolo dell’Uomo Nero di turno: ieri quello che Grillo definiva lo Psiconano di Arcore, oggi Matteo Salvini. Il contesto è oggi assai più pericoloso perché viviamo un’epoca segnata dal risorgere dei fascismi e dei nazionalismi razzisti e xenofobi. I “pieni poteri” è meglio non darli a nessuno.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
12/8/2019 su Il Fatto quotidiano
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