PSICHIATRIA A MANO ARMATA
La tragica vicenda di S.Giovanni chietino induce alcune riflessioni:
- L’uso della pistola taser ha sempre dimostrato, complessivamente, un bilancio negativo tra “costi” e “benefici” ; quando poi viene usata in “psichiatria” lo squilibrio tra costi e benefici depone ancora più nettamente contro l’uso
Non riteniamo accettabile neanche l’uso dello spray al peperoncino, in psichiatria; cosa diversa è per chi deve difendersi da aggressioni fisiche/sessuali in condizioni di isolamento o di omertà ( sindrome “Ketty Genovese”) - Che sinergia esiste tra effetti del taser ed effetti collaterali di certi psicofarmaci ? anche questi ultimi vengono spesso
usati senza una ponderata valutazione degli effetti collaterali e senza una approfondita considerazione delle interferenze e delle reazioni individuali ; a Bologna, qualche anno fa, abbiamo potuto constatare la somministrazione coatta di uno psicofarmaco ad una persona che aveva assunto considerevoli quantità di alcool, stante che quello psicofarmaco è “sconsigliato” dallo stesso produttore per chi appunto abbia assunto alcolici ; tuttavia il procedimento è stato archiviato a seguito di una valutazione del consulente del pm secondo il quale “forse” la causa di morte era un’altra (quindi non ascrivibile ad una sinergia negativa tra l’alcool e un farmaco che comunque non doveva essere usato); contattammo all’epoca l’ufficio che si occupa della registrazione degli effetti collaterali dei farmaci ma ci è stato detto che “non interessa” registrare gli effetti di sinergie ma solo gli effetti diretti e monofattoriali del farmaco… - Sulla morte di Simone di Gregorio una inchiesta è già aperta e questo è ovviamente doveroso ; proponiamo ai Sindaco nella sua veste di autorità sanitaria locale di avanzare, a nome del Comune, istanza di costituzione di parte civile e noi
stessi avanzeremo la stessa istanza anche a supporto di eventuali iniziative di familiari e amici di Simone - Per evitare morti e lutti di questo genere occorre archiviare e mettere al bando la “psichiatria a mano armata” ; occorre imparare a gestire il disagio mentale e comportamentale con vere capacità di ascolto e di presa in carico da parte della collettività ; la psichiatria italiana- dopo decenni di chiusura “formale” dei manicomi- è ancora zavorrata pesantemente da enormi catene coatte che sconfinano spesso nella violenza e a volte persino nella tortura; gli SPDC no restraint (quelli cioè nei quali le persone non vengono mai contenute fisicamente ) risultano essere solo il 10-15% degli SPDC a livello nazionale; ovviamente esiste anche il grave problema della contenzione chimica/psicofarmacologica ; altrettanto ovviamente la “cura della psiche” può esistere solo sul terreno della consensualità, del rispetto della persona e dei diritti umani
- Esprimiamo il nostro rammarico e il nostro sentimento di lutto per quanto accaduto e contestualmente inviamo al
Sindaco in qualità di autorità sanitaria locale e di rappresentante della collettività (non avendo peraltro purtroppo
contatti diretti con i familiari) le nostre più vive condoglianze .
Vito Totire
portavoce Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria F.Lorusso
Bologna, 14.8.2023
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