Punire i responsabili dei crimini sul lavoro
Rifondazione sostiene la Pdl “omicidio sul lavoro” presentata ieri in conferenza stampa dalla componente parlamentare di ManifestA! e da Usb. Con tutti i limiti di un precetto penale, da solo insufficiente a modificare condotte illecite gravemente colpose rispetto all’obbligo di adozione di misure di prevenzione e protezione individuale e collettiva, questa legge è oggi assolutamente necessaria. Bisognava dare una risposta e un segnale, specie per quelle figure che devono avere strumenti e tutele per operare sul campo. In questo senso vanno lette sia la previsione normativa (art. 1 e art. 2) ) di coinvolgimento obbligatorio della figura del RLS negli accertamenti dei reati, sia la tutela espressa ( art. 3 , punto d) del lavoratore che denuncia le violazioni delle norme antinfortunistiche, “dal licenziamento, dal demansionamento e da qualsiasi altra forma di discriminazione”.
Ora è necessario avviare un percorso di mobilitazione perché la Pdl VENGA CALENDARIZZATA NELLE COMMISSIONI coinvolgendo tutto il mondo del lavoro e le organizzazioni sindacali a partire dalla rilancio di un dibattito che rimetta al centro TUTTE LE tematiche che riguardano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Gianluca Schiavon, responsabile nazionale giustizia
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
21/4/2022 http://www.rifondazione.it
Morti di lavoro, presentata la proposta di legge per introdurre il reato di omicidio sul lavoro: pena minima 10 anni. Norme più stringenti per le aziende
Mercoledì 20 aprile, in una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, Unione Sindacale di Base, Rete Iside Onlus e ManifestA hanno presentato la proposta di legge per l’introduzione nel codice penale di una nuova fattispecie di reato: omicidio sul lavoro e lesioni sul lavoro.
Le morti di lavoro, nel nostro Paese, solo nell’ultimo quinquennio hanno superato le cinquemila e nel 2022 hanno già toccato quota 300: una vera e propria strage, da fermare subito.
Introdurre il reato di omicidio e lesioni sul lavoro crea un deterrente per le imprese che oggi ritengono invece vantaggioso tagliare costi e tempi di produzione, come troppo spesso accade, rimuovendo o aggirando misure e dispositivi che tutelano la salute e la sicurezza.
Attualmente, la pena prevista per l’omicidio colposo sul lavoro va dai 2 ai 7 anni, in linea puramente teorica vista l’assenza di controlli e di un quadro normativo certo.
La proposta di legge prevede invece pene dai 10 ai 18 anni per i datori di lavoro che, non adempiendo ai nuovi obblighi normativi, causano la morte o l’infortunio grave di un dipendente.
La proposta istituisce infatti una rinnovata modalità di produzione del “Dvr”, il documento di valutazione del rischio, che attualmente rappresenta poco più di uno strumento vuoto, facilmente aggirato.
Cambia la modalità di presentazione e cambiano le misure di prevenzione. L’analisi dei rischi del “Dvr” deve essere infatti indicare il livello di rischio cui si va incontro sul posto di lavoro, nonché le misure di prevenzione da attuare allo scopo di ridurre il rischio alla fonte.
In mancanza di provvedimenti dell’azienda, la proposta di legge prevede per il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), la possibilità di rivolgersi alla magistratura con procedura di urgenza.
Da tempo USB e Rete Iside portano avanti iniziative per la sicurezza dei lavoratori, raccolte positivamente dalle deputate di ManifestA, che se ne sono fatte portavoce in sede parlamentare.
Alla conferenza stampa di presentazione, con Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo USB, e Francesco Tuccino, della onlus Rete Iside, hanno partecipato per ManifestA le onorevoli Simona Suriano, Yana Ehm e Doriana Sarli.
USB in occasione dello sciopero operaio di venerdì 22 aprile, con manifestazione a Roma, avvierà una raccolta di firme in calce a una petizione da inviare al presidente della Camera Roberto Fico affinché la proposta di legge sia calendarizzata al più presto.
20/4/2022 https://www.usb.it
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