Quale vera partita si sta giocando sulla sanità in Italia
Da tempo i contratti nazionali prevedono lo scambio tra aumenti salariali e misure di welfare aziendali che sono o i bonus oppure i servizi offerti dalla sanità e dalla previdenza integrativa che progressivamente vanno a sostituirsi al servizio sanitario pubblico.
Un vero e proprio conflitto di interessi, chi dovrebbe difendere lavoratori\trici e servizi pubblici fa di tutto per rafforzare i concorrenti privati.
La sanità fa gola ai privati non solo perchè attorno al sistema sanitario nazionale si muovono migliaia di appalti ma perchè ormai, a prescindere da chi sia il vincitore delle prossime elezioni politiche, tutti concordano sulla necessità di rafforzare la sanità integrativa e la sanità privata. Ma chi, come gli Usa, ha privatizzato da decenni la sanità, non ha avuto servizi migliori e maggiori, anzi dove piu’ forte è la privatizzazione, maggiore è il numero dei cittadini esclusi dalle prestazioni . La spesa sanitaria è contenuta (è piu’ alta dove si sono affermate le convenzioni con soggetti privati) , eppure negli ultimi anni hanno imposto ad alcune Regioni dei piani di rientro dal debito che hanno alimentato tagli occupazionali, riduzione dei servizi e dei posti letto, eliminazione di presidi sanitari ed ospedalieri ritenuti rami secchi (lo stesso si diceva delle ferrovie per favorire la costosa alta velocità).
I tagli e le restrizioni finanziarie, strutturali, di personale e di investimenti sono stati affiancati dalla famigerata spending review che ha ridotto il costo degli appalti con tagli al personale delle ditte appaltatrici e l’inevitabile peggioramento dei servizi che poi in certi casi rappresenta anche una minaccia alla nostra salute e sicurezza.
I tagli e la spending, la riduzione del debito e le convenzioni con i privati hanno , negli anni, creato disparità crescenti tra regioni e province con un servizio sanitario sempre meno universale e in molti casi inadeguato a tutelare il diritto di cura.
I carichi di lavoro sono aumentati e in molti casi risultano insopportabili pe medici, infermiere e oss, lo stress correlato al lavoro e le malattie professionali, come anche gli infortuni, sono in continuo aumento proprio in virtu’ di questi tagli.
La forza lavoro è decisamente tra le piu’ vecchie d’Europa ma non esistono piani di assunzioni adeguati, i precari da stabilizzare sono ben pochi nonostante siano migliaia, si mettono in competizione i precari con chi sta nelle graduatorie concorsuali ancora aperte, per non parlare poi della mobilità tra enti e aziende , un’arma solo per non bandire concorsi e diminuire la forza lavoro complessiva del comparto sanità.
La legge Fornero aumenta l’età pensionabile in base alle aspettative di vita ma questa aspettativa sta dimostrando di essere un parametro ingannevole come dimostrato dagli infortuni e dalle malattie professionale, dal logoramento psico fisico degli operatori sanitari, dalla logica del risparmio che porterà ad assumere oss al posto di infermiere o a ricorrere ai medici specializzandi che poi saranno a loro volta costretti a emigrare per svolgere la loro professione.
L’obiettivo del Governo, e dei sindacati complici, è chiaro ossia
favorire i tagli al sistema sanitario pubblico per favorire il cosiddetto secondo pilastro, la sanità privata, le polizze malattia. A giocare un ruolo determinante sarà la politica fiscale del Governo con un ampio sistema di sgravi fiscali per incentivare il ricorso al privato, eppure basterebbe solo un piano di assunzione nel pubblico per erogare servizi di qualità e prestazioni adeguate .
Per addentrarsi dettagliatamente nel panorama della sanità privata, per cogliere la dimensione degli affari che si aggirano attorno ad essa, si rinvia ad un dossier de Il sole 24 ore (http://www.sanita24.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/QUOTIDIANO_SANITA/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/2018/01/12/DIRINDINA.pdf?uuid=AEeFDEgD).
Le conseguenze sono nefaste per le lavoratrici e per la cittadinanza tutta
il diritto alla salute viene ridimensionato, chi non potrà permettersi polizze e sanià integrativa avrà meno opportunità di cura. A pagare le conseguenze di questo sistema iniquo saranno migranti, disoccupati, famigie numerose e anziani
sulla fiscalità generale ricadono i costi occulti perchè si incentiverà sempre piu’ la politica della detrazione fiscale per i servizi ricevuti da strutture private.
Invece di indirizzare risorse e investimenti alla sanità privata, i soldi vanno al secondo pilastro, alla sanità integrativa, le agevolazioni fiscali hanno un costo sempre piu’ elevato sulla finanza pubblica, si spenderebbe decisamente meno investendo nel servizio socio sanitario pubblico, assumendo personale, acquistando strumenti moderni e rivedendo la edilizia ospedaliera sempre piu’ fatiscente.
Alimentano , ogni giorno, una campagna di stampa atta a deligittimare la sanità pubblica per favorire quella privata, vogliono convincerci che per il nostro futuro convenga distruggere sanità e previdenza pubblica o comunque ridimensionarle.
Un ruolo nevralgico lo giocano i sindacati complici, gli stessi che amministrano i fondi sanitari e previdenziali. Il resto lo fanno i giornali e il terzo settore visto che colossi come la Coop sono ormai sempre piu’ attive nella sanità pubblica.
Il risultato, da qui a pochi anni, delle politiche di austerità e di privatizzazione , sarà quello di distruggere il sistema pubblico per favorirne uno semi privato e a discapito delle classi sociali meno abbienti per le quali il diritto di cura, di istruzione, di una pensione dignitosa, saranno variabili dipendenti dal loro potere di acquisto che si sa è veramente basso.Da tempo i contratti nazionali prevedono lo scambio tra aumenti salariali e misure di welfare aziendali che sono o i bonus oppure i servizi offerti dalla sanità e dalla previdenza integrativa che progressivamente vanno a sostituirsi al servizio sanitario pubblico.
Un vero e proprio conflitto di interessi, chi dovrebbe difendere lavoratori\trici e servizi pubblici fa di tutto per rafforzare i concorrenti privati.
La sanità fa gola ai privati non solo perchè attorno al sistema sanitario nazionale si muovono migliaia di appalti ma perchè ormai, a prescindere da chi sia il vincitore delle prossime elezioni politiche, tutti concordano sulla necessità di rafforzare la sanità integrativa e la sanità privata. Ma chi, come gli Usa, ha privatizzato da decenni la sanità, non ha avuto servizi migliori e maggiori, anzi dove piu’ forte è la privatizzazione, maggiore è il numero dei cittadini esclusi dalle prestazioni . La spesa sanitaria è contenuta (è piu’ alta dove si sono affermate le convenzioni con soggetti privati) , eppure negli ultimi anni hanno imposto ad alcune Regioni dei piani di rientro dal debito che hanno alimentato tagli occupazionali, riduzione dei servizi e dei posti letto, eliminazione di presidi sanitari ed ospedalieri ritenuti rami secchi (lo stesso si diceva delle ferrovie per favorire la costosa alta velocità).
I tagli e le restrizioni finanziarie, strutturali, di personale e di investimenti sono stati affiancati dalla famigerata spending review che ha ridotto il costo degli appalti con tagli al personale delle ditte appaltatrici e l’inevitabile peggioramento dei servizi che poi in certi casi rappresenta anche una minaccia alla nostra salute e sicurezza.
I tagli e la spending, la riduzione del debito e le convenzioni con i privati hanno , negli anni, creato disparità crescenti tra regioni e province con un servizio sanitario sempre meno universale e in molti casi inadeguato a tutelare il diritto di cura.
I carichi di lavoro sono aumentati e in molti casi risultano insopportabili pe medici, infermiere e oss, lo stress correlato al lavoro e le malattie professionali, come anche gli infortuni, sono in continuo aumento proprio in virtu’ di questi tagli.
La forza lavoro è decisamente tra le piu’ vecchie d’Europa ma non esistono piani di assunzioni adeguati, i precari da stabilizzare sono ben pochi nonostante siano migliaia, si mettono in competizione i precari con chi sta nelle graduatorie concorsuali ancora aperte, per non parlare poi della mobilità tra enti e aziende , un’arma solo per non bandire concorsi e diminuire la forza lavoro complessiva del comparto sanità.
La legge Fornero aumenta l’età pensionabile in base alle aspettative di vita ma questa aspettativa sta dimostrando di essere un parametro ingannevole come dimostrato dagli infortuni e dalle malattie professionale, dal logoramento psico fisico degli operatori sanitari, dalla logica del risparmio che porterà ad assumere oss al posto di infermiere o a ricorrere ai medici specializzandi che poi saranno a loro volta costretti a emigrare per svolgere la loro professione.
L’obiettivo del Governo, e dei sindacati complici, è chiaro ossia favorire i tagli al sistema sanitario pubblico per favorire il cosiddetto secondo pilastro, la sanità privata, le polizze malattia. A giocare un ruolo determinante sarà la politica fiscale del Governo con un ampio sistema di sgravi fiscali per incentivare il ricorso al privato, eppure basterebbe solo un piano di assunzione nel pubblico per erogare servizi di qualità e prestazioni adeguate .
Per addentrarsi dettagliatamente nel panorama della sanità privata, per cogliere la dimensione degli affari che si aggirano attorno ad essa, si rinvia ad un dossier de Il sole 24 ore (clicca qui per leggere).
Le conseguenze sono nefaste per le lavoratrici e per la cittadinanza tutta, il diritto alla salute viene ridimensionato, chi non potrà permettersi polizze e sanità integrativa avrà meno opportunità di cura. A pagare le conseguenze di questo sistema iniquo saranno migranti, disoccupati, famiglie numerose e anziani sulla fiscalità generale ricadono i costi occulti perchè si incentiverà sempre piu’ la politica della detrazione fiscale per i servizi ricevuti da strutture private.
Invece di indirizzare risorse e investimenti alla sanità pubblica, i soldi vanno al secondo pilastro, alla sanità integrativa, le agevolazioni fiscali hanno un costo sempre piu’ elevato sulla finanza pubblica, si spenderebbe decisamente meno investendo nel servizio socio sanitario pubblico, assumendo personale, acquistando strumenti moderni e rivedendo la edilizia ospedaliera sempre piu’ fatiscente.
Alimentano , ogni giorno, una campagna di stampa atta a delegittimare la sanità pubblica per favorire quella privata, vogliono convincerci che per il nostro futuro convenga distruggere sanità e previdenza pubblica o comunque ridimensionarle.
Un ruolo nevralgico lo giocano i sindacati complici, gli stessi che amministrano i fondi sanitari e previdenziali. Il resto lo fanno i giornali e il terzo settore visto che colossi come la Coop sono ormai sempre piu’ attive nella sanità pubblica.
Il risultato, da qui a pochi anni, delle politiche di austerità e di privatizzazione , sarà quello di distruggere il sistema pubblico per favorirne uno semi privato e a discapito delle classi sociali meno abbienti per le quali il diritto di cura, di istruzione, di una pensione dignitosa, saranno variabili dipendenti dal loro potere di acquisto che si sa è veramente basso.
Federico Giusti
12/1/2018 www.controlacrisi.org
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