Quando salute e sicurezza sono condizionate dal profitto
Arriva la proroga della versione “semplificata” dello smart working, fruibile in un numero maggiore di situazioni e l’ utilizzo rafforzato e ricorrente delle mascherine. Le regole anti covid relative alle attività lavorative registrano alcune novità per effetto di due provvedimenti, uno già in vigore mentre l’altro lo sarà a breve. Ma nel frattempo i contagi sono in continuo aumento interessando tutto il paese anche laddove ammalati e morti da Covid erano ai minimi termini. La domanda sorge spontanea: si è fatto tutto il possibile per mettere in sicurezza il paese? Ovviamente no. Ricordiamo ancora le rassicuranti parole del Premier Conte che, a pochi giorni dalla esplosione dei contagi nell’inverno, aveva annunciato in TV che la situazione era sotto controllo, l’Italia inviava allora una fornitura di mascherine alla Cina quando poche settimane dopo avremmo appurato che la forntura di mascherine e gel era del tutto insufficiente alla necessità con pochi posti letto in terapia intensiva e un numero di operatori sanitari inferiore del 50% alle reali necessità.
In estate avremmo dovuto effettuare tamponi a tappeto, procedere con rapide e congrue assunzioni in sanità, rivedere il sistema ospedaliero attrezzando le terapie intensive, i buoni propositi sono stati seguiti da fatti reali? Con troppa celerità si sono chiuse le terapie intensive, bisognava rassicurare il paese, e i profitti, con la stagione estiva e cosi’ rinunciando a tamponi di massa il virus è tornato a colpire con ferocia. Tante discussioni accademiche sulla carica virale del Covid per occultare una realtà ben diversa ossia che nelle scuole e nei luoghi di lavoro continuiamo a contagiarci, le Regioni sono ancora tenute al rispetto della sostenibilità finanziaria che tradotta in pratica significa contenere le spese.
Sono sufficienti allora le procedure adottate? Noi pensiamo che il problema sia a monte, ossia la sostenibilità del sistema sanitario in un contesto nel quale le regole della austerità sono in buona parte vigenti.
Si va verso la proroga della cosiddetta versione “semplificata” dello smart working, da estendere a tutte le situazioni lavorative della Pa e nel privato, il ricorso diffuso alle mascherine, sono queste le regole anti covid che il Governo sta approntando. Ci chiediamo tuttavia, a ragione, cosa sia stato fatto in questi mesi per ammodernare i servizi e mettere in sintonia lavoratori\trici in presenza con le attività in smart. Lo smart rappresenta, come giò scritto, non una semplice modalità di lavoro ma è parte integrante di quel processo di valorizzazione del lavoro che ben presto determinerà il prolungamento produttivo della giornata lavorativa. Ma come coniugare la storica rivendicazione della riduzione oraria a parità di saliario con il prolungamento produttivo? Accrescere il valore lavoro, la produttività e il plusvalore è possibile allungando o diminuendo l’orario di lavoro, lo smart ben presto ridurrà il tempo di vita dei lavoratori, saremo sempre piu’ usurati e connessi, a prescindere da cio’ che verrà scritto nei prossimi contratti nazionali, il lavoro si appresta a diventa sempre piu’ fluido ed usurante. E con lo smart non saremo piu’ liberi, i padroni potranno ridurre i costi della produzione, risparmiare su igienizzazioni, formazione, sui buoni pasto, riusciranno a dividere ulteriormente la forza lavoro.
Intanto il decreto legge 125/2020 proroga al 31 dicembre lo stato di
emergenza, in molte Regioni registriamo un numero di contagi superiore a
quello dei mesi piu’ difficili della pandemia, situazione sempre piu’
critica dovuta al numero, ridotto, dei tamponi effettuati dopo
l’apertura delle scuole, tamponi che le autorità Asl avrebbero dovuto
effettuare già ad inizio estate (perchè non è stato fatto??)
In
attesa di un tampone molte famiglie attendono giorni nei quali i figli
sono in quarantena fiduciaria a casa, i genitori a metà stipendio a casa
o con le loro ferie che dovrebbero servire al recupero psico fisico e
non a tamponare le falle di un welfare sempre piu’ inadeguato alle
necessità
Resta vigente la facoltà del datore di lavoro di disporre il lavoro agile anche senza accordo individuale con il dipendente ricorrendo a procedure immediate e semplificate per la relativa notifica al ministero del Lavoro. Ma resta anche l’autonomia dei dirigenti pubblici e privati che possono decidere autonomamente su smart e lavoro in presenza. Resta poi la sostenibilità finanziaria per Enti locali e Regioni e con essa anche la mancata intensificazione dell’igienizzazione\sanificazione\pulizia con appalti costruiti nel passato ove la regola dei tagli della spending review (meno servizi, meno soldi spesi, meno ore contrattuali , minori pulizie)
A pochi giorni dalla conversione in legge del decreto di Agosto, i genitori con figli under 14, in quarantena, potranno ricorrere ai congedi rinunciando tuttavia al 50% della loro già esigua retribuzione (la valorizzazione del lavoro e la riduzione dei costi appunto facendoci pagare a noi il diritto alla cura e alla genitorialità) se il figlio under 14 viene posto in quarantena per un contatto con un positivo avvenuto a scuola o durante l’attività sportiva o ricreativa
Il decreto prevede poi il diritto allo smart working per i genitori di figli con disabilità grave, lo smart per i fragili (ma quei lavoratori che invece non possono lavorare da remoto??? cosa faranno gli Enti tenuti ad assegnare i fragili ad altre mansioni? Con il venir meno del Decreto cura Italia molti fragili sono stati costretti a mettersi a casa in ferie finite le quali sono rimasti senza retribuzione, situazioni paradossali che confermano come il diritto alla salute sia sovente non rispettato) .
E poi l’obbligo di indossare le mascherine sempre e quando non si potrà garantire la distanza di almeno un metro, cosa è stato fatto per riorganizzare la produzione nel rispetto del distanziamento sociale? Ben poco…..
E nel frattempo è venuto meno l’obbligo di sorveglianza sanitaria eccezionale indebolendo cosi’ il ricorso “obbligato” al medico competente.
Per i lavoratori e le lavoratrici in presenza il Governo dovrebbe prevedere da subito i tamponi rapidi senza aspettare, nel caso del Pubblico Impiego, i tempi biblici delle convenzioni Consip subendo le continue pressioni della Magistratura Contabile. I contagi riprendono ma i provvedimenti adottati sembrano piu’ guardare alla sostenibilità finanziaria che alle necessità reali imposti dalla pandemia E a rimetterci saranno, come sempre, i lavoratori e le lavoratrici, il salario e il diritto alla salute.
Federico Giusti
11/10/2020 http://www.controlacrisi.org
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