Quelle giovani leve di Fratelli d’Italia. Costruzione di un torbido vivaio
Gruppo di lavoro Patria su neofascismo e web
Se nel partito di Meloni la democrazia è un vestito che si mette e si toglie. Forse non è un caso che l’orientamento politico delle nuove generazioni della fiamma sia importato negli ambienti “romani” dalla fiorentina Casaggì, cioè dal peggio della nostrana galassia ideale nera. Circa l’inchiesta di Fanpage
L’inchiesta di Fanpage “Gioventù meloniana” andata in onda su La7 qualche giorno fa ha suscitato da una parte reazioni indignate, dall’altra silenzio. Si vede una realtà giovanile interna a Fratelli d’Italia costruita identitariamente attorno al mito del fascismo storico e del neofascismo, senza scordare il terrorismo nero.
La replica in diretta di Italo Bocchino – più volte deputato, ex-finiano e adesso non più attivamente in politica – parte con il dire che la realtà di Gioventù Nazionale è ben diversa e che quelle siano semplici intemperanze appartenenti a minoranze e comunque da interpretare come causate dalla convivialità.
Insomma, i cori di Sieg Heil, il saluto alla vittoria del nazionalsocialismo coniato da Goebbels, è solo forma aggregativa, magari un po’ esagerata, ma non sostanza politica.
Dopo le parole di Bocchino sembra vigere una tassativa consegna del silenzio da parte del partito della Presidente del Consiglio. Di certo è tattica – i tempi della politica sono veloci, basta aspettare una manciata di giorni e ci occuperemo tutti di altro – ma è anche strategia: se tutto questo passa senza grossi scossoni il risultato sarà una normalizzazione di quelle idee e di quell’approccio alla politica. Ovvero: si può fare, non ci sono conseguenze.
Vorremmo però sostanziare il perché la giustificazione di Bocchino sia ampiamente insufficiente, se non completamente falsa. Vorremmo cioè dare alcune prove di come quella situazione non sia minoritaria e sia invece rappresentativa e strutturale all’interno delle formazioni giovanili di Fratelli d’Italia.
Dall’autunno 2019 alla primavera 2021 è uscita in sei numeri una rivista di nome Agoghè. Uno sforzo collettivo di una parte consistente – sebbene incompleta, come vedremo – delle realtà giovanili interne e vicine a Fratelli d’Italia. Nelle intenzioni doveva essere un bimestrale, diffuso principalmente in digitale, ma il meccanismo si inceppa presto e già al terzo numero diviene irregolare. Questo però non toglie che si tratti di uno spaccato di grande interesse per capire le dinamiche politiche in un ambiente che si vorrebbe di destra istituzionale e conservatore, ma che invece rivela una radicalità esplicita e rivendica indirizzi chiaramente neofascisti e neonazisti, un estremismo critico verso l’idea stessa di democrazia.
Vale forse la pena di riassumere la storia recente di Gioventù Nazionale e di Azione Studentesca.
Fratelli d’Italia viene fondato nel 2012, come scissione del Popolo della Libertà, che riprende in mano il filone politico che nei decenni era stato segnato dal fascismo storico prima e dal neofascismo poi, per infine approdare al postfascismo di Alleanza Nazionale.
Nel 2014 Fratelli d’Italia prende forma compiuta e Giorgia Meloni ne diviene presidente. Immediatamente dopo viene fondata Gioventù Nazionale e altrettanto si vorrebbe fare per Azione Studentesca. Qui però c’è un incaglio e la formazione di Fratelli d’Italia che raccoglie la militanza nelle scuole verrà fondata ufficialmente solo nel 2016.
L’impianto politico è però parzialmente dissimile a quello dell’organizzazione precedente di cui riprende il nome, se l’Azione Studentesca del 1996-2009, ai tempi di Alleanza Nazionale, ha rapporti ben stretti con il proprio partito di riferimento – la stessa Giorgia Meloni ne è stata la prima presidente – la sua seconda genesi invece ha luogo per iniziativa di Casaggì, la comunità militante sì interna a Fratelli d’Italia, ma di orientamenti smaccatamente neofascisti.
Del resto che questa nuova struttura sia nata a seguito di un tentativo verticale e fallimentare del partito è del tutto evidente anche perché la sede nazionale di Azione Studentesca coincide con quella della fiorentina Casaggì – e cioè, significativamente, a Firenze e non a Roma – e per il fatto che il primo presidente è stato, dalla fondazione al 2022, Anthony La Mantia della stessa comunità militante.
Casaggì – che viene non a caso citata, seppure en passant, nell’inchiesta di Fanpage – si proietta già dal 2016 come centro attorno al quale gravita una parte importante della militanza giovanile di Fratelli d’Italia. Torniamo ad Agoghè: è particolarmente indicativo l’editoriale del primo numero della rivista in cui si marca con forza la distanza di questa nuova esperienza con la politica interna al partito: Certi “momenti nazionali” – infatti – ci parevano delle puerili valvole di sfogo, pensate per ricondurre le migliori energie nel gorgo del “buon senso” borghese e del “politicamente corretto”, come la passeggiatina che si concede al cane dopo cena, in modo che non abbai durante la notte. Firmato Casaggì. Del resto Casaggì è la firma di quattro dei sei editoriali pubblicati, i due restanti non hanno firma.
La natura complessiva di questo sforzo editoriale è riassunta nel sottotitolo che appare in copertina: Per la rete identitaria delle Comunità militanti. Infatti l’ultima pagina di ogni pubblicazione elenca le strutture che fanno parte di questa rete, dalle 35 del primo numero arrivano a 65 con il sesto. Circa la metà sono declinazioni territoriali di Azione Studentesca, un quarto sono sezioni di Gioventù Nazionale e le rimanenti sono comunità militanti effettive o loro propaggini metapolitiche. Va chiarito che la definizione di “comunità militante” è abbastanza generica e difatti cadono sotto questa dicitura realtà anche molto diverse fra loro. È evidente che l’obiettivo dichiarato viene perseguito con costanza, si cerca infatti di riunire, di formare e uniformare politicamente gruppi che altrimenti difettano di unitarietà. È, letteralmente, la costruzione progressiva delle forze politiche giovanili di Fratelli d’Italia.
C’è da notare che nella lista dei gruppi aderenti a questa rete ci sono alcune assenze. In particolare risalta che da Roma l’unica realtà aderente sia Magnitudo Italia e che non vi sia traccia delle locali sedi di Gioventù Nazionale o di Azione Studentesca.
In questo senso appare particolarmente significativo che questa operazione di definizione degli orientamenti politici dei giovani che con varie sigle ruotano attorno a Fratelli d’Italia sia affidata a Casaggì. È un fatto che gran parte degli editoriali e degli articoli di indirizzo politico siano firmati da questa formazione. La comunità militante fiorentina, pur come detto essendo interna ad Alleanza Nazionale prima e a Fratelli d’Italia poi, è fra le realtà più forti del neofascismo italiano. In un lungo report del 2020 Patria Indipendente aveva già sottolineato il riferimento continuo e strutturale al nazionalsocialismo e al fascismo; il prendere a modello – “maestri di vita”, dicono – razzisti spirituali, feroci delatori antisemiti, ufficiali delle SS e le più intransigenti personalità del fascismo storico; il nostalgismo che li porta a fare parate in inquadramenti militari in onore dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, in occasione del 25 Aprile, e utilizzare le immagini della propaganda storica hitleriana per le proprie iniziative; l’uso diretto delle parole d’ordine del nazionalsocialismo.
In Agoghè il tenore è spesso il medesimo. Naturalmente c’è la riesumazione del fascismo storico. Azione Studentesca Padova, che elogia già nel primo numero di Agoghè “la più audace ed europea delle idee”, afferma: Il miglior testimone di quella magnifica avventura […] può essere, in definitiva, la certezza di essere quegli Uomini che non si limitano a sognare un mondo migliore, ma vanno a cercarlo e a sfidarlo, anche a costo di pagare il prezzo più alto. Sentendo veramente, nel proprio respiro e nel proprio sangue, l’ansia e l’anelito dell’infinito. La magnifica avventura è quella che parte con la marcia su Roma, naturalmente.
Ma si arriva anche alle citazioni da Niccolò Giani, direttore della Scuola di Mistica Fascista dove Mussolini era considerato alla stregua di un profeta della civiltà, con attributi divini come quello dell’infallibilità: in un articolo del quarto numero di Agoghè, con l’occhiello “per la formazione militante”, si riporta in grande la frase: Non cercate altrove, guardate al Fascismo, imparate a conoscerlo e lo amerete, studiatelo e diventerà la vostra idea. Né per voi sarà mai una catena ma un vincolo d’amore verso una creazione più grande dell’umanità. Esso sarà per voi e per tutti l’alba di un nuovo giorno.
Del resto tutti e sei i numeri abbondano di citazioni e riferimenti ai nomi più importanti del neofascismo e del neonazismo novecentesco. Da Adriano Romualdi a Leon Degrelle, da Codreanu a Evola, passando dall’hitlerismo esoterico di Miguel Serrano. Gli esempi sono talmente tanti e ricorrenti che non possiamo che rimandarvi alle 300 pagine complessive di Agoghè e che ancora è facile trovare in rete.
Ora, seguendo il ragionamento di Bocchino, o i militanti di 65 realtà giovanili di Fratelli d’Italia eccedono in maniera preoccupante con la birra – è un’affermazione fatta in diretta dall’ex onorevole – oppure c’è la costruzione consapevole di generazioni di nuove leve politiche attingendo a piene mani dalle idee del fascismo e del nazismo. Il silenzio su tutto questo è, come abbiamo detto all’inizio, particolarmente significativo.
Vorremmo anche sottolineare come la richiesta a questa area politica di esprimere esplicitamente fedeltà agli ideali democratici della Costituzione sia vana. E lo è non perché ci sia ritrosia o difficoltà in questo, al contrario: come dimostrato in tutto l’Occidente, negli ultimi anni il neofascismo ha ampiamente accettato la forma democratica come “regola del gioco”. In fin dei conti perché mai vorrebbero cambiare queste regole fintanto che non sono un ostacolo ai loro obiettivi politici?
La richiesta di professione di antifascismo verso Meloni o La Russa è comprensibile e magari può creare un momento di imbarazzo, ma non tocca la questione strutturale. Tante figure di spicco di Fratelli d’Italia si sono dette antifasciste, qualcuno – come il fondatore di Fratelli d’Italia e ora ministro Guido Crosetto – anche in tempi non sospetti. Si consideri inoltre che qualche mese dopo le elezioni che hanno portato all’attuale governo, un sondaggio rivelava come una buona maggioranza degli elettori di FdI dicessero di sé di essere antifascisti.
È attraverso la comprensione di queste contraddizioni che passa la capacità di guardare ai profondi cambiamenti che hanno caratterizzato la vita delle formazioni neofasciste e postfasciste attuali. La domanda, se vogliamo, può semplicisticamente essere: è l’estremismo di certa parte di Fratelli d’Italia ad aver vinto sui valori democratici o sono questi valori ad aver fagocitato, volente o nolente, Fratelli d’Italia?
Forse c’è una via di mezzo ed è questa via di mezzo che inquieta con la sua incoerenza e la sua incertezza.
Per approfondimenti rimandiamo sia al già citato nostro report su Casaggì del 2020 sia all’analisi dell’aggressione al Liceo Michelangiolo di Firenze del 2023. Inoltre il volume Cattive Compagnie, edito nel 2022 da I Libri di Bulow e liberamente scaricabile, affronta le medesime questioni.
18/6/2024 https://www.patriaindipendente.it
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!