Quello che non osiamo dire
Quello che non dicono i giornali è sempre troppo complicato da scoprire.
Una mamma ha denunciato un gruppo di coetanee della figlia quindicenne, si prostituivano per una ricarica telefonica, per dieci o venti euro, a volte per un pacchetto di sigarette. Nella cronaca di alcuni anni fa, emerse la storia di altre ragazzine, date in pasto agli usurai che tenevano per la gola le loro famiglie.
Gli organi d’informazione non riescono a quantificare l’aumento della prostituzione minorile, spesso i genitori scambiano i clienti per spasimanti, oppure sono complici, veramente complici. Certo, è tutto da evitare, ormai siamo abituati alle grandi imprese, alle lotte sovraumane per l’adozione, magari a distanza. Ma la prostituzione minorile, non la conosce nessuno?
E’ troppo scomodo ammettere pubblicamente il fallimento degli educatori, poiché la prostituzione, negli ultimi anni, è aumentata solo del 500%. Cosa vuoi che sia?
Niente di particolare, i ragazzini e le ragazzine volevano il telefonino nuovo e adesso hanno trovato il modo di comprarselo con i guadagni della nuova attività intrapresa, credono che l’unico modo per divertirsi sia consumare in eterno o finché morte non ci separi dal consumismo.
Basterebbe guardare come escono di casa, a volte le ragazzine vestono come delle pornostar. La gente con il comune senso del pudore si chiede “Ma i genitori cosa fanno? Cosa dicono? Cosa vedono?”
Il genitore è la carica a più alto rischio di critica sociale, diventano facili bersagli nella laguna del chiacchiericcio arrogante e provinciale, due combattenti come Don Chisciotte e Sancio Panza, se non proprio eroi, quasi eroi.
Non so dove arriverà questo treno della vergogna. I soldi e la vita comoda sono a portata di mano, soprattutto quando il corpo è acerbo. Sono più di vent’anni che si denuncia il fenomeno in aumento, vent’anni di silenzi clericali, vent’anni in cui la prostituzione minorile si è ritagliata una fetta di mercato, che non figura nel Pil delle nazioni, come non figura nei telegiornali spettacolari della tv di stato.
Le nuove generazioni sono sempre più ricattabili e il progresso non contempla un risarcimento globale, tanto meno in questo paese. Disoccupazione e dignità cozzano, nonostante gli sforzi estremi, per inscenare una lotta estrema.
La Lolita generata nella mente dei deviati, viene rac contata e utilizzata per incoronare fantasie malate, per lodare film di bassa leva, vigliacchi quanto la società votata al furto della giovinezza.
Non posso pensare che politici stolti e incolti parlino di ciò, non posso pensare che giornalisti zerbini facciano delle ricerche, che la tv vada a scovare tali storture, ma che il sapere sia reticenze davanti allo scempio è insopportabile.
Molti genitori si sentono distanti dal fenomeno allargato, molti sentono di non farne parte e alla fine risultano i commensali dei colpevoli, perché il tempo corre e il mondo non contiene tutti i battiti del progresso.
Antonio Recanatini
Collaboratore redazione di Lavoro e Salute
Dal numero di maggio di Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org
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