REFERENDUM & SANITA’ TRA PROPAGANDA E REALTA’

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La Calabria, la Sicilia, la Campania  avrebbero un servizio sanitario con prestazioni  impresentabili a causa del Titolo V della Costituzione. Non scherziamo e non diciamo sciocchezze propagandistiche: con il titolo V Regioni come Emilia Romagna, Toscana, Veneto hanno realizzato Servizi Sanitari regionali  di buona qualità sempre in presenza dello stesso Titolo V. In questi ragionamenti c’è qualcosa che non funziona: chi ha amministrato male non si nasconda dietro l’alibi del titolo V° !!

Riportiamo un pezzo di propaganda un pò dozzinale:

“Con la vittoria del sì al referendum e la riforma del Titolo V della Costituzione, non ci saranno più differenze tra Regioni in tema di sanità e ci sarà un accesso all’articolo 32 della Costituzione (che tutela il diritto alla salute a tutti i cittadini) uguale in tutto il Paese. “ [ , Questa affermazione della ministra è quanto meno ardita: sarebbero state le Regioni ad ostacolare l’attuazione dell’art.32 o, invece le risorse scarse, le ruberie e la cattiva amministrazione di alcune Regioni…..]

Ad affermarlo è il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin.”Abbiamo sentito dire per 17 anni che il tema vero del non funzionamento delle Regioni in Italia per quanto riguarda il tema della sanità era dovuto e causato dal titolo V. Finalmente il Titolo V si cambia, non ci saranno più materie concorrenti (una parte esclusiva dello Stato e una parte esclusiva delle Regioni). Cosa significa nella vita di un cittadino? Vi faccio un esempio: oggi è la giornata del diabete. Un paziente di diabete che sta male e si ammala in una città di una regione italiana, in quella determinata Asl ha in questo momento un percorso diagnostico diverso, un accesso alle terapie diverso, in alcuni posti ci sono centri di riferimento del diabete, in altri no. Questo, se cambia il Titolo V della Costituzione, non sarà più così perchè i piani diagnostici e terapeutici sono normativa generale dello Stato e per il bene comune della persona e le Regioni dovranno applicare delle disposizioni che il Ministero farà in modo concordato e ci sarà un accesso all’articolo 32 della Costituzione uguale in tutto il Paese” fonteASKANEWS

Il problema non è  quello della omogeneizzazione portata avanti dallo stato centrale: i protocolli diagnostico curativi sono ormai definiti a livello internazionale . Il modo di curare il diabete come dice la Lorenzin non è definito a livello regionale o nazionale, vi sono comunità di pratiche professionali dei diabetologi che definiscono i protocolli  a livello internazionale, ma questa nozione non sembra essere a conoscenza della ministra. Il MinIstero abbasserà i piani diagnostico terapeutici omogeneizzando al ribasso gli standard, si apriranno conflitti con le regioni più avanzate che si sono date servizi di eccellenza. Altro che articolo 32, qui si gioca il ridimensionamento del SSN.

Il problema della centralizzazione della gestione della sanità ha un altro obiettivo, quello della governance della spesa al massimo ribasso per cui non vi sarà più spazio nel servizio pubblico per certe eccellenze  che si sono date alcune regioni come Emilia Romagna Toscana Veneto . La prospettiva è quella di un Servizio sanitario standardizzato povero di risorse,  destinato ai poveri, una specie di Medicare di basso profilo per rispondere ad una domanda debole e incapace di fare rispettare i propri diritti alla salute e alla cura. Per la parte di popolazione con un reddito superiore ai 60 , 70 mila euro saranno offerte polizze  che includeranno le prestazioni ora offerte dal SSN . A  questo serve la centralizzazione del comando in sanità. Quindi dietro la balla delle diseguagliaze generate dal Titolo V*  è sotteso un altro disegno , quello della privatizzazione di fatto del SSN, e l’apertura al business assicurativo delle polizze sanità. Rispondere SI al referendum vuol dire accelerare questo processo di decostruzione del SSN e fare un grande favore alle  grandi compagnie Assicurative …. Questa è la vera eterogenesi dei fini che ispira il disegno di “riforma” della Costituzione.

Il Titolo V°  va sicuramente cambiato ma non nel modo rozzo e maldestro previsto nel testo di “riforma”.

Gino Rubini

Editor www.diario-prevenzione.it

19711/2016

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