REPORT MORTI SUL LAVORO 1 GENNAIO 2014 – 31 OTTOBRE 2014. L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro chiuderà il 31 dicembre 2014, dopo sei anni dall’apertura per “indifferenza” delle istituzioni, in primo luogo del governo
Invito a visitare anche il blog “fiori recisi” http://omaggioaimortiusullavoro.blogspot.it dove ho scolpito e dedicato un vaso di fiori a ciascuna vittima dei familiari di morti sul lavoro che ho conosciuto attraverso l’Osservatorio e dove si possono leggere testimonianze sui lavoratori deceduti, testimonianze che non possono non commuovere chi le legge.
Nei primi 10 mesi del 2014 sono morti sui luoghi di lavoro 554 lavoratori, tutti documentati, e oltre 1.100 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere.
L’aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 31 ottobre del 2013 è del 11,2%.
Il 31 ottobre del 2008 i morti sui luoghi di lavoro erano 551 e questo nonostante si siano persi milioni di posti di lavoro.
Vogliamo ancora una volta ribadire con fermezza che secondo i nostri dati in questi sei anni non si registra nessun calo dei decessi, se si prendono in considerazione non solo quelli monitorati dal’INAIL.
Con dati alla mano possiamo affermare che in questi anni di monitoraggio i morti sul lavoro non sono mai calati nonostante i mass media e la politica spesso affermino il contrario. Sono calati i morti tra gli assicurati INAIL, ma sono aumentati in modo esponenziale tra i precari, le partite IVA individuali e i lavoratori in nero; praticamente le categorie non protette dall’articolo 18 che questo governo sta cercando di fatto di eliminare.
Ad oggi l’agricoltura con il 38,3% del totale dei decessi registra un picco drammatico delle morti. In questo comparto il 69% dei decessi avviene per lo schiacciamento provocato dal trattore.
Dall’inizio dell’anno sono 141 gli agricoltori morti schiacciati dal trattore e ben 131 da quando il 28 febbraio scorso abbiamo inviato una mail a Renzi, Martina e Poletti avvertendoli dell’imminente strage che di lì a pochi giorni sarebbe ricominciata col ribaltamento di questi mezzi. Potevamo affermarlo perchè dai nostri dati questo era il trend di tutti gli anni precedenti. Chiedevamo loro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre una legge sulla messa in sicurezza delle cabine.
Non abbiamo mai avuto risposta, troppo impegnati a fare selfie, cinguettii e mangiare gelati.
Dati preoccupanti anche dal settore dell’edilizia dove i morti sui luoghi di lavoro sono il 19,3% sul totale: tra le cause più frequenti annoveriamo le”solite” cadute dall’alto.
Altre percentuali da segnalare sono il 10,3% dell’industriali (compresi i comparti artigianali) e il 8,1% nell’autotrasporto. Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei vari servizi alle imprese.
Percentualmente le morti sul lavoro sono distribuite in eguale misura in tutte le fasce d’età, agricoltura a parte dove le vittime hanno un’età mediamente più alta.
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 9,2% sul totale e i romeni sono sempre i più numerosi. Le altre morti sono da ricercarsi principalmente nel terziario.
Nel leggere questa terribile statistica ricordatevi sempre che, se si aggiungono anche i morti sulle strade e in itinere, i morti sul lavoro sono almeno il doppio e tante vittime sulle strade muoiono per stanchezza accumulata a causa di turni stancanti e di orari prolungati e per lunghi percorsi per andare e tornare dal lavoro.
Dalle analisi dei dati raccolti risulta evidente che a morire sono soprattutto lavoratori precari, in nero, partite IVA individuali e che l’abolizione dell’articolo 18 provocherà un aumento delle vittime.
Sono pochissimi i lavoratori che muoiono nell’industria dov’è presente il sindacato. Nei settori dove non è presente è impossibile rifiutarsi di fare un lavoro pericoloso pena il licenziamento.
Salvate il mondo del lavoro dalle barbarie e preservate questo articolo di CIVILTA’.
A disposizione per approfondimenti.
Carlo Soricelli
curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
5/11/2014 http://cadutisullavoro.blogspot.com
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