Ricordando Angelo Baracca
Martedì scorso, all’età di 84 anni, ci ha lasciato Angelo Baracca.
Quello che vorrei, innanzitutto, ricordare di Angelo Baracca è la sua generosità nell’impegno politico e nella ricerca teorica, unito alla sua capacità di relazione con i compagni che hanno lavorato con lui.
Angelo, oltre all’attività di insegnamento presso l’Università di Firenze, dove insegnava meccanica statistica, è stato sempre impegnato in campo sociale e politico.
A partire dalla fine degli anni’60 Angelo, in collaborazione con studenti e lavoratori si occupò dei temi relativi alle condizioni di lavoro e della salute nelle fabbriche.
Negli anni ‘70 partecipò alla fondazione del partito di Democrazia Proletaria, dove con altri compagni (tra cui lo scrivente) diede vita e sviluppò un gruppo di lavoro sulla scienza (e la sua falsa neutralità) e il suo rapporto con la società, la politica e l’economia.
Su temi politici, ambientali, pacifisti Baracca ha scritto sul Manifesto e numerose altre riviste. Negli anni ’80, partecipando attivamente al movimento ambientalista, contribuì su posizioni marxiste, al confronto (talvolta acceso) fra i più autorevoli ambientalisti italiani di diverso orientamento (Tiezzi ed altri)
In particolare, durante gli anni ‘70 si impegnò nel movimento antinucleare, sostenendo una lunga serie di confronti con fisici e tecnici del settore, fino al referendum del 1987. Su questi temi è utile ricordare il libro, da lui scritto con Silvio Bergia, “La spirale delle alte Energie”.
Nel 1985 fu eletto consigliere regionale in Toscana per Democrazia Proletaria. Successivamente, nel 1990 venne rieletto nel Consiglio regionale della Toscana per la “Federazione Unitaria dei Verdi” ma nel 1994 si dimise scegliendo di ritornare all’insegnamento universitario.
Fra le diverse sue pubblicazioni, voglio segnalare “Marxismo e scienze naturali”, dove, con Arcangelo Rossi, sviluppò una analisi critica di come il marxismo ha affrontato il rapporto con la ricerca scientifica le sue scoperte e le sue applicazioni, cercando di analizzare gli aspetti più cruciali di questo rapporto, in particolare su come, partendo da Marx ed Engels, si è sviluppato il confronto su quello che alla fine del 800 caratterizzo la “filosofia positivistica”.
Questo lavoro e questo tipo di approccio, sarebbe tanto più necessario oggi, in una realtà dove dobbiamo confrontarci con questioni come l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni nel campo del lavoro, della ricerca, o degli armamenti, Insomma per riprendere quelle riflessioni, oggi un po’ dimenticate, sul tema della scienza e del suo rapporto con il modello politico-economico dominante.
Riccardo Rifici
26/7/2023 https://transform-italia.it/
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