Ricovero dei malati non autosufficienti, l’emendamento Cantù al Senato cancella i loro diritti
COMUNICATO STAMPA
Torino, 5 marzo 2025
La Fondazione promozione sociale onlus/Ets lancia l’allarme sull’emendamento alla proposta di legge sulle professioni sanitarie licenziata dalla Commissione Affari sociali e Sanità del Senato (Ddl 1241, Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria) che prevede la modifica dell’articolo 30 della legge 730 del 1983. Nella sciagurata eventualità dell’approvazione, il testo della norma passerebbe da: «Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali» a «Sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo sanitario anche se connesse con quelle socio-assistenziali». Si tratta di variazioni in linguaggio tecnico, che nascondono una sottrazione dei diritti fondamentali dei
malati.
L’emendamento presentato dalla relatrice del provvedimento – la senatrice della Lega, Maria Cristina Cantù – punta ad escludere dalla piena copertura sanitaria dei costi di ricovero i malati non autosufficienti che hanno interventi sanitari
nettamente preponderanti su tutte le altre prestazioni che ricevono.
Di più, la seconda parte dell’emendamento, applica tali disposizioni ai «procedimenti giurisdizionali in essere», con una valenza retroattiva la cui legittimità sarebbe tutta da verificare.
La Fondazione promozione sociale è un Ente del Terzo Settore, nato nel 2003 come onlus, in affiancamento
allo storico Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base di Torino. La Fondazione lavora
per la promozione e la difesa dei diritti di coloro che non possono difendersi da sé – i più deboli della società:
le persone con disabilità/i malati cronici non autosufficienti. Non riceve sovvenzioni dalle istituzioni e non
gestisce servizi per loro conto a garanzia della sua totale indipendenza, necessaria per rivendicare i diritti
negati proprio dalle istituzioni – le cure sanitarie, per esempio –agli utenti malati/ persone con disabilità non
autosufficienti.
«I minacciati tagli alla spesa sanitaria e sociale per dirottare altrove le già scarse risorse minacciano di farsi sempre più feroci – osserva la presidente della Fondazione promozione sociale, Maria Grazia Breda –. Inoltre, la norma è scritta in modo che, in caso di sua sciagurata approvazione, non possiamo escludere una sua futura applicazione anche ai ricoveri ospedalieri, a quelli riabilitativi e di lungodegenza.
Infatti, la parcellizzazione delle prestazioni e la loro distinzione in sanitarie e non sanitarie è l’anticamera dell’imputazione del costo delle prestazioni definite non sanitarie a carico dei malati».
Dopo il fallimento dell’integrazione socio-sanitaria (in realtà, l’accollo di una parte dei costi dei ricoveri di lungo periodo a malati e famiglie) è all’orizzonte anche la fine della gratuità delle prestazioni anche di acuzie? Finiremo per pagare una retta alberghiera ospedaliera o in Casa di cura per i pasti e la pulizia delle camere?
«Il riconoscimento della copertura sanitaria totale delle spese di ricovero, i cosiddetti casi di ricovero al 100% sanitario in Residenza sanitaria assistenziale – aggiunge Maria Grazia Breda – è stata utilizzata strumentalmente dai gestori delle strutture. Non è vero che ‘tutti i ricoverati in Rsa’ hanno diritto al 100% di copertura sanitaria della retta. E non è nemmeno vero che la discriminante per la copertura totale è la malattia di Alzheimer».
Il 100% sanitario è stato riconosciuto, dopo lunghi procedimenti legati «a pochi casi sull’enorme quantità di ricoverati – osserva Breda -. Il riconoscimento del 100% della spesa a carico del Servizio sanitario ha certificato la loro assoluta gravità delle loro condizioni cliniche. Si tratta, insomma, di ricoveri ‘sbagliati’, che in un Paese che non avesse ridotto all’osso i reparti di medicina ospedaliera e i posti di lungodegenza, non sarebbero mai arrivati in struttura socio-sanitaria, fermandosi a luoghi di cura con copertura sanitaria totale».
Inoltre, la Fondazione promozione sociale segnala che «non abbiamo traccia, invece, di prese di posizione dei gestori, né della senatrice Cantù, sul fatto che migliaia di italiani anziani malati cronici non autosufficienti non ricevono dal Servizio sanitario nemmeno la quota sanitaria del loro ricovero di lungo-assistenza (50% previsto dall’articolo 30 dei Lea, ma di fatto applicato con moltissime carenze, come dimostrano le lunghissime liste di attesa per la convenzione sanitaria, in cui i malati
restano anche per anni) ».
Per informazioni: Fondazione promozione sociale, 011.8124469 – 345.6749838, info@fondazionepromozionesociale.it
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