Rieletta la relatrice speciale ONU per la Palestina, Francesca Albanese. Gli USA ne avevano chiesto le dimissioni

Francesca Albanese, giurista e accademica italiana, è stata riconfermata nella sua posizione di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per la Palestina fino al 2028 dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Gli USA e diversi parlamentari di Paesi europei e gruppi ebraici sionisti avevano cercato di impedirne la rielezione, con le solite accuse infondate di “antisemitismo”, perchè denuncia i palesi ed evidenti crimini di Israele, il genocidio gazawi, ecc.

La sua conferma rappresenta una vittoria significativa per coloro che sostengono la legalità internazionale e i diritti del popolo palestinese.

La Missione degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite aveva dichiarato mercoledì di aver inviato una lettera al Segretario generale Antonio Guterres, opponendosi al rinnovo del mandato di Francesca Albanese come Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati. La lettera accusa Albanese di “antisemitismo” a causa della sua posizione pro-Palestina e anti-genocidio.

“Condanniamo il suo virulento antisemitismo, che demonizza Israele e sostiene Hamas”, aveva affermato la Missione degli Stati Uniti in un post su X.

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“Ha chiaramente violato il codice di condotta delle Nazioni Unite e non è adatta al suo ruolo. La sua riconferma dimostrerebbe che le Nazioni Unite tollerano l’odio antisemita e il sostegno al terrorismo”, ha affermato.

Nelle ultime settimane, Albanese ha dovuto affrontare crescenti pressioni da parte di gruppi e politici pro-Israele che chiedevano la fine del suo mandato.

Diversi paesi avevano espresso riluttanza a sostenere la sua riconferma a causa delle sue critiche esplicite a Israele.

Albanese ha costantemente evidenziato la pulizia etnica e il genocidio contro i palestinesi, nei suoi rapporti ufficiali e nelle sue apparizioni sui media.

La reazione contro Albanese è stata alimentata da personaggi come il parlamentare laburista britannico David Taylor, che l’ha accusata di aver giustificato l’operazione di Hamas del 7 ottobre 2023 e di aver descritto Israele come un’“invasione di coloni” in un’intervista al The Jewish Chronicle, un quotidiano filo-israeliano.

Le organizzazioni filo-israeliane, tra cui UN Watch, sono state in prima linea nella campagna contro di lei. UN Watch ha pubblicato un rapporto di 60 pagine in cui accusa Albanese di promuovere l’antisemitismo e il “terrorismo” sotto il suo ruolo alle Nazioni Unite. L’organizzazione ha anche lanciato una petizione esortando l’UNHRC a respingere la sua riconferma.

In una recente sessione dell’UNHRC a Ginevra, il direttore di UN Watch Hillel Neuer ha chiesto l’immediata cessazione del mandato di Albanese.

Anche altri gruppi, tra cui il World Jewish Congress e l’organizzazione giovanile sionista Betar, hanno preso di mira Albanese. Betar ha minacciato di attaccarla durante una recente visita a Londra.

In Francia, 42 parlamentari hanno firmato una dichiarazione che esorta il loro governo a impedirle di continuare a svolgere il suo ruolo, sostenendo che la sua retorica mina la credibilità dei diritti umani, secondo lo UN Watch.

Negli Stati Uniti, il presidente della Commissione per gli affari esteri della Camera Brian Mast ha guidato le richieste del Congresso affinché l’UNHRC respingesse la sua riconferma, sostenendo che “si è schierata con i terroristi di Hamas e ha accusato Israele di genocidio”.

Nei Paesi Bassi, il ministro degli esteri olandese Kajsa Ollongren ha affermato, in risposta alle domande del partito protestante fondamentalista SGP, che il paese non sostiene un secondo mandato per Francesca Albanese, rappresentante speciale delle Nazioni Unite a Gaza.

Albanese, tuttavia, è rimasta salda di fronte a tutti questi tentativi.

Nel suo ultimo rapporto ONU, pubblicato due settimane fa, ha avvertito che i palestinesi sono a rischio di pulizia etnica di massa mentre Israele cerca di impossessarsi di più terra sotto le mentite spoglie della guerra.

Ha paragonato le attuali azioni di Israele alla Nakba del 1947-1949 e alla Naksa del 1967, sostenendo che la storia si ripete mentre il mondo distoglie lo sguardo.

Ha esortato la comunità internazionale a intraprendere azioni concrete, chiedendo l’applicazione del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia che considera illegale l’occupazione di Israele.

Ha anche chiesto misure vincolanti per prevenire il genocidio a Gaza, sottolineando che solo un intervento internazionale decisivo può proteggere i palestinesi da ulteriori spostamenti e violenze.

(Fonti: Quds News, X e agenzie).

5/4/2025 https://www.infopal.it/

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