Riepilogo delle violazioni israeliane commesse nella città di Gerusalemme – giugno 2024

Europei per al-Quds. Riepilogo delle violazioni israeliane commesse nella città di Gerusalemme – giugno 2024.

I. Indice generale delle violazioni compiute dall’occupazione israeliana nella Gerusalemme occupata.
Nel mese di giugno 2024, la squadra di ricerca di Europei per al-Quds ha documentato 622 crimini compiuti a Gerusalemme dalle forze di occupazione, suddivisi in 17 tipi di violazioni dei diritti umani. La maggior parte di queste violazioni sono di tipo complesso, cioè costituite da più crimini combinati insieme. Le violazioni più numerose sono state le incursioni e i rastrellamenti, con il 56,4% del totale, seguiti dagli arresti col 12,1%.

II. Il diritto alla vita e all’incolumità fisica.
Durante questo mese, Europei per al-Quds ha registrato 33 sparatorie e aggressioni compiute dalle forze di occupazione israeliane nei quartieri della Gerusalemme occupata. A causa di queste, il bambino Muhammad Murad Ahmad Hoshiya (12 anni), della città di Qatana, è stato ucciso da colpi di arma da fuoco sparati dall’esercito israeliano a Ramallah. Inoltre, altri due giovani sono rimasti feriti, decine di persone hanno avuto sintomi da soffocamento e almeno 16 cittadini sono stati picchiati e hanno subito maltrattamenti.

III. Rastrellamenti, detenzioni e arresti domiciliari.
Le forze di occupazione israeliane hanno continuato ad effettuare incursioni e rastrellamenti nei quartieri palestinesi, comprese le irruzioni nelle case e proprietà, gli abusi compiuti sui residenti e gli arresti arbitrari dei residenti di Gerusalemme, senza mandati di arresto o perquisizione. Tali operazioni prevedevano: sottoporre le persone a percosse o a lunghi interrogatori, ed imporre sanzioni pecuniarie. Le forze di occupazione utilizzano gli arresti come strumento di punizione e intimidazione senza alcun pretesto o motivo legale.

Durante questo mese, il team di Europei per al-Quds ha documentato 351 incursioni delle forze di occupazione nelle città e nei quartieri di Gerusalemme durante le quali sono stati arrestati 75 cittadini, tra cui 11 bambini. Altre 7 persone sono state convocate per interrogatori mentre a 6 cittadini sono stati imposti gli arresti domiciliari.

IV. Demolizioni.
Il rapporto ha documentato 20 demolizioni che hanno interessato 20 unità residenziali, inclusi 4 casi in cui i proprietari sono stati costretti ad auto-demolire le proprie case. Inoltre, sono stati emessi numerosi avvisi e ordinanze di demolizione contro altre case e strutture.

V. Sequestro e confisca di beni.
Nel mese di giugno non sono stati segnalati sequestri o confische di beni.

VI. Insediamenti coloniali e giudaizzazione.
Le autorità militari israeliane stanno perseguendo attivamente una trasformazione demografica nella città di Gerusalemme, implementando diversi provvedimenti governativi, politici e di sicurezza per riuscire a raggiungere questo obiettivo. Al contempo, garantiscono ai coloni e alle loro associazioni per gli insediamenti ampia facoltà per acquisire quante più proprietà possibili nei quartieri della città.

VII. Attacchi alla moschea di Al-Aqsa.
La Moschea di Al-Aqsa rimane al centro delle politiche aggressive israeliane, tra cui le ripetute incursioni compiute dall’esercito israeliano e dai coloni, le attività per impedirne il restauro e gli ostacoli all’accesso dei fedeli musulmani.
Le incursioni dei coloni nella Moschea Al-Aqsa avvengono solitamente in due orari: dalle 7:30 alle 11:00 (periodo mattutino) e dalle 13:30 alle 14:30 (periodo pomeridiano). Pesantemente sorvegliate dalle forze speciali israeliane, dalla polizia, dai servizi segreti e dagli ufficiali, le incursioni si svolgono tutti i giorni, tranne il venerdì e il sabato.
Le irruzioni cominciano nella zona ovest, dalla Porta Dung, per poi dirigersi verso piazza Al-Musalla Al-Qibli e Moschea El-Marwani. Quindi si dirigono verso il muro orientale della moschea, poi verso l’area di Bab al-Rahma, poi lungo il muro settentrionale della moschea, a sud verso Bab al-Qattanin e infine i coloni escono da Bab al-Silsilah.
Durante il mese di giugno, 5.149 coloni, assieme ad altre centinaia di persone che si spacciano per turisti, hanno partecipato alle incursioni nella moschea di Al-Aqsa, nell’arco di 22 giorni. Sono state inoltre registrate altre 7 violazioni gravi commesse dall’occupazione, tra cui due casi di assalto alla moschea di Al-Aqsa.
Ogni venerdì del mese, le forze di occupazione hanno aumentato la loro presenza lungo le strade della città e nei pressi della Moschea di Al-Aqsa. I militari si sono appostati vicino alle porte di accesso della Sacra Moschea, bloccando i fedeli, controllandone i documenti d’identità e imponendo restrizioni a chi voleva entrare per la preghiera.

VIII. Allontanamenti e rimozioni forzate.
Le autorità di occupazione israeliane hanno continuato ad attuare la politica delle espulsioni dalla moschea di Al-Aqsa e dalla città di Gerusalemme, emettendo questo mese 10 ordini di deportazione in totale.

IX. Violenze dei coloni.
Questo mese i coloni hanno continuato le loro aggressioni contro i cittadini della Gerusalemme occupata. Europei per al-Quds ha documentato 10 episodi, tra cui aggressioni a persone, danni a proprietà e azioni di incitamento all’odio.
Uno degli incidenti più gravi è avvenuto domenica 2 giugno, quando i coloni hanno attaccato gli allenatori di calcio presso lo stadio Monte degli Ulivi di Al-Tur, durante una sessione di allenamento dei bambini. Successivamente, le forze di occupazione hanno arrestato alcuni dei giovanissimi giocatori.

X. Assedio e limitazione delle libertà.
Le forze di occupazione proseguono l’assedio oppressivo nelle città e nei quartieri palestinesi della Gerusalemme occupata, impedendo il movimento dei cittadini palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza. Mantengono inoltre le limitazioni delle libertà civili ed ostacolano le attività della stampa e dei media nella città occupata.
Nel corso di questo mese, il rapporto ha documentato 51 checkpoint fissi e provvisori, oltre a 9 violazioni delle libertà dei media e delle libertà civili.

XI. Violazioni dei diritti economici, sociali e culturali.
Le forze di occupazione persistono nel violare i diritti economici, sociali e culturali dei gerosolimitani. Nel corso di questo mese sono stati registrati numerosi episodi di repressione contro i proprietari di negozi, tra cui l’imposizione di multe.

XII. Attacchi contro i cristiani.
Domenica 30 giugno, le autorità di occupazione hanno notificato alle chiese della Città Santa, così come a quelle di Jaffa, Nazareth e Ramla, che avrebbero riattivato i cosiddetti “provvedimenti legali” dopo un congelamento di sei anni. Queste misure sono state ripristinate a causa del presunto mancato pagamento di tasse gravanti sui beni di proprietà della chiesa.

XIII. Conclusioni e proposte.
Le forze di occupazione hanno costantemente sfruttato la loro aggressione contro la Striscia di Gaza per intensificare le violazioni anche nella Gerusalemme occupata. Hanno preso di mira gli abitanti di Gerusalemme e i loro luoghi sacri, proseguendo gli sforzi per giudaizzare la città e imporre nuove realtà all’interno della moschea di Al-Aqsa.
Di conseguenza, l’organizzazione Europei per al-Quds resta profondamente preoccupata per le gravi violazioni che si verificano a Gerusalemme, tra cui gli attacchi dei coloni contro i civili e i tentativi di alterare lo status quo della moschea di Al-Aqsa. Queste azioni acuiscono la sofferenza dei gerosolimitani e perpetuano le politiche di giudaizzazione, caratterizzate da ripetute incursioni nel complesso della moschea di Al-Aqsa e dai tentativi di suddividerla temporalmente e spazialmente, oltre agli assalti ricorrenti contro la cappella di Bab al-Rahma nel tentativo di farla chiudere.

Ribadiamo il nostro monito contro le politiche, le pratiche e le dichiarazioni del governo israeliano, che sostiene apertamente la giudaizzazione della moschea di Al-Aqsa e di Gerusalemme. L’attuazione di queste politiche rischia di innescare ulteriori violenze ed un’escalation nella regione.

Mettiamo in guardia contro le pericolose ripercussioni dell’escalation della politica israeliana a Gerusalemme, in particolare nei confronti della Moschea di Al-Aqsa. Chiediamo alla comunità internazionale di esercitare pressioni urgenti su Israele affinché cessi i suoi attacchi, si astenga dall’alterare lo status quo nella moschea di Al-Aqsa, blocchi il sequestro di case e proprietà palestinesi e metta fine alla pratica dello sfollamento forzato.

Europei per al-Quds esorta i paesi dell’Unione Europea ad assumere le proprie responsabilità obbligando lo stato occupante ad aderire al diritto internazionale e alle risoluzioni delle Nazioni Unite, compresa la Quarta Convenzione di Ginevra per la protezione dei civili. Israele deve porre fine al terrorismo di stato contro i civili di Gerusalemme, consentendo di praticare liberamente i loro riti religiosi, frenando i coloni e prevenendo il furto di proprietà.

Affermiamo l’illegalità di qualsiasi misura de facto adottata dalle autorità di occupazione nella Gerusalemme occupata. Tutte le azioni successive all’occupazione della città nel 1967 non alterano il suo status giuridico di territorio occupato.

Condannando l’uso eccessivo della forza contro gli abitanti di Gerusalemme e la protezione dei coloni da parte delle forze israeliane durante i loro attacchi, elogiamo la fermezza del popolo di Gerusalemme.

Sottolineiamo che lo status di Gerusalemme come città occupata è stabilito dai diritti storici e dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, che non possono essere alterati da misure o pratiche coercitive.

La demolizione, lo sgombero e il sequestro delle case palestinesi da parte delle autorità di occupazione e dei coloni costituiscono una politica sistematica mirata allo sfollamento forzato dei palestinesi e all’alterazione del carattere demografico della città.

Queste azioni illegali violano la Quarta Convenzione di Ginevra e costituiscono crimini di guerra secondo il diritto internazionale.

Condannando i continui attacchi israeliani contro gli abitanti di Gerusalemme e le loro proprietà, Europei per al-Quds ritiene che queste azioni mirano a cancellare la presenza palestinese nella città, cambiandone l’identità arabo-palestinese.

Chiediamo alla comunità internazionale di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti di Gerusalemme e della popolazione palestinese che vi abita, proteggendola in quanto residenti di un’area occupata, in conformità con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’Assemblea Generale. Gerusalemme rimane sotto la responsabilità internazionale come stabilito dalla Risoluzione 181 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Traduzione di Aisha T. Bravi

20/7/2024 https://www.infopal.it

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