Ritorno a scuola. Scuole socchiuse

Siamo al secondo anno scolastico del “ dopo Covid”. La speranza di un inizio sereno è sfumata: il tema dei banchi a rotelle, leit motiv dell’estate e del settembre 2020 è ormai superato. Meglio non sapere esattamente dove siano, ora, tutti quei banchi. L’avvio di quest’anno si presenta caotico ed incoerente come il precedente, le disposizioni si susseguono e cambiano giornalmente, al Ministero continuano a lavorare alacremente, giorno e notte, e nel paese si diffonde sempre più un clima da guerra civile, metaforica, per fortuna.

La scuola è di nuovo al centro dell’attenzione perchè, ribadisce il Ministro, deve essere in presenza; la novità, rispetto a un anno fa, è rappresentata dalla campagna di vaccinazione che a partire da febbraio ha indicato il personale scolastico tra le categorie prioritarie. I docenti e il personale ATA hanno risposto positivamente, ( oggi siamo a percentuali oltre il 92 % di vaccinati, nonostante tutto ) almeno fino a quando non è iniziato il balletto del vaccino Astra Zeneca, prima consigliato fino ai 55 anni, poi , forse considerata l’età media più elevata di lavoratrici e lavoratori del settore, esteso anche ai più maturi. Le indicazioni contraddittorie, l’incertezza, la rilevanza mediatica data alle reazioni e alle morti connesse al vaccino hanno scandito le fasi della campagna vaccinale, fino a rendere necessario il ricorso al generalissimo Figliuolo.

Intanto, il paese si è spaccato, diviso tra sostenitori e detrattori del vaccino e poi del Green pass. Con tutte le sfumature del caso, dai puristi complottisti che vedono dittature sanitarie e auspicano rivoluzioni, a chi ha dubbi, perplessità magari non tanto dal punto di vista scientifico ma per le ripercussioni delle disposizioni nei luoghi di lavoro. Il discusso Green pass, infatti, risponde da un lato ad un’innegabile necessità di frenare la ripresa dei contagi con la riapertura delle scuole, dall’altro consente al governo di non affrontare, per ora, la questione dell’obbligo vaccinale. La scuola è stata individuata subito come luogo sensibile, strategico, anche se in tutto l’anno scolastico scorso si è ripetuto che le scuole erano sicurissime. Il protocollo di sicurezza per il 2021/22 prevedeva classi meno numerose e tamponi gratuiti per tutti,e su questo punto si sono generate polemiche e confusioni che nuocciono gravemente alla salute della categoria.

Il Green pass, reso obbligatorio per il personale scolastico, è stato contestato e ha sollevato diverse questioni di carattere sindacale ( è prevista la sospensione dopo 5 giorni di inadempienza dell’obbligo ) , organizzativo ( controllo quotidiano inizialmente, poi risolto con l’avvio di una piattaforma che consentirà di incrociare i dati tra ministeri, tempi di rilascio delle certificazioni post vaccino), di definizione della validità e del costo dei tamponi ( riconosciuti anche i tamponi rapidi salivari, previsti prezzi calmierati, utili per chi dovrà ricorrere ogni 48 ore ai test ). Nel frattempo si discute di estensione del Green pass ad altri luoghi di lavoro, pubblici e privati, e di obbligatorietà del vaccino.

Il punto più pericoloso, guardato con preoccupazione anche da chi riconosce la necessità di usare tutti i mezzi utili a contenere la pandemia, in primo luogo il vaccino, ma anche tutti i dispositivi e le misure precauzionali che conosciamo bene, è l’impatto che queste decisioni hanno dal punto di vista sindacale. Sia perchè introducono principi sanzionatori, sia perchè sembrano deresponsabilizzare i datori di lavoro, suggerendo la possibilità di bypassare qualcuna delle misure previste. O di continuare a d ignorare quello che serve davvero. Nella scuola comunque, si continuerà ad utilizzare mascherine, a tenere le finestre aperte, ad evitare che le classi si mescolino e a sperare nella buona sorte.

Per gli studenti il green pass non è previsto. Il numero degli alunni per classe non è stato ridotto, non si ha notizia di un serio piano per il tracciamento ( non si esclude un caos ancora maggiore quando si tratterà di differenziare le quarantene in base allo status del contagiato, se vaccinato o meno) , il presidio sanitario -scolastico resta un miraggio, si continua a giocare sulla misurazione della temperatura ( autocertificata, chè ormai i termoscanner non funzionano più da nessuna parte ) si continua a produrre tonnellate di carta che attesta che non abbiamo sintomi covid ) . Nessun piano per i trasporti.

Rimane il dramma dei precari, anche quest’anno travolti da un algoritmo impazzito che in diversi territori ha sconvolto le graduatorie, nonostante le dichiarazioni ottimistiche del “ tutti i docenti in classe il primo giorno”. La categoria si prepara ad aspettare ancora una seria considerazione dei problemi strutturali della scuola italiana ed il rinnovo del contratto, nella solita scarsa tonicità del sindacato che continua a non osare proteste energiche.

Intanto, senza troppi complimenti, il ministero lancia i presupposti per le grandi riforme annunciate. A cominciare da quella sul reclutamento e sulla formazione , per cui con una circolare alle scuole predispone l’avvio del il corso di 25 h per l’inclusione, ( previsto dal decreto 188 del giugno 2021) destinato a tutti i docenti di allievi con disabilità, da svolgere fuori orario di servizio.

I sindacati contestano l’obbligatorietà, non prevista dal contratto, ed il mancato confronto su una materia, la formazione, la cui pianificazione è di competenza dei collegi docenti. E attendiamo le prossime , sensazionali sorprese che dovrebbero rinnovare la scuola, destinataria di risorse del PNRR che si può supporre prenderanno direzioni diverse da quelle, semplici, che lavoratrici e lavoratori della scuola auspicano.

Loretta Deluca

Insegnante Torino

Collaboratrice redazionaledi Lavoro e Salute

Pubblicato sul numero di settembre 2021 http://PDF http://www.lavoroesalute.org/

In versione interattiva http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-settembre-2021/

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