Roma. I “macchinisti assenti” e le sceneggiate di media e politica
In piena bufera per la questione di Mafia Capitale la giunta capitolina estrae dalla calza della befana l’assenteismo dei macchinisti della metro e dei vigili romani. In un crescendo di dichiarazioni minacciose, tra licenziamenti e sospensioni annunciati, l’occhio del ciclone si è spostato rapidamente altrove. La politica romana può tirare un sospiro di sollievo. L’opinione pubblica se la prenderà con i Vigili romani e i lavoratori di ATAC . Se qualcuno passerà a vie di fatto (come purtroppo accade sempre più spesso) il sindaco Marino o l’assessore Improta poi andranno sui teleschermi a versare le solite lacrime di coccodrillo. In un paese normale queste sceneggiate sarebbero immediatamente smascherate. Una stampa non ammaestrata svelerebbe subito l’arcano, invece di farsi megafono di penose commedie. Scoprirebbe subito che su 157 macchinisti MA la notte di capodanno se ne sono ammalati neanche una decina e che a 4 di loro i medici di controllo Inps hanno prolungato i giorni di malattia. Scoprirebbe immediatamente che dirigenti complessivamente inaffidabili di ATAC hanno affrontato il prolungamento del servizio di fine d’anno solo il 29 dicembre convocando le RSU dei settori del viaggiante e del movimento e che la maggior parte di esse non hanno sottoscritto l’accordo proposto poiché carente riguardo a sicurezza del servizio e dei lavoratori. Che il turno di lavoro del prolungamento sarebbe comunque stato a prestazione straordinaria, quindi volontaria del lavoratore. Che l’assessore Improta dimostra di non conoscere neanche le fasce di reperibilità per i lavoratori durante la malattia (dalla 10 alle 12 e dalle 17 alle 19) parlando di controlli effettuati durante la notte. Che, nel recente passato, mentre la politica romana era concentrata a saccheggiare l’ATAC attraverso un sistema di complicità con dirigenti e sindacati compiacenti, i settori operativi dell’ATAC sono stati quelli che hanno garantito ai cittadini romani un servizio dignitoso sacrificando tempo libero e famiglie per coprire turni di lavoro, altrimenti scoperti, per organici fortemente insufficienti (ogni giorno, per esempio, sulla metro A, ci sono 70 turni in più rispetto all’organico dei macchinisti, coperti da questi con turni a straordinario!!). Che oggi l’ATAC è un far west dove sono saltate regole e programmazione e si vive alla giornata. Che, in questo momento, in un paese normale, dopo quanto accaduto con Mafia Capitale, la giunta dovrebbe essere impegnata nella verifica di appalti e consulenze milionari che ruotano intorno ad ATAC , e non a controllare se un macchinista dorme a casa o fuori.
In un paese normale…………….
Roma 04 Gennaio 2015
La Segreteria Provinciale Roma di Or.S.A. TPL
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