Rovigo: quattro operai uccisi da esalazioni in fabbrica. Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista: “Esprimiamo tutto il nostro cordoglio per la morte dei quattro operai ad Adria alle famiglie, agli amici e a tutti i lavoratori dello stabilimento, e ci auguriamo che il quinto operaio possa guarire. La magistratura appurerà lo svolgimento puntuale dei fatti, ma le morti sul lavoro non sono mai “incidenti”. Alla base c’è sempre la pressione sui lavoratori, la mancanza o l’insufficienza di investimenti in sicurezza, un’organizzazione del lavoro pensata prima di tutto per garantire utili anche a scapito dell’incolumità e della salute dei lavoratori. Ed è inaccettabile che il governo invece di intervenire per rafforzare le tutele, voglia togliere ancora diritti e garanzie a chi lavora: chi è in grado di far rispettare le regole sulla sicurezza se è sottoposto quotidianamente alla minaccia del licenziamento?”
Sono quattro gli operai morti e uno rimasto ferito in modo grave. E’ il bilancio – ancora provvisorio – del gravissimo “incidente sul lavoro” avvenuto questa mattina intorno alle 10 ad Adria (località in provincia di Rovigo), all’interno degli stabilimenti dell’impresa Co.Im.Po. srl specializzata nel trattamento di rifiuti industriali e speciali.
Si tratta di operai della Co.Im.Po di Adria, una ditta per lo smaltimento di rifiuti speciali di Cà Emo (Rovigo). I loro nomi: Nicolò Bellato, 28 anni, e Paolo Valesella, 53, entrambi di Adria, Marco Berti, 47, e Giuseppe Valdan, 47, di Campolongo Maggiore (Venezia).
C’è anche un quinto operaio coivolto nell’incidente ed attualmente ricoverato in gravi condizioni in ospedale.
In un primo momento si credeva che ad aver perso la vita fossero state 3 persone, ma in tarda mattinata i soccorritori hanno trovato il corpo della quarta vittima.
I quattro lavoratori – tre operai alle dipendenze della ditta e l’autista dell’autocisterna – sarebbero deceduti a causa delle ingenti esalazioni di acido solforico provocate dallo scoppio di una cisterna. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco per la bonifica del sito e i tecnici dell’Arpav che hanno vietato a chiunque di avvicinarsi al luogo dell’incidente a causa del persistente pericolo rappresentato da una nube tossica. Un pompiere è anche stato colto da malore durante l’intervento.
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