Sanità già differenziata in Emilia Romagna
Il comparto sanità, negli ultimi anni, ha subito gravi tagli. Intermini di spesa pro capite, dal 2006 ad oggi, la riduzione è statadi quasi l’11%, meno della Svizzera, degli Stati Uniti e della Germania, ma a quanto pare ancora per poco sarà pubblica. E’ diminuita la spesa, ma sono aumentati i bisogni: una popolazionesempre più povera, quindi più suscettibile di ammalarsi a causadel tenore di vita scadente, è aumentata la popolazione anziana,anch’essa con maggiori bisogni sanitari. Nei territori più disagiatie spopolati, uno dopo l’altro, con la logica dei numeri, vengono chiusi presidi e con ciò posta un’ipoteca sulla sicurezza deicittadini impossibilitati a curarsi. I tagli sono del tutto irragionevoli e giustificati solo dalle politiche di austerità che vedono la spesa pubblica come il peggiore dei mali, a meno che non serva persostenere i profitti e coprire le perdite dei privati. Tant’è vero che parallelamente al dimagrimento delle risorse pubbliche perla sanità, e delle prestazioni risultanti, si rafforzavano quelle deiprivati, che hanno trovato spazi crescenti anche nel le regionicosiddette “rosse/rosa” come l’Emilia Romagna.
I tagli hanno avuto un impattato sui livelli occupazionaliaumentando la quota dei precari. Con meno personale e più precariato, non si forniscono certamente migliori prestazioni. Per favorire il settore privato, bisognava creare malcontento versoquello pubblico e i tagli hanno assolto bene a questo compito. I tempi di attesa, spesso insostenibili, per avere accesso a visite specialistiche e cure e il crescente costo dei ticket, stanno indirizzando gli utenti verso le prestazioni a pagamento negando il diritto di ogni cittadino a essere curato.
Il Ministro Speranza, ha proclamato che questo governo procederàad invertire la tendenza al disinvestimento operato dagli ultimi esecutivi. Ma è davvero così? La modulazione dei ticket in Emilia Romagna, apparentemente equa, è contraria agli interessi di chisoffre per le carenze delServizio sanitario nazionale,mentre non scalfirà quelli di chi può permettersi di curarsi nelle strutture private o quelli di chile gestisce. E’ bene ricordare che ilfinanziamento della sanitàpubblica avviene già con lafiscalità generale, quindi il Ticket è una richiesta iniqua.Assicurare che tutti siano curatiè quella di realizzare effettivamente il principio universale della sanità, un servizio sanitario gratuito per tutti e di togliere i privilegi al mercato della salute eliminando le condizioni favorevoli al potenziamento delsettore privato attraverso il sistema di convenzioni con il SSN.
Da anni in Emilia Romagna (il Pd) ha rafforzato la sanità privatain convenzione col pubblico. Le polizze sanitarie sono aumentatein quanto sostenute, propagandate e fatte fare dai Sindacati ai propri iscritti (come hanno fatto per i Fondi Pensione….) rappresentano un lucroso business, mentre questi soldi andrebberoutilizzati per erogare servizi efficienti e in tempi rapidi, come icontratti di lavoro che hanno introdotto la trasformazione di unaparte del costo del lavoro in welfare aziendale va contro l’obiettivo di un sistema sanitario universale e solidaristico.
Ormai non si fa più distinzione alcuna tra strutture gestite daprivati o dal terzo settore, conforza-lavoro meno pagataanche in virtù di contrattisfavorevoli, e strutture pubbliche vere e proprie, La parola pubblico riguarda ancheciò che pubblico non è: nonbasta stabilire principi guidacomuni tra pubblico e privatoper abbattere ogni differenza. E la grande novità del principio di sussidiarietà, secondo cui lo Stato dovrebbe astenersi da intervenire laddove può il terzo settore.Nel contesto delle crescenti carenze del servizio pubblico datempo in E.R. ed anche nella mia città sono sorti poliambulatoridi cure primarie formati da medici di base e gestiti di fatto come aziende private. In questo modo al medico di base viene sminuitala sua funzione originaria, orientandosi verso servizi sostitutividel pubblico a “spazi benessere” in alternativa alla Sanità Pubblica. Allo stesso tempo anche il ruolo delle farmacie a Forlì ed in E.R. è stravolto dentro tale logica sostitutiva, confarmacie private ostaggio ormai delle multinazionali e strutture pubbliche collegate a poliambulatori.
Sono questi gli scenari di una sanità che da pubblica si vatrasformando in qualcosa di diverso. Il grande piano di rilanciodella sanità che il Pd in Emilia Romagna vuole (regionalizzazione della Sanità come dell’istruzione) è nasconderel’aziendalizzazione dei medici di famiglia, non appare chiaro cosasi vuole sui livelli essenziali di assistenza, di prestazioni e fabbisogni.Il 15 gennaio nella Conferenza Stato-Regioni la regione E.R. ne discuterà col Premier Conte. Con la Spending Reviw dal 2014 in E.R. hanno chiuso 25 Ospedali, al loro posto abbiamo gli OsCo(Ospedali di Comunità), dove il Pd li pubblicizza con enfasi, anzili ritiene essere la stessa cosa, “meno spesa e più resa”. Gli OsCo,al pd non piace sentirselo dire, ma io lo grido, sono strutture sanitarie “private” gestite da medici di base (liberi professionisti) con infermieri che possono essere dipendenti pubblici o di società private.
La Regione Emilia Romagna nel 2014 affermò che in tal modo sisono evitati il taglio di 2570 posti letto previsti dalla spendingreview “salvando” 1700 posti letto. Non si sono salvano affattoperché gli OsCo sono strutture semi private e tali sono pure i1700 posti letto. Chiunque capisce perfettamente ciò che cambia. In aggiunta si sarebbero tagliati altri 1000 posti letto. Così anziché tagliare 2570 posti letto se ne taglierebbero 2700. La rete ospedaliera andava organizzata in tre livelli: di base, di 1° livello e di 2° livello a seconda della complessità dei casitrattati. I posti letto dei 25 Ospedali “riordinati”, dopo le elezionice ne saranno altri, non sono più posti ospedalieri ma “posti letto per cure intermedie”; in pratica le prestazioni post acuzie (es.post operatoria), sono diventate deospedalizzate e affidate aimedici di medicina Generale cioè a privati professionisti.
Colpite sono state in particolare le aree disagiate (montagna eperiferie delle pianure).Questa operazione si intreccia con l’attivazione delle Case dellaSalute presentate come emanazione del Dipartimento delle Cure Primarie che va incontro, sul territorio, alle esigenze della popolazione. In realtà le Case della Salute, siamo pieni in E.R. ed anche nel mio territorio, sono parte di un complesso processo di deospedalizzazione (al pari e intrecciato con gli OsCo) nelle quali figure come medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta (liberi professionisti) giocano un ruolo decisivo nella gestione del badget di prestazioni erogate (specialistica, farmaceutica, diagnostica strumentale e di laboratorio), chelimitandone l’accesso indirizzano (obbligano nei casi di urgenza),in maniera crescente alla sanità privata (attualmente circa il 40%).Come si vede sia nel caso degli OsCo che delle Case della Salute soggetti professionali privati (Medici di Medicina Generale, Pediatri, Specialisti che assumono impiegati ed infermieri) svolgono un ruolo decisivo nel processo di privatizzazione della Sanità quindi del superamento del sistema universalistico.
In tutto questo contesto che fine ha fatto il personale previsto inesubero (esempio infermieri, OSS, medici in esuberonell’accorpamento delle Medicine del S. Orsola (Bologna),oppure nella costituzione Ausl Unica Romagna 1/01/2015)? E’ andato in mobilità regionale (alcuni reparti hanno chiuso incerte città per ampliarli in atre…) In strutture pubbliche e semipubbliche con contratti privati? (contratto commercio in essereper i dipendenti di Cup 2000) o licenziamenti.
Il taglio di 1.150 miliardi da parte del Governo per il personalesanitario a cui dovrebbe conseguire, anche grazie alla Spending Review un taglio di oltre 50.000 operatori segna la via che laRegione E.R., quindi il Pd intende perseguire. Il vero cambiamentodella vita politica italiana non è la nuova (vecchia) maggioranzapresente alle elezioni del 26 gennaio 2020 quanto la perdita di credibilità politica e sociale. Segnali preoccupanti della exroccaforte rosso-rosa Emilia Romagna è sui concetti di “pubblico” e di “pubblico servizio” che il centro sinistra si sta giocando il consenso inseguendo i miti della privatizzazione e dellasussidiarietà che avrebbe dovuto significare il ruolo coadiuvantedel privato dell’erogazione di offerta di servizi (sanità, scuola e trasporti).
Il 18 luglio 2018 l’Emilia Romagna entra con un protocollo approvato dalConsiglio Regionale nell’otticalegislativa di sancire la presenza di strutture sanitarie private in ambito pubblicoconcedendo il ruolo di IRCCSe operando per concedere finanziamenti pubblicinazionali e regionali a struttureprivate. Una formulazione più diretta rispetto alla politica dellaRegione Lombardia di convenzionamento di strutture privatesecondo il modello Formigoni. Una deriva autentica, dettata damotivi elettoralistici, nella Regione più PD, sia sotto il profilo politico sia sotto il profilo dell’autonomia gestionale del partito.
Una Regione caratterizzata dal Pilastro, inteso come quartierepopolare di Bologna dove hanno sede le principali Compagnie Assicuratrici, dall’Unipol-SAI all’Uni-Salute. Con la Lega-COOP a fare da capofila. Con questa derubricazione del concetto“costituzionale” del pubblico, diventato surrettiziamente privato, e dunque snaturato, il PD ha finalmente gettato la maschera dell’inseguimento a destra dei miti di privatizzazione. Se i guastisui trasporti e sulle Autostrade sono emersi dopo i fatti gravissimie tragici di Bologna e Genova n agosto 2018, nessuno si preoccupa dei 14 milioni di malati che non possono permettersi le cure, dei7 milioni di malati che si indebitano per curarsi, dei 4 milioni chenon accedono alle cure odontoiatriche, dei 7milioni che pagano le prestazioni sanitarie in black senza fattura. Ma oltre alfinanziamento pubblico dellestrutture sanitarie private, c’è il privatissimo campo delle Assicurazioni sanitarie.
Il budget della sanità privatamediante assicurazioni èricchissimo: Il finanziamentoprivato della spesa sanitaria ècomposto per l’82% dapagamenti diretti delle famiglie, mentre è minima la quota veicolata da polizze assicurative private(3.7%) o da organizzazioni mutualistiche non profit(13.9%) (in genere convenzionate con assicurazioni private profit). Secondo Swiss Re Economic Research e Consulting, il mercato assicurativo italiano, copre solo il 4% degli italiani gode di polizzasanitaria, in genere acquisita da lavoratori autonomi e dacomponenti del ceto medio-alto. Il 70% dei premi deriva da polizzeassicurative collettive. Da tenere in considerazione l’alto interesse del paziente per la copertura di cure odontoiatriche alle quali le Compagnie per obbligo di legge sono tenute a fornire il 20% delle prestazioni. Indubbiamente la cosiddetta torta si va espandendo sempre di più. Dai 2 mld del 2013, nel 2018 siipotizza un budget disponibile per le Compagnie di circa 4 miliardi, malgrado difficoltà nel reperire risorse private e individualidisponibili.
Nel 2013 i complessivi 2 miliardi si distribuivano tra Assicurazioni Generali con premi per oltre 600 mila euro e Unisalute, appartenente al gruppo Unipol, al secondo posto con premi per 557 mila euro. Terzo posto per il gruppo RBM, con premi fino a184.360 euro con un incremento del 47,6% rispetto al 2012. Tra iclienti di quest’ultima si annoverano 120 tra i più importanti fondisanitari integrativi e casse di assistenza operanti in Italia (fondo sanitario del gruppo Rai, del gruppo Equitalia, del personale non dirigente del gruppo Fiat). Assicura anche istituti di credito, come Unicredit o Casdic, lacassa di assistenza integrativa del settore del credito. La marcia inesorabile della sanità privata in Emilia Romagna si avvia su tre direttrici:
1. Modello Formigoni tramite convenzionamenti e assimilazione di strutture private al pubblico;
2. Conferimento di pubblici finanziamenti alle strutture private elette al ruolo di pubblico, senza prefigurazione di valutazioni comparative ma su la base di protocolli non conosciuti;
3. Processo di iscrizione dei pazienti nel novero degli assicurati.
Gli accordi siglati dal Presidente Pd uscente, ricandidato dell’E.R., Bonaccini, con le associazioni degli ospedali privata peraumentare la loro quota di prestazioni specialistiche e di ricoveri a spese del servizio sanitario regionale sono consultabili “fra lerighe” nelle delibere di giunta dal 2014 ad oggi.
Su queste tematiche ci pensa il PD in Emilia Romagna e nelle altre nelle Regioni proponendo il modello di Privatizzazione simile a quello proposto dalla Lega e già realizzato in Veneto e Lombardia.
Marilena Pallareti
Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute
Docente, Forlì
Articolo pubblicato sul numero di gennaio di Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org
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