SANITA’ PUGLIA. 30 ANNI DI RITARDI POSSONO BASTARE
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Una pandemia è sempre un evento eccezionale, difficile da prevedere e da affrontare, ma tutto sta nel come i Servizi Sanitari dei singoli Stati sono organizzati. Se vi sono Servizi Sanitari diffusi sul territorio, il sistema di contrasto, di controllo e di gestione può reggere meglio, vedi gli esempi di Cuba, Vietnam, Cina, ecc. a differenza del nostro Paese che si trova in una situazione a “macchia di leopardo.
Per parlare della situazione della Sanità nella Regione Puglia, non si può prescindere da dove si è partiti, dai “mali” che affliggono da circa 30 anni la nostra regione in materia sanitaria.
La nostra situazione è figlia di disastri econimici e di scelte politiche che sono state adottate dai livelli nazionali e che in Puglia si sono tradotti in “Laboratorio di Sperimentazione” su un Sistema Sanitario Regionale asservito a politiche neoliberiste ed assoggettate alla globalizzazione.
Vogliamo dire con questo, che le idee e le scelte nazionali scellerate di ridurre a “merce” il sapere, lo studio, la ricerca e la sanità hanno dato come conseguenza l’impoverimento e la demotivazione di quelli che sono i soggetti principali di questi processi: gli Insegnanti, i Professori, i Ricercatori, i Medici, gli Infermieri.
Impoverimento reale e puro, dal momento che queste categorie sono le meno pagate rispetto al resto dell’Europa. Tradotto: una fuga di massa di ricercatori, professori, medici ed infermieri non solo nel settore Privato ma soprattutto all’estero.
Oggi quindi, ci ritroviamo con un Servizio Sanitario Regionale che per decenni ha “tagliato” su tutto quello che si poteva tagliare: dai Servizi Territoriali Socio-Assistenziali come ai tanti Ospedali di prossimità che dovevano fungere da “filtro” per non intasare i grandi Ospedali regionali di riferimento (Policlinico di Bari, Policlinico di Foggia, Perrino di Brindisi e Fazzi di Lecce) e l’aggravio di 200 milioni per la mobilità extraregione!
Tagli, dettati non solo per esigenze di quadratura dei Bilanci della Sanità , ma anche per una visione politica del Servizio Sanitario Regionale di forma mista pubblico-privato ma con un Incremento del Settore Privato! Infatti con il Piano di Riordino Ospedaliero del presidente Emiliano del 2019 se non ci saranno correttivi o rivisitazioni, arriveremmo ad una riduzione delle strutture pubbliche a vantaggio di quelle private in convenzione, pienamente in linea con la tendenza generale che vede andare il Servizio Sanitario Nazionale verso le Privatizzazioni dei Servizi e la cessione, sul Territorio, alle Cooperative di Assistenza Private che certamente non garantiscono sempre contratti di lavoro limpidi e stabili!
La Pandemia da Covide-19 ha messo a “nudo” le carenze e i disservizi che affliggono da decenni la Regione Puglia:
- Liste di attesa per visite specialistiche, Day-Service, semplici Ecografie, esecuzione di Radiografie ecc., ecc. che non si riescono a “smaltire” in tempi decenti, se non con il ricorso alle prestazioni aggiuntive in straordinario o attraverso l’intramoenia (altra stortura derivante da scelte nazionali);
- La cronica carenza di Personale Sanitario: dai Medici, sia ospedalieri che di medicina di base, agli Infermieri e Oss;
- La mancanza di Posti letto post-acuzie sul territorio, che determinano il prolungamento dei ricoveri nei reparti ospedalieri già sotto stress;
- Il “buco nero” delle RSA, dove si è lasciati i nostri cittadini più fragili in balia degli eventi e spesso senza nessuna protezione sia degli Operatori Sanitari che degli anziani, questo per effetto di un sistema di “delega” ai Privati senza un controllo degli effettivi requisiti richiesti e con risposte spesso tardive;
- La mancata riconversione degli ospedali chiusi, spesso strutture appena ristrutturate ed efficienti, così come la riqualificazione delle strutture rimaste;
- Le fasce deboli della cittadinanza, come i diversamente abili, gli anziani, la salute mentale e le patologie da dipendenze che hanno ricevuto poca o scarsa attenzione; così come le altre patologie croniche come le malattie epatiche, quelle croniche intestinali, ecc. che nel frattempo non sono andate in quarantena, ma anzi si sono aggravate;
- Il Fallimento delle USCA(Unità Speciali Continuità Assistenziale): troppo poche e con poco personale dedicato;
L’ospedale per le Emergenze-Urgenze Covid costruito presso la Fiera del Levante, con una spesa iniziale prevista di 9 milioni di Euro e costata invece 25 milioni, per realizzare 152 posti di Rianimazione e Sub-Intensive sicuramente serviti durante l’Ultima ondata pandemica, ma con una gestione del Personale del tutto discutibile per gli spostamenti di Infermieri, Medici e OSS da altri reparti del Policlinico di Bari attraverso ordini di servizio che hanno creato notevoli disagi e disservizi nei reparti di provenienza o costituita con personale a contratto triennale. Non si sa che fine farà dopo L’Emergenza visto che non ha le “autorizzazioni” necessarie per rimanere in Fiera!
Da infermiere che lavora da più di 30 anni nel più grande ospedale della Regione Puglia, sono sconfortato ed arrabbiato perché mi ritrovo ancora nel 2021 con problemi che non sono mai stati risolti: come è possibile accogliere ed assistere i cittadini in reparti al di fuori delle regole di edilizia ospedaliera come gradini nelle stanze di degenza, pavimenti sconnessi che sono pericolosi sia per gli Assistiti che per gli operatori sanitari stessi! Erano strutture e reparti già vecchi ed inadeguati 30 anni fa, lo sono ancora di più oggi!
I cittadini e gli operatori sanitari pugliesi meritano rispetto!
Queste sono problematiche di lunga data e sistemiche aggravate dalla Pandemia Covid-19, che comportano delle soluzioni drastiche e non più prorogabili ad iniziare dalle assunzioni di medici ed Oss con contratti stabili, la revisione della normativa sulla delega alle Regioni in materia di sanità’; la riapertura degli ospedali di Prossimità e il rafforzamento dei servizio socio-assistenzaili territoriali, con la contemporanea riqualificazione in seno al Servizio Pubblico delle RSA e RSS sul territorio e d il loro aumento di numero, vista l’aumentata necessità; un nuovo sistema di coinvolgimento delle lavoratrici e lavoratori ed un nuovo ruolo di controllo pubblico per far crescere il “senso” e la percezione che si è garanti dei diritti di tutti i cittadini per un Sistema Sanitario Nazionale uguale per tutte/i così come prevede la nostra Costituzione.
Iuri Accardo
Infermiere presso il Reparto di Gastroenterologia Universitaria
Azienda. Osp. Policlinico di Bari
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