Scuola. Contro i ricatti di Renzi la mobilitazione continua.

Con incredibile faccia di bronzo Renzi cerca di far ricadere su chi si oppone ai suoi progetti sulla scuola responsabilità che sono solo sue, del suo partito e del suo governo.
La minaccia di non dar luogo all’assunzione dei precari se non vengono ritirati gli emendamenti al disegno di legge in discussione al Senato è un autentico ricatto che va rispedito al mittente.
Ancora una volta il Presidente del Consiglio dimostra la sua insofferenza verso i processi democratici e prova ad imporre al Parlamento l’asservimento al suo volere.
Per avvalorare la sua tesi non esita a diffondere bugie e mistificazioni di fronte alle quali è bene ricordare che:

1. i tempi tecnici per rendere possibili le assunzioni dal prossimo primo settembre sono stati già abbondantemente superati per il ritardo di due mesi con cui il governo ha presentato al Parlamento il suo DDL;

2. le 100.000 assunzioni annunciate sono un atto dovuto dopo la sentenza della corte di Giustizia europea, sono solo una parte del fabbisogno delle scuole e riguardano persone che già lavorano nella scuola e senza le quali le scuole stesse non potrebbero funzionare;

3. le Graduatorie ad esaurimento in cui sono inseriti i precari non sono elenchi di questuanti ma graduatorie concorsuali a tutti gli effetti cui si può accedere solo dopo un lungo, costoso e impegnativo percorso di qualificazione post-universitaria al quale, nella stragrande maggioranza dei casi, si affiancano anni e anni di insegnamento;

4.  non è vero che nella scuola si torna ad investire dopo anni di tagli: il documento di Economia e Finanza, varato dal Governo poche settimane fa, prevede che la spesa per l’istruzione in rapporto al PIL, già tra le più basse d’Europa, diminuisca nei prossimi anni di quasi mezzo punto percentuale pari a circa 7 miliardi di euro;

Quella di Renzi è in realtà una reazione arrogante alla sconfitta elettorale e alle difficoltà che gli ha creato il movimento di protesta della scuola. L’unica strada perrcorribile per dare risposta ai bisogni del sistema scolastico è quella dello stralcio delle assunzioni, della predisposizione di un piano pluriennale attraverso il quale coprire con personale stabile tutte le le cattedre e i posti privi di titolare e infine metter mano ad una vera riforma della scuola condivisa che cancelli le controriforme Moratti e Gelmini.

Al Presidente Renzi diamo un consiglio: stia sereno, la lotta il mondo della scuola non si ferma.

Vito Meloni

Responsabile nazionale scuola Rifondazione Comunista-Sinistra Europea-

18/6/2015 www.rifondazione.it

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