Sempre più accanimento repressivo
Il fermo di due leader sindacali, Mohammed Arafat e Carlo Pallavicini, il 10 marzo all’alba nel corso di un blitz della Polizia, seguito alle indagini sugli scontri del primo febbraio nei pressi del magazzino Tnt-Fedex è un dato inquietante.
Una lotta che aveva portato alla vittoria dei lavoratori della Tnt contro i licenziamenti richiesti in seguito alla fusione con FedEx e al riconoscimento di alcuni diritti, peraltro già sanciti dal contratto di lavoro (non applicato). Sono state eseguite ventuno perquisizioni e sono state applicate sette misure cautelari, delle quali due arresti domiciliari (Arafat e Carlo) e cinque divieti di dimora in provincia di Piacenza, disposte dalla Procura nei confronti di esponenti del sindacato Si Cobas e del collettivo Controtendenza. La vendetta delle forze istituzionali di repressione ha usufruito delle leggi Salvini sull’immigrazione.
Un fatto intimidatorio, guarda caso a pochi giorni dello sciopero dell’intera filiale Amazon il 22 marzo prossimo (a partire dall’hub di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza) e dello sciopero nazionale dei rider il 26 marzo (su cui torneremo).
La procuratrice capo Grazia Pradella durante la conferenza stampa in questura ha detto (tra le altre):
“Siamo di fronte a condotte particolarmente violente che avevano un trend di pericolosità in crescita quindi è stato opportuno l’intervento delle forze dell’ordine e anche la risposta sul fronte giudiziario a fronte di comportamenti violenti e privi di ogni valenza sindacale. Tanto è vero che i sindacati che hanno sempre mantenuto un dialogo aperto e leale con la Tnt, come la Cisl, hanno con forza stigmatizzato il comportamento di questi soggetti“
13/3/2021 http://www.osservatoriorepressione.info
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