Sentinelle contro la legge 194. Ne vogliamo parlare?
“Il prossimo 13 Giugno vi saranno varie manifestazioni in diverse città, volte a chiedere l’abolizione della legge 194. Nella nostra Regione la richiesta, da parte di gruppi che si ispirano al comitato “no 194”, di organizzare un presidio-preghiera-manifestazione di 8 ore davanti al Maggiore a Bologna sta provocando polemiche, anche per l’estremismo razzista ed omofobo di alcuni gruppi che già si sono visti “al seguito” delle Sentinelle in piedi e che ora aderiscono al movimento “no 194”. Ma soprattutto è il luogo, davanti ad un ospedale, che ha convinto il Prefetto di Bologna di vietare manifestazioni nei luoghi sensibili, fra cui in primis appunto un ospedale.
Da anni L’UDI, Unione Donne in Italia, a Modena chiede che la settimanale manifestazione/cosiddetta preghiera antiabortista davanti al Policlinico, offensiva e lesiva nei confronti delle donne, portata avanti dall’associazione Papa Giovanni XXIII, non soggetta ad alcuna autorizzazione, sia vietata. Non abbiamo ottenuto nulla. Essendo cambiata l’amministrazione della città, le Direzioni sanitarie, il prefetto, il questore ecc. ricominceremo il giro di tutte le Istituzioni, confortate dalle decisioni prese a Bologna, per rinnovare la nostra richiesta, invitando anche a riflettere su alcuni possibili scenari, già ormai delineati.
Le Sentinelle ferme ferme, con i loro librini, ma sempre di più attorniate dal plauso, quando non dalla vicinanza fisica, di chi pone fra i propri valori la difesa della razza bianca, la subordinazione della donna all’uomo, l’omofobia, la difesa della procreazione (bianca) contro la cultura della contraccezione ed altri orrori simili, ora partecipano alla crociata contro la legge 194. E sono in buona compagnia.
Può darsi che l’esempio negativo di quale subcultura e di quanta violenza sia in realtà espressione la difesa della famiglia tradizionale, portata avanti dalle belle statuine, ma anche da partiti e movimenti razzisti, omofobi e xenofobi, abbia fatto cogliere, a Bologna, l’enormità di concedere a costoro di manifestare per 8 ore davanti ad un ospedale, luogo sensibile, dove rispetto e riservatezza dovrebbero essere sempre garantiti. E a Modena?
A Modena abbiamo di tanto in tanto le Sentinelle in piazza Grande e ogni settimana i molestatori antiabortisti davanti al Policlinico. Vogliamo parlarne? che cosa stiamo aspettando? che le donne debbano entrare negli ospedali protette dalle forze dell’ordine?
Possiamo essere d’accordo con quanto afferma il Sindaco che le manifestazioni le fa chi le vuole fare, (ovvio con qualche attenzione alle questioni razziste, omofobe e compagnia) ma le manifestazioni camuffate da preghiera, ogni settimana, senza autorizzazione alcuna, davanti al Policlinico, anche quelle sono intoccabili? Se non si trattasse di diritti delle donne, e, poniamo il caso, gruppi di Testimoni di Geova sostassero davanti agli ospedali per pregare e cercare di dissuadere dal fare o ricevere trasfusioni di sangue, quanti minuti o secondi potrebbero stare lì, senza che qualcuno intervenga? Ripeto la domanda: che cosa si sta aspettando?”
del coordinamento dell’UDI- Unione Donne in Italia di Modena
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!