Senza diritti né sicurezza: la rabbia dei vigili urbani in piazza a Roma!

di Marco Schettini

Il 12 Novembre Roma ha vissuto una giornata di lotta memorabile. I lavoratori e le lavoratrici della Polizia Locale (gli antichi “vigili urbani”)  sono scesi in sciopero – con adesioni che oscillano tra il 90% ed il 100%- riempiendo piazza del Campidoglio in una manifestazione convocata da Cgil Cisl e Uil.

A produrre questa mobilitazione imponente è stata però una tragedia : nella serata del 6 Novembre  3 colleghi del  Gruppo Tiburtino , mentre rilevavano un incidente stradale , sono stati travolti da un’auto piombata all’improvviso ed in velocità : alla guida un carabiniere dei Ros, ubriaco, con un tasso alcolico triplo del massimo consentito.

Daniele, 25 anni, neoassunto, ha avuto la peggio : ha perso una gamba e sta lottando per conservare l’altra. Altre 2 colleghe sono rimaste ferite, una ha dovuto subire un intervento chirurgico.

L’ondata di dolore e rabbia suscitate da questo crimine – non bastassero gli 82 (OTTANTADUE) morti sul lavoro, solo nel Lazio, dall’inizio del 2024 – ha scoperchiato questioni enormi che covano da anni, evidentemente giunte ora a saturazione.

Le lavoratrici ed i lavoratori della Polizia Locale svolgono infatti , soprattutto nelle grandi città, compiti sempre più vicini a quelli della PS e dei CC (con le parziali eccezioni dell’ordine pubblico, per fortuna, e dei reati contro la proprietà privata ) senza avere le loro stesse tutele assistenziali, previdenziali ed assicurative; senza il riconoscimento della categoria usurante; in servizio h 24 fino a 67 anni di età; privi di protocolli operativi che mettano in sicurezza i lavoratori, senza che la “strada” sia considerata un luogo di lavoro ed infine con stipendi fanalino di coda della Pubblica amministrazione, erosi da un’inflazione non certo recuperata dall’ultimo contratto-bidone  del pubblico impiego, non a caso firmato dalla sola Cisl.

Roma, città grande come le 10 città italiane più grandi messe insieme, dispone di 5900 operatori della Polizia Locale , con un’età media di 50 anni, a fronte di una pianta organica di circa  8450   ma  vecchia di  decenni, quando Roma era grande la metà di adesso ed aveva un decimo delle criticità di oggi.

Simbolicamente nel  corpo amputato del giovane Daniele tutti i problemi descritti sono precipitati e la categoria chiede ora, a gran voce, una riforma del proprio quadro normativo, che risale al 1986.

La diffidenza verso le maggiori organizzazioni sindacali ha ceduto il passo alla lotta condotta da chi lavora in strada, di notte, con qualsiasi tempo ed ogni giorno dell’anno, a contatto con ogni genere di problemi della metropoli. La disgregazione sociale prodotta dalle politiche liberiste ormai mette a rischio di incolumità anche chi esce da casa per andare a curare le persone o insegnare, trasportarle o assistere le fragilità, garantire la vivibilità civile, urbana, ambientale.

Per questi motivi il nostro partito – consapevole del nesso inestricabile tra legalità e diritti – sarà sempre a fianco di chi lotta per una vita migliore, quale che sia la sua divisa di lavoro, quindi anche accanto a  lavoratrici e lavoratori della Polizia Locale di Roma.

19/11/2024 https://vistodaqui-lazio.org/

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