Servizio sanitario nazionale, beffa per il contratto dei medici ospedalieri nella Legge di bilancio
Nell’assalto finale alla diligenza della Legge di Bilancio, tra condoni e micro provvedimenti di ogni genere, ha, così, trovato posto una norma che rinvia, di fatto, sine die il rinnovo del CCNL 2016-2018 della dirigenza medica e sanitaria, riportando indietro le lancette dell’orologio di tre anni: la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto i medici del Servizio Sanitario nazionale a riconfermare lo sciopero del prossimo 25 gennaio, peraltro già proclamato per sostenere una lunga lista di rivendicazioni tra cui proprio il rinnovo del contratto di lavoro. I medici sono in attesa di un contratto da circa dieci anni. Le trattative erano in corso. E’ bastato inserire il comma 687 della legge di bilancio 2019, che riporta la dirigenza amministrativa nell’area contrattuale della dirigenza medica e sanitaria, addirittura a partire dal rinnovo già avviato, per rinviare sine die il contratto.
“Alla faccia della Corte costituzionale, che dal 2015 ha dichiarato incostituzionale il blocco contrattuale – si legge in una nota di Anaao-Assomed – e dello stesso Presidente della Repubblica, che va avvertito del fatto che quel motore di giustizia sociale di cui ha parlato nel discorso di fine anno è stato inceppato, senza che si veda quando e come potrà rimettersi a funzionare. Nel solito copione, che toglie significato al termine stesso di cambiamento, un Governo che si dice nuovo continua ad agire contro il SSN, beffando anche quel San Contratto che lo ha fatto nascere”.
La situazione degli ospedali italiani è al collasso. E questo Governo ha letteralmente fatto finta di niente. Tra le altre emergenze, l’offerta pubblica di sanità sconta una vera e propria fuga dei camici bianchi anche a causa delle precarie e difficili condizioni di lavoro. Risultato, superlavoro per chi “resiste”, corsie intasate di pazienti e rafforzamento del settore privato.
Redazione
8/1/2019 www.controlacrisi.org
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