Sgarrupato e Eta Beta sotto sgombero a Napoli
Martedì 14 giugno, gli spazi sociali Sgarrupato e Eta Beta ricevono notifica di revoca dell’accordo di collaborazione con il Comune di Napoli per la gestione del polo giovanile del Parco Sociale Ventaglieri . Il polo è composto da Sgarrupato e Eta Beta in quanto centri giovanili e gestito da una rete di sette associazioni e presidi sociali del quartiere.
L’accordo tra il Comune di Napoli e tali realtà è sottoscritto a giugno del 2020. In seguito a un sopralluogo dell’assessorato alle Politiche Giovanili e al Lavoro avvenuto allo Sgarrupato alla fine del mese di marzo scorso, gli spazi ricevono a maggio comunicazione di avvio del procedimento di revoca dell’accordo, confermato dopo meno di un mese, essendo stata respinta la memoria di difesa presentata dagli spazi. Nella trasmissione della disposizione della revoca si legge delle imminenti «operazioni volte alla riconsegna del cespite», uno sgombero.
Secondo l’assessorato, a giustificare la chiusura degli spazi è la difformità delle pratiche di mutuo soccorso attivate spontaneamente durante la pandemia e la guerra ucraina rispetto a quelle previste, così come non conformi sono le fasce d’età delle persone a cui tali attività sono rivolte. E ancora, per esasperare il formalismo burocratico dell’atto, tra le motivazioni compare addirittura la mancanza di cartellonistica segnaletica, non ci sono le insegne.
Con lo scoppio della pandemia, allo Sgarrupato si costituisce una rete di solidarietà per organizzare raccolta e distribuzione di beni di prima necessità, che riesce a garantire sostegno alimentare settimanale a circa 600 famiglie del quartiere per due anni.
L’attività, prima autogestita, poi autorizzata dalla seconda Municipalità e supportata dalla collaborazione di Emergency, è riconosciuta dallo stesso Comune di Napoli, che, indicando lo Sgarrupato come punto di riferimento nell’ambito delle iniziative mutualistiche realizzate in città, a giugno dello scorso anno conferisce allo spazio un attestato di ringraziamento.
Simile pratica di mutuo aiuto viene adottata all’inizio della guerra in Ucraina, anche questa riconosciuta dal Consolato Ucraino di Napoli. Insomma, un vero e proprio «sistema di welfare costruito dal basso», come dicono l* attivist* dello Sgarrupato.
Sgarrupato e Eta Beta sono inoltre parte di una rete densa di realtà sociali attive in una zona che comprende Quartieri Spagnoli, area di Montesanto, e quartiere Avvocata, e in costante collaborazione in processi di solidarietà e emancipazione sociale che derivano dall’urgenza di rispondere ai bisogni quotidiani del territorio.
Tra queste realtà, quelle che si occupano direttamente del polo giovanile e sono impegnate nelle attività sportive e di socialità indirizzate al* bambin*, come le associazioni Spartak S. Gennaro, MAMMAmà, Terra Mia, Mattia Fagnoni, e che sono radicate nella storia di riqualificazione popolare del parco, come spazio DAMM e Coordinamento del Parco Sociale Ventaglieri, ma anche spazi sociali e liberati che nel tempo hanno restituito al* abitanti spazi urbani prima negati, come Le Scalze e Scugnizzo Liberato. Proprio nei giorni scorsi è stato inaugurato un altro presidio sociale nato dall’alleanza delle soggettività e collettività che animano il parco, lo sportello DIANA, rivolto alla consulenza legale e all’ascolto contro la violenza di genere.
Altro sportello attivo grazie a queste energie è quello per il diritto all’abitare, che offre supporto legale e consulenze per morosità incolpevole e per il sostegno all’affitto, affrontando una condizione sempre più allargata di marginalità sociale, aggravata dal recente stop al blocco degli sfratti concesso durante il periodo pandemico.
Sembra proprio che l’amministrazione abbia la memoria corta. Le realtà di Sgarrupato e Eta Beta di certo non nascono con un bando comunale. Appartengono a un’esperienza di riappropriazione collettiva di un pezzo di città pubblica, il Parco Sociale Ventaglieri, cominciata trent’anni fa e tutt’ora attiva grazie a un lavoro autorganizzato e quotidiano di cura del territorio.
Un processo di ripubblicizzazione dal basso dello spazio urbano che ha restituito a questa parte di città un enorme complesso di attrezzature pubbliche, spazi per lo sport e aree verdi. Tutte opere realizzate a partire dagli anni ’80 nell’ambito del piano PSER, Programma Straordinario di Edilizia Residenziale, poi abbandonate e rese inaccessibili.
All’inizio degli anni ’90, attivist* del centro sociale DAMM e abitanti del quartiere riaprono e ripuliscono gli spazi lasciati al degrado, iniziando un processo di risignificazione dei luoghi che ha prodotto uno degli spazi pubblici ancora oggi più attraversati della città.
Insomma, questo tessuto urbano esiste e resiste grazie a battaglie decennali e a pratiche quotidiane di lotta e di cura in difesa della città pubblica. Un processo di emancipazione urbana di cui Sgarrupato e Eta Beta sono parte integrante.
Sulle motivazioni dello sgombero, volendo assumere lo stesso tono tecnicistico con cui è stato presentato il provvedimento, si dovrebbero rilevare le numerose inadempienze del Comune di Napoli nell’ambito dell’accordo di collaborazione, le molteplici richieste formali di incontro con l’assessorato da parte della rete del polo giovanile, puntualmente ignorate, e inviate a seguito di un sopralluogo non preannunciato che non ha trovato l* volontar*, che appunto svolgono un lavoro a titolo gratuito, ad accogliere l’amministrazione.
Ma questa risposta scivolerebbe nella confusione tra la questione burocratica e quella politica, con la seconda di gran lunga più rilevante rispetto alla prima. Questa vicenda avviene in un momento in cui le politiche urbane messe in campo dalla nuova amministrazione napoletana aspirano alla privatizzazione di spazio, risorse, beni, e servizi pubblici, mettendo a rischio esperienze di autogestione che da anni a Napoli realizzano un modello di città solidale e di cura in grado di sovvertire quello imprenditoriale che si sta provando ad attuare attraverso la messa a valore del tessuto urbano tutto. È su questo punto che insistono le comunità di Sgarrupato e Eta Beta.
«Passa il principio per cui tutto quello che non è monetizzabile non ha valore. Esiste invece un valore civico immateriale».
Sgarrupato e Eta Beta chiedono la sospensione del procedimento e convocano un presidio per mercoledì 22 alle ore 18.00 in piazza Municipio a cui aderiscono spazi e realtà sociali di tutta la città.
Maria Reitano
21/6/2022 https://www.dinamopress.it
Tutte le immagini di Maria Reitano
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