Soffrire la fame a Gaza
La gente passa ore in fila per un po’ di pane, sfidando il fuoco infernale degli aerei da guerra israeliani. Al Sud è finita la farina. Tutto è cambiato e la vita è tornata a uno stato di pura sopravvivenza.
La popolazione del sud di Gaza è raddoppiata. Brulica di profughi provenienti dalla parte settentrionale della Striscia, fuggiti a causa della guerra, e accolti dalla popolazione del sud.
Qui i prezzi sono alle stelle. I prodotti che prima costavano 1 Shekel ora ne costano 10. La maggior parte dei beni essenziali sono esauriti e le cose stanno peggiorando. Le persone si svegliano nelle loro case, o nelle scuole o negli ospedali dove hanno cercato rifugio, in una lotta per la sopravvivenza. La prima cosa che controllano è il rubinetto dell’acqua. Tutti aspettano una goccia d’acqua, che sia per bere o per lavarsi. I più fortunati hanno abbastanza acqua per tutto il giorno. Se sei ancora più fortunato, hai abbastanza cibo per te e la tua famiglia.
Tutto è cambiato. La vita si è trasformata, o forse è solo tornata a uno stato di nuda esistenza. Oggi il valore di un uomo si misura dalla sua capacità di portare a casa un solo sacco di pane. Le strade traboccano di gente, con folle di persone che iniziano a cercare il pane fin dal primo mattino. Al calar della notte, tutti si rifugiano al coperto, poiché chiunque cammini per le strade di notte diventa un bersaglio mobile. Anche durante il giorno, le persone corrono rischi enormi sfidando il fuoco ininterrotto degli aerei da guerra israeliani.
È una lotta senza fine: la maggior parte delle volte per la sopravvivenza, per il pane e l’acqua, ma anche per il desiderio morboso di caricare il telefono solo per scoprire quanti dei tuoi amici e familiari sono stati inceneriti o sepolti vivi, o per dire al mondo che sei tu quello che sta morendo, o per raggiungere i tuoi cari e dire loro “non ancora”.
Ad oggi, centinaia di migliaia di famiglie sono rimaste nel nord. Si sono rifiutate di lasciare Gaza City e di fuggire a sud. Molti non hanno parenti o contatti a cui rivolgersi, oppure i loro parenti hanno detto loro che Israele sta bombardando anche il sud di Gaza. Coloro che fuggono trovano i rifugi, i complessi delle Nazioni Unite, gli ospedali e le scuole, affollati oltre ogni immaginazione; allora chiamano i loro familiari rimasti al nord e dicono che qui non c’è posto per loro, che la gente fa ore di fila per il pane.
Coloro che sono rimasti nel nord a volte se la cavano meglio se hanno la fortuna di avere un pozzo d’acqua o un tradizionale forno di argilla che non necessita dell’elettricità o del gas per funzionare. Le loro famiglie sono numerose, di solito 20 persone che vivono sotto lo stesso tetto a causa della guerra, e quindi cuocere il proprio pane è diventata un’opzione più praticabile, soprattutto perché non comporta l’umiliazione di cercare il pane per strada. Al sud la farina non è disponibile. Molte famiglie hanno forni di argilla ma non riescono a trovare la farina per utilizzarli.
Nel frattempo, i bombardamenti e gli attacchi aerei israeliani non cessano. Gli attacchi aerei nel nord stanno prendendo di mira tutto, devastando interi quartieri e aree residenziali. Gli attacchi nel sud sono più mirati e prendono di mira case e famiglie specifiche.
L’occupazione spinge costantemente i residenti di Gaza City e del nord ad andare a sud. E continua a prendere di mira le famiglie che fuggono. Probabilmente quasi mezzo milione di persone sono ancora nel nord, e tutte sono a rischio di sterminio a causa della campagna genocida di bombardamenti a tappeto israeliana, che procede parallelamente all’invasione di terra da parte dell’esercito israeliano.
Tutto quello che è successo finora dimostra una cosa: Gaza è sola. Combatte da sola e muore da sola. Le persone non hanno alcuna fiducia nelle organizzazioni internazionali che pretendono di salvaguardare i diritti umani. Non hanno nemmeno fiducia nella prospettiva di un sostegno regionale. Non credono che qualcuno al mondo sarà in grado di salvarli. Dicono che “l’Egitto è il nostro vicino, è un paese fratello”, ma nonostante ciò non ha aiutato in alcun modo concreto la popolazione di Gaza. In effetti, la maggior parte delle persone sostiene che l’Egitto abbia chiuso il suo valico di frontiera con Gaza in linea con gli ordini israeliani.
A causa di questa schiacciante percezione di isolamento, le previsioni delle persone per il futuro sono apocalittiche. Quando sentono Blinken dire che crede nella soluzione dei due Stati, la gente sa cosa significa. Non si tratta di una soluzione a due Stati basata sui confini del 1967, ma di uno “Stato” palestinese su ciò che resta della Striscia di Gaza e su parti del Sinai. Non sono tranquillizzati dai proclami arabi secondo i quali non accetteranno la pulizia etnica dei palestinesi a Gaza; hanno già fatto tali promesse prima, solo per poi tornare indietro. Ora, l’Egitto sta giurando che non permetterà ai palestinesi di entrare in Egitto – questo significa che le porte del Sinai stanno per aprirsi.
Anche gli abitanti del sud di Gaza, che ospitano migliaia di famiglie provenienti dal nord, sono ormai convinti che il loro turno di essere sfollati in Egitto sia vicino. Contemplano la prospettiva di morire nel deserto, di fame, di sete o di caldo. Quando l’esercito israeliano avrà finito di radere al suolo Gaza City e di spazzarla via completamente, la gente è convinta che rivolgerà lo sguardo a sud.
Quando ci fu la Nakba del 1948, il mondo non era a conoscenza di tutto ciò che accadde. La pulizia etnica di oggi si sta svolgendo sotto gli occhi di tutto il mondo, e anche coloro che hanno condannato le espulsioni del 1948 stanno osservando in silenzio la Nakba del 2023.
Quando ci chiediamo come i nostri nonni e antenati abbiano lasciato le loro case nel 1948 e siano fuggiti a Gaza e in esilio, ora abbiamo la nostra risposta. Sappiamo esattamente perché furono costretti ad abbandonare tutto ciò che avevano e a scappare con poco più che la loro vita. La morte che scende dal cielo ci spingerà ad abbandonare tutto pur di sopravvivere, e questo è ciò che accadrà ai palestinesi di Gaza.
Il seguente articolo è stato trasmesso dal corrispondente di Mondoweiss da Gaza, Tareq Hajjaj, tramite nota vocale.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org
Tareq S. Hajjaj
6/11/2023 https://www.invictapalestina.org/Immagine di copertina: Palestinesi in coda fuori da un panificio nel campo profughi di Nuseirat, 1 novembre 2023.
Fonte:English version
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