Sono già 6 i morti per infortunio sui luoghi di lavoro nel 2019 Almeno altrettanti sulle strade e in itinere

omicidi lavoro

Dal 2008, ogni giorno, i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima.
Da quell’anno, con oltre 15.000 morti sul lavoro, è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi.
Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008, registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti).
Le categorie che hanno nel 2018 il maggior numero di morti sono:
Agricoltura che registra il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni); il dato impressionante è quello dei 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone schiacciati. A questi occorrerebbe aggiungerne molti altri incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. Nessuno ha mosso un dito neppure quest’anno per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma la vita di chi lavora sembra non contare niente per i governi che si sono succeduti alla guida del paese. I vari ministri che si sono avvicendati alle Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori.
La seconda categoria con più morti è l’Edilizia che conta il 15,2% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017.
Gli autotrasportatori (li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di categorie diverse) sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro. L’Industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti sul lavoro. Pur avendo milioni di addetti ha percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che riesce a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul lavoro. A morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori in appalto: dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende stesse. Nemmeno i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza senza nessun controllo.
Una miriade di altre professioni registra morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese, artigiani che lavorano per conto terzi.
Ma ricordiamoci anche degli 8 carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche “spariscono”.
Spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all’INAIL, le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore e tanti altri e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo vergognarci per le dimensioni, molto più lieve.
Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare, quasi sempre precari costretti a svolgere lavori pericolosi.
E’ sconvolgente l’età delle vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i venti e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale impressionante.
Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs act, hanno contribuito a far morire molti lavoratori in più. Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani e l’articolo 18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più retriva degli industriali, ha fatto aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e Jobs act: non sono state toccate. Come potete vedere nel report le Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Campania e l’Emilia-Romagna. Non a caso tre di queste Regioni invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie: ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane.

Morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018

Sono ben 98 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del nuovo governo, e 149 nel 2018. Sette morti in più causati dal trattore rispetto all’intero 2017.

N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i 1.450 complessivi

MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle province italiane. Non segnalati nelle Province e Regioni i morti in autostrada, chi lavorava all’estero e i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.

Lombardia 73 Milano (13), Bergamo (9), Brescia (10), Como (5), Cremona (4), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (10), Monza Brianza (7), Pavia (4), Sondrio (7), Varese (1). VENETO 69Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).CAMPANIA 56 Napoli (18), Avellino (5), Benevento (), Caserta (13), Salerno (20). EMILIA ROMAGNA 54 Bologna (7), Rimini (1). Ferrara (10) Forlì Cesena (6) Modena (8) Parma (5) Ravenna (5) Reggio Emilia (4) Piacenza (6). PIEMONTE 53Torino (19), Alessandria (8), Asti (9), Biella (2), Cuneo (8), Novara (2), Verbano-Cusio-Ossola (3) Vercelli (2). TOSCANA 49Firenze (5), Arezzo (9), Grosseto (3), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa‎ (8), Pistoia (4), Siena (6) Prato (1). SICILIA 43 Palermo (9), Agrigento (7), Caltanissetta (3), Catania (7), Enna (3), Messina (4), Ragusa (3), Siracusa (2), Trapani‎ (5). CALABRIA 30Catanzaro (6), Cosenza (10), Crotone (9), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3). LAZIO 29Roma (10), Viterbo (4) Frosinone (6) Latina (6) Rieti (3). PUGLIA 28 Bari (6), BAT (1), Brindisi (2), Foggia (6), Lecce (8) Taranto (5). ABRUZZO 26 L’Aquila (7), Chieti (7), Pescara (3) Teramo (8). TRENTINO ALTO ADIGE 21Trento (13), Bolzano (8). LIGURIA 19 Genova (11), Imperia (1), La Spezia (4), Savona (3). SARDEGNA 14Cagliari (3), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (3), Ogliastra (), Olbia-Tempio (3), Oristano (1), Sassari (4). Sulcis iglesiente ( ). MARCHE 14 Ancona (4), Macerata (3), Fermo (1), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 12 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (3), Udine (7). UMBRIA 12 Perugia (5) Terni (7). BASILICATA 8 Potenza (6) Matera (2). Molise 6Campobasso (5), Isernia (1). VALLE D’AOSTA (1)

Carlo Soricelli

5/1/2019 http://cadutisullavoro.blogspot.com

 

 

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