Sputiamo sul debito
Puntuale come tutte le brutte cose si presenta su uno scenario del mondo che peggiore è difficile immaginare il binomio debito-FMI. Il primo è la vera spada di Brenno che pesa da più di trent’anni sulla bilancia dei vinti della lotta di classe rovesciata e cioè quelle masse diseredate che avevano osato farsi movimento operaio e, per questo tramite, Storia. Ad un certo punto, quando la ricchezza aveva cominciato veramente a distribuirli e a produrre beni comuni, il Capitalismo ha reagito di brutto rovesciando appunto la lotta di classe. La sostanza è che per quanto debito si è creato al mondo c’è altrettanto profitto finanziario. Ma l’egemonia capitalistica si esercita in tanti modi. Una finanziarizzazione che consente al denaro di crearsi da sé in modi e tempi incontrollabili, quasi una pura astrazione. Una globalizzazione delle catene del valore capace di massimizzare le convenienze capitalistiche e frammentare la soggettività operaia. Un mercato del lavoro globalizzato e ripiombato in forme neo feudali e neo schiavistiche. Naturalmente tutto ciò non ha risolto ma amplificato quella crisi fiscale dello Stato da cui nacque la grande restaurazione. Produrre capitalisticamente intervenendo a valle per garantire livelli di riproduzione sociale è impossibile per questo modello sociale come accettare la crescita della uguaglianza. Lo aveva ben capito quella straordinaria rivista marxista made in USA che era la Monthly review degli anni ’70, di Sweezy e Baran. Il saccheggio ormai insopportabile del clima è della natura è la seconda grande contraddizione, come spiegava O’Connor. La globalizzazione fa entrare nel mercato mondiale grandi mondi prima esclusi a partire dalla Cina. Ma, nonostante ad esempio la Cina provi a praticare una forma pianificata e non anarchica, il carattere distruttivo del capitalismo è della sua superfetazione imperialistica, produce ormai una corsa alle guerre, economiche, commerciali, sociali, militari, irrefrenabile.
Il debito è la spada di Brenno usata come dicevo nel trentennio per scaricare le contraddizioni su classi sociali e Paesi. Ma ora è anche, in questa fase del conflitto multipolare sulle monete, ragione di guerre militari tra giganti, come ci spiega Brancaccio, tra ricchi debitori ed emergenti creditori. Che la rotta di collisione sia tra USA e Cina è ormai evidente. Come ho già scritto parlando di un grande libro di fantascienza cinese, Memorie del passato della Terra, i cinesi ne sono avvertiti. A stare al libro però grandi soluzioni, a mondo dato, non esistono.
Uno dei grandi bracci armati della globalizzazione a suprematismo occidentale è il Fondo Monetario Internazionale, solito garrotare i Paesi poveri. Ma ora alle prese con lo scontro tra i Grandi. Siccome il capitalismo finanziario è una sorta di Dark Whether tra Impero e Imperialismi magari pensa di sopravvivere a tutti. Ed eccolo sfornare un bel rapporto sul debito proprio alla vigilia delle elezioni USA, dove ambedue i contendenti vogliono mantenere l’uso USA del debito, facendolo pagare agli altri con la forza delle armi. Dice l’FMI che per la prima volta il debito pubblico globale supererà i 100 mila miliardi di dollari e potrebbe crescere più rapidamente del previsto, perché le dinamiche politiche favoriscono una spesa più elevata e la crescita economica lenta amplifica le esigenze e i costi dei prestiti. Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale, diffuso martedì 15, che mostra anche come il debito pubblico raggiungerà il 93% del Pil globale entro la fine del 2024 e toccherà il 100% entro il 2030. Un livello che supererà anche il picco del 99% toccato durante la pandemia di Covid-19 e che sarà superiore di 10 punti percentuali rispetto al 2019, prima che la spesa pubblica si espandesse proprio a causa della pandemia.
Diffuso a una settimana dalle annuali riunioni a Washington di Fmi e Banca mondiale, il Fiscal Monitor evidenzia che ci sono buone ragioni per ritenere che i futuri livelli di debito potrebbero essere ben più alti di quanto attualmente previsto, incluso un sentimento di maggiore spesa negli Stati Uniti, la più grande economia del mondo. “L’incertezza sulla politica fiscale è aumentata e le linee rosse politiche sulla tassazione sono diventate più radicate – sottolinea il Fmi nel rapporto -. Le pressioni sulla spesa per affrontare la transizione verde, l’invecchiamento della popolazione, le preoccupazioni per la sicurezza e le sfide di sviluppo di lungo periodo stanno aumentando”.
Si sono dimenticati la guerra e i suoi costi ma si vede che ormai la considerano normale esercizio capitalistico.
C’è da dire che mentre gli USA scelgono col Presidente a chi provare a continuare a far pagare il conto, la UE ha già deciso, dalla sua nascita, di farlo pagare a noi. Maastricht è l’austerity sono la costituzionalizzazione della spada di Brenno. Non a caso la classe dirigente UE è anche neo barbaric. Dà l’assalto dal 1989 a quello straordinario compromesso sociale realizzato dal movimento operaio più avanzato e vuole privatizzare la grande ricchezza collettiva accumulata per darla in pasto al capitale finanziario passando per la strada del debito ingigantendolo con la guerra.
Il debito è un po’ come quella idea malsana sulle donne che aveva Hegel. Per carità grande costruttore di pensieri imponenti. Come lo è anche il capitalismo. Nel 1970 una femminista come Carla Linzi scrisse che bisognava sputare su Hegel. È ora di sputare sul debito.
Roberto Musacchio
16/10/2024 https://transform-italia.it/
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