Squadrismo digitale e dintorni


Essendo abituato a tenermi aggiornato, scorrevo i miei canali YouTube preferiti e stasera, sul canale di MorroLinux che sicuramente annovero tra i piú interessanti, mi sono imbattuto in una questione che merita attenzione. 
La premessa in termini semplici per non addetti: Audacity é un famoso e direi storico programma di elaborazione audio. É sempre stato rigorisamente open source. Il che vuol dire non solo che é gratis ma anche e soprattutto che il suo codice é interamente trasparente nonché rispettoso della privacy. Cosa da non sottovalutare.
Recentemente é stato acquisito da un’azienda ed ha cominciato a raccogliere dati sensibili. E già questo dovrebbe dire molto. Certo, é sempre possibile controllare il codice sorgente e bloccare la raccolta di dati. Ma non é comunque una bella notizia. Cosí gli appassionati di Audacity non si sono arresi ed anno creato una versione alternativa che restasse fedele alla filosofia dell’open source. 
Per farla breve ne scaturisce un conflitto che i piú politicamente smaliziati sapranno decifrare quanto me. Il creatore della versione alternativa viene minacciato da altri utenti. Rintracciato. Aggredito con le lame. 
Per maggiori dettagli vi rimando al video di Morrolinux. https://youtu.be/1tcHpd1CAFY
Ed é solo uno dei tanti esempi sempre piú frequenti di squadrismo digitale che, guarda caso, attacca proprio l’open source. 
Qualcuno ha commentato l’accaduto consigliando di tutelare maggiormente i propri dati ed evitare azioni che possano provocare tali reazioni. Io preferisco invertire il paradigma: invece di andarmele a cercare é piú comodo fare in modo che mi cerchino. Cosí risparmio benzina per occasioni piú utili.
Ad ogni modo le conclusioni a cui corro son presto dette. Questa é la dimostrazione che il tema informatico non é appannaggio dei padroni e anzi, non possa piú essere ostracizzato ma bensì vada discusso profondamente e reso parte integrante della nostra filosofia. Perché in fin dei conti lo é già da prima che l’informatica nascesse. Un linguaggio non puó essere privatizzato, e la sicurezza formale, burocratica, quella dei cookies e del controllo, non puó essere messa in primo piano rispetto alla sicurezza reale, quella concretamente protettiva anche da eventuali storture dello stato democratico, che puó essere garantita solo dall’anonimato, nonostante gli svantaggi democratici che comporta.
E comunque penso si debba smettere di usare i “ma” e i troppi “no” che ci rendono lenti ed immobili. É ora di fare un salto di qualità ideologico e strutturale, volto ad un vero e proprio salto di specie. Sembra difficile, quasi impossibile, ma l’impossibile é solo una sfida da superare. Penso che prima della conflittualità si debba prendere esempio dall’open source e partire dalla coesione ben oltre il mutualismo: cominciamo fin da adesso dando l’esempio a partire dalle piccole cose, cominciamo col chiederci a vicenda di cosa abbiamo bisogno ed aiutiamoci nel prenderci carico dei problemi di uno stato, una provincia, un comune una persona, senza chiedere, senza aspettare. come se ognuno ne fosse già il governante. Facciamo toccare con mano persino ai piú ciechi la netta differenza tra la nostra filosofia di vita e tutte le altre.
Il conflitto verrà da solo, senza bisogno di andare a cercarlo. L’importante a quel punto sarà solo non farsi trovare impreparati come al solito. Sia dentro che fuori dal web.

Delfo Burroni

Collaboratore redazionale del mensile Lavoro e Salute

12/7/2021

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