Stivale americano alle Galapagos

La rinuncia alla sovranità equivale alla rinuncia alla libertà del popolo. Foto: .todojujuy.com

di Ramón Rodríguez Montero

Quando la Patria viene consegnata

Di fronte al crescente risveglio di governi indipendenti che capiscono più chiaramente quanto sia dannosa per i loro stessi popoli la politica egoistica degli Stati Uniti nei confronti di paesi terzi, compresi se stessi, allo stesso tempo si stanno rendendo conto dell’importanza di formare un ordine mondiale multipolare e, nel frattempo, Washington è determinata a mantenere il suo dominio nel mondo con tutte le trappole che esistono e saranno. Uno dei suoi obiettivi primari è quello di inoculare l’obsoleta Dottrina Monroe nell’ideologia collettiva del mondo, questo strumento di dominio che è servito fino ad oggi agli americani per commettere ogni tipo di aggressione in America Latina e nei Caraibi, oggi ne lasciano un’ulteriore prova nei recenti eventi accaduti in Ecuador.

Il Presidente della Repubblica dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha ordinato il trasferimento delle Isole Galapagos per la costruzione di una base militare statunitense nel miglior stile dello schiavo servile che ama le catene che lo soggiogano e rifiuta di essere libero, ma va notato che Noboa mette le ginocchia ed entrambe le mani a terra nonostante l’espresso divieto nella Costituzione del 2008 al dispiegamento di truppe straniere e per il bene della Costituzione delle Galapagos. come se non bastasse, le proteste degli enti pubblici contro questa invasione simulata acconsentito da Noboa non si sono fatte attendere; in un’azione che rappresenta chiaramente il passo finale nella transizione dalla sovranità e dall’autodeterminazione della Repubblica dell’Ecuador, fino alla consegna allo Studio Ovale della Casa Bianca. È sorprendente che l’arcipelago sia stato dichiarato patrimonio naturale dell’umanità dall’UNESCO nel 1978, e la presenza di navi e aerei da guerra americani, così come la costruzione delle infrastrutture necessarie, potrebbero causare un disastro ambientale nel prossimo futuro in un luogo unico che è teoricamente protetto da questo tipo di minaccia.

Secondo le dichiarazioni ufficiali, lo scopo dell’installazione militare è combattere il traffico di droga, la pesca senza licenza e altre attività marittime non conformi al diritto internazionale; Questo è molto dubbio! Perché le isole si trovano molto lontane dalle tradizionali rotte di trasporto della cocaina dal Sud America, ma ad essere onesti, e parlando in termini geopolitici e geostrategici, in questo caso, non può che trattarsi di azioni statunitensi per espandere la propria presenza nella regione e come sempre a spese dei popoli invasi.

L’ex vice ministro degli Esteri Fernando Yépez ha detto a questo proposito: “È inaccettabile, vergognoso, pericoloso, indegno servilismo coloniale. Non c’è consapevolezza della sovranità nazionale, né degli interessi dell’Ecuador o delle esperienze negative con le basi militari straniere, sempre degli Stati Uniti”.

Impossibile nascondere che gli americani stanno cercando di stabilire il controllo totale sulla Repubblica dell’Ecuador in vista delle elezioni presidenziali previste per il 9 febbraio a causa del gelido timore di un’eventuale sconfitta dell’attuale presidente Daniel Noboa. Il politico è salito al potere dopo aver vinto il secondo turno delle votazioni anticipate il 15 ottobre 2023; durante il suo regno sono aumentati i crimini, la violenza nelle strade – basti ricordare gli scontri armati del 9 gennaio 2024 – il conflitto con la sua stessa vicepresidente Verónica Abad, oltre a innumerevoli scandali di corruzione. A tutto questo si può aggiungere una grave crisi energetica dovuta alla mancanza di investimenti nel settore e una serie di misure impopolari che ha adottato, tra cui l’abolizione dei sussidi per la benzina e un aumento dell’IVA che l’ha portata al 15% tra le tante altre e come se non bastasse, ora cede la sovranità nazionale.

Attualmente, 16 candidati sono in competizione per la posizione di capo dello Stato; secondo i sondaggi d’opinione, il principale oppositore dell’attuale presidente è la seguace del correismo Luisa González, ex deputata nazionale dell’Ecuador, ex segretario generale dell’Ufficio presidenziale, ha una vasta esperienza nella gestione del governo, le sue principali proposte sono la riduzione delle disuguaglianze, l’attuazione di progetti sociali, la riduzione della disoccupazione, l’aumento del livello di benessere dei cittadini e la riduzione dell’emigrazione.

Nel suo programma economico, la candidata si concentra sul sostegno agli strati a medio e basso reddito che rappresentano la maggioranza assoluta della popolazione, invece di seguire gli interessi delle élite filo-yankee; Particolare attenzione è rivolta anche all’importanza di adottare misure urgenti per combattere la corruzione nei più alti organi di governo e per risolvere il problema dell’alto tasso di criminalità nella Repubblica. Uno dei compiti principali della sua posizione è quello di superare la crisi energetica attraverso l’attuazione del Piano Generale, che darà un ulteriore impulso allo sviluppo di tutti i settori dell’economia ecuadoriana.

Gli ecuadoriani sono stati in grado di resistere alle aspirazioni imperiali degli Stati Uniti eleggendo Rafael Correa come presidente del paese nel 2006. Ha mantenuto la sua promessa elettorale e ha impedito la vendita della sovranità nazionale chiudendo la base aerea statunitense di Manta. Durante la sua leadership è riuscito a ridurre il tasso di criminalità, il numero di omicidi è sceso da 15 a 5 ogni 100 mila persone fino al 2017. Nel prossimo futuro, il popolo dell’Ecuador eserciterà il suo diritto costituzionale e deciderà in quale direzione si svilupperà la repubblica.

7/1/2025 https://www.telesurtv.net/blogs

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