Nonostante le promesse, gli impegni elettorali, il Contratto di governo e le dichiarazioni pubbliche, dobbiamo constatare che il governo sta prendendo tempo invece di bocciare il CETA. Proprio mentre la Commissione europea accelera per approvare con Trump il caro vecchio TTIP, e quanti più accordi tossici possibile – Singapore, Vietnam, Mercosur – prima delle elezioni europee. Bocciando il CETA nel Parlamento italiano questa corsa folle contro lavoro, salute, agricoltura, ambiente e diritti, potrebbe essere fermata
Ecco perché lanciamo un tweetstorm e un mailbombing per domani alle ore 12 chiedendo Di Maio e Salvini di bocciare l’accordo tossico in Parlamento prima delle elezioni europee.
Per ottenere un riscontro dobbiamo essere in tanti a scrivere tweet e email. Riusciamo a ricavarci un paio d’ore domani a cavallo del pranzo per fare massa critica? Il mailbombing resterà attivo anche nei prossimi giorni, mentre su Twitter concentriamo tutto domani alle 12.
Chi si rivede? TTIP e Bolkestein Mobilitiamoci
Se il Governo italiano non si dà una mossa a mantenere le promesse elettorali bocciando il CETA, sono sotto grave attacco le regole europee e la capacità di Regioni e Comuni di amministrare in autonomia
Nonostante le assicurazioni della Commissione europea sul fatto che i negoziati con Trump sarebbero stati esclusivamente limitati a correre ai ripari rispetto alla cosiddetta “Guerra dei dazi”, e che non avrebbero assolutamente riguardato la nostra salute o l’ambiente, per l’ennesima volta i fatti dicono altro.
Sì dell’Italia all’accordo UE-Vietnam
Dopo gli inspiegabili sì ai trattati di libero scambio Unione europea-Giappone (JEFTA) e Unione europea-Singapore, venerdì il Ministero dello Sviluppo Economico ha nuovamente stupito le tante organizzazioni della società civile che si aspettavano un cambio di rotta. Il Sottosegretario con delega al commercio estero, Michele Geraci, ha dato infatti il via libera per l’Italia alla firma europea dell’accordo Ue-Vietnam. E di bocciare il CETA non si parla più.
L’intesa, analizzata nel nostro rapporto “I brutti fratelli del CETA“, presenta un impianto del tutto comparabile agli accordi più noti e già largamente contestati da movimenti, associazioni e sindacati in tutta Europa. Non solo: il negoziato, avviato nel 2012 e chiuso nel 2016, si è svolto senza alcuna trasparenza.
I (brutti) fratelli del CETA: conoscerli per evitarli
Non c’è soltanto il CETA a richiedere la massima attenzione del governo italiano. La Commissione europea sta infatti portando avanti una pletora di accordi di libero scambio con paesi o blocchi di paesi di tutto il mondo. L’impianto generale è sostanzialmente lo stesso del trattato tossico Ue-Canada, così come i tanti potenziali effetti negativi.
Per offrire un quadro completo ai cittadini e alle istituzioni, la Campagna Stop TTIP Italia lancia oggi “Dalle dichiarazioni ai fatti: perché dobbiamo fermare il CETA e tutti i suoi (brutti) fratelli“, il primo rapporto che analizza in dettaglio la logica e gli impatti di ciascun accordo bilaterale nell’agenda dell’Unione europea. Un’agenda che la Commissione intende portare a compimento entro le prossime elezioni, ed è per questo che molti negoziati stanno accelerando il loro iter, senza tener conto delle proteste e delle criticità più volte evidenziate da parti del mondo produttivo e della società civile.
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