Strage di donne e minori al largo della Tunisia. Altra barca alla deriva

In mare vi è ancora una barca di legno alla deriva, a bordo 43 persone migranti. L’allarme è stato lanciato dagli attivisti di Alarm Phone già 24 ore fa, ma finora nessuna delle centrali marittime che operano nell’area, né Malta né l’Italia, si sono assunte il coordinamento dei i soccorsi.

Domenica inoltre, al largo di Sfax in Tunisia c’è stato un naufragio. Sull’imbarcazione affondata gli occupanti sarebbero stati 25 migranti; lunedì sera si contavano almeno 11 morti. Sono stati infatti recuperati i corpi di 8 donne e tre bambini, morti annegati, mentre altre sette persone sono state tratte in salvo. La barca si è rovesciata al largo di Louata, nella provincia di Sfax, ha reso noto l’agenzia Tap. Le operazioni per la ricerca di migranti ancora dispersi proseguono.

Approdi a ripetizione a Lampedusa. Dopo una tregua di tre settimane, l’hotspot della piccola isola siciliana è tornato a riempirsi. La situazione non è allarmante come lo scorso 21 settembre, quando nel centro di Imbriacola si accalcarono 1.200 persone negli spazi destinati invece a meno di 200, ma il livello di guardia è alto, con 786 migranti arrivati a Lampedusa con 35 sbarchi negli ultimi due giorni, di cui 20 nella giornata di domenica.

Dopo l’ingresso nell’hotspot tutti i migranti, per lo più tunisini, sono stati sottoposti a tampone rinofaringeo anti-Covid e 308, dei quali 8 risultati positivi, sono stati imbarcati sulla nave quarantena Snav Adriatico che ha già mollato gli ormeggi da Cala Pisana, dove è poi attraccata la nave quarantena Allegra. Qui sono saliti a bordo già 136 migranti. Sono in corso altri tamponi e non appena arriveranno gli esiti ci saranno ulteriori imbarchi e saranno complessivamente 236 i tunisini a bordo della “Allegra”.

Il tema dei contagi è comunque oggetto di polemica, soprattutto dopo che sull’isola di Lampedusa due insegnanti e almeno quattro alunni della scuola elementare “Luigi Pirandello” sono risultati positivi. La scuola rimarrà chiusa per il tempo della sanificazione. A rassicurare la popolazione è la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: “Non sono i migranti a portare il Covid” in Italia, afferma, ricordando che i militari in
Sicilia non stati mandati per il Coronavirus “ma perché gli arrivi erano tanti”. E a conferma del ragionamento fornisce gli ultimi dati provenienti dalle strutture di prima accoglienza: “delle 56mila persone presenti solo il 2,7% è positivo”.

I nuovi arrivi di migranti non riguardano soltanto Lampedusa, ma anche le coste ioniche della Locride, dove ce ne sono stati sette negli ultimi otto giorni. Gli ultimi arrivi prima dell’alba nel porto di Roccella Jonica, con 57 iraniani e iracheni e nella mattinata di oggi a Crotone altre 56 persone erano a bordo di una barca a vela. Approdi continui pure sulle coste del sud della Sardegna: 27 migranti arrivati ieri e oltre 20 algerini domenica. Mentre un altro gruppo di 24 persone migranti è stato soccorso a Santa Maria di Leuca, in Puglia e altre 7 persone erano approdate a Otranto domenica pomeriggio.
Sull’altra sponda del Mediterraneo, intanto, la cosiddetta guardia costiera libica – scrive su Twitter l’Agenzia dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr) – è intervenuta la notte scorsa per riportare in Libia 227 migranti che si erano imbarcati su tre gommoni a Zauyia e Zuara.
Anche la portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Safa Msehli ha spiegato che “nelle ultime 48 ore sono state intercettate in totale sei imbarcazioni (nel Mediterraneo, ndr) e 390 tra uomini, donne e bambini sono stati portati nei centri di detenzione”. Msehli ha ribadito che “la Libia non è un porto sicuro”.

13/10/2020 https://www.avvenire.it

Foto: Uno degli approdi a Lampedusa nella notte di domenica – Ansa

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